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L’Ue chiede agli stati membri di accettare quote migranti

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Il Collegio dei Commissari Europei ha dato parere positivo per la proposta legislativa dell’UE, che ricolloca all’interno dell’Europa 40.000 migranti che richiedono asilo.

migranti collegio commissari europeiLe autorità dell’Unione Europea lanciano l’appello agli stati membri di accettare quote di migranti per alleviare l’onere degli stati meridionali come Italia e Grecia, che sono i principali punti di approdo per il l’altissimo numero di persone che attraversano il Mediterraneo. La proposta della Commissione europea, braccio esecutivo di Bruxelles dell’Unione europea, è una risposta alle preoccupazioni che gli stati costieri del sud mostrano ed i timori di essere sopraffatti dall’afflusso di immigrati che fanno traversate pericolose in natanti spesso malridotti ed insicuri. Le recenti morti di migliaia di migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo hanno spinto il blocco a redigere la risposta di emergenza per scongiurare un peggioramento della crisi umanitaria. Ma un gran numero di stati membri, tra cui la Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Ungheria e Lettonia hanno già respinto l’idea di quote obbligatorie. Nel tentativo di rendere i piani più accettabili, la commissione ha informato che ad eventuali migranti che non soddisfano i criteri per essere rifugiati non sarà permesso rimanere.

“Tutti coloro che hanno bisogno di un rifugio dovrebbero trovarlo in Europa”, ha dichiarato Frans Timmermans, il primo vice presidente della Commissione, “ma coloro che non hanno giustificazione nella loro pretesa dovrebbero essere rapidamente identificati e rimpatriati”. La proposta delle quote, che dovrebbero essere all’ordine del giorno in una riunione vertice dei leader dell’Unione Europea il 26 giugno, prevede l’approvazione di una maggioranza dei due terzi degli Stati membri con il sistema di voto ponderato. Alcuni stati hanno la possibilità di non partecipare al sistema delle quote obbligatorie in virtù di accordi già esistenti con l’Unione europea, ma altri, come la Repubblica Ceca e gli europei dell’Est, avrebbero bisogno di una forte opposizione per bloccare l’approvazione. I danesi sono esentati dalla partecipazione alla maggior parte delle regole in materia di asilo.

La prima parte del piano di quote è un piano di emergenza per spostare temporaneamente 40 mila migranti che arrivano in Italia e in Grecia verso altri paesi in tutta l’Unione europea nel corso dei prossimi due anni, nell’ambito di un sistema obbligatorio. Quei migranti che dovrebbero provenire dalla Siria e dall’Eritrea resterebbero in Europa. La seconda parte del piano delle quote sarebbe un re insediamento di 20 mila rifugiati – questo potrebbe includere siriani dai campi in Libano e Turchia. I candidati per il programma di re insediamento saranno identificati dalle autorità rifugiati delle Nazioni Unite. La partecipazione a tale sistema dovrebbe essere volontaria per i paesi dell’Unione europea. Nell’ambito di un sistema di distribuzione basato sulla capacità dei paesi di accogliere i migranti, la Francia e la Germania dovrebbero accogliere il maggior numero di persone sotto entrambi i sistemi di quote. Le quote sono solo una parte della risposta che gli europei hanno considerato per affrontare una crisi che è stata resa più acuta dall’instabilità in Libia, un punto di lancio frequente per i contrabbandieri, che spesso guadagnano migliaia di dollari per ogni passeggero. Il paese è diventato ingovernabile dopo che è stato spodestato il colonnello Muammar el-Gheddafi quattro anni fa.

La crisi è una questione estremamente delicata in un momento in cui l’immigrazione ha scalato l’agenda politica in molti paesi, tra cui Gran Bretagna e Francia. Paesi come la Repubblica ceca affermano che hanno già assorbito un gran numero di immigrati provenienti dall’Ucraina e non sono disposti ad accettarne molti altri provenienti da altre zone. Il Collegio dei Commissari Europei ha dato parere positivo per la proposta legislativa dell’UE, che ricolloca all’interno dell’Europa 40 mila migranti che richiedono asilo: 24 mila dall’Italia e 16 mila dalla Grecia in due anni. Di questa ricollocazione saranno oggetto soltanto i migranti siriani ed eritrei arrivati dopo lo scorso 15 aprile. L’area operativa di Triton viene estesa a 138 miglia nautiche a sud della Sicilia. E’ quanto si legge in una nota di Frontex, in cui si annuncia la firma del nuovo piano della missione alla luce dell’aumento di fondi e mezzi.

In estate, stagione di picco per gli sbarchi, saranno schierati 3 aerei, 6 navi d’altura, 12 pattugliatori e 2 elicotteri. Frontex, inoltre, stabilirà una base regionale in Sicilia da dove coordinerà migrantil’operazione Triton, in sostegno alle autorità italiane. “L’Italia ha il dovere di risolvere il problema insieme all’UE”, afferma il premier Matteo Renzi, e con riferimento al naufragio peggiore nella storia dell’immigrazione, ha ribadito che “l’Italia andrà a riprendere quel barcone e daremo sepoltura a quelle persone, non erano numeri ma persone”, dimostrando di pretendere che “i leaders dell’UE non girino la testa, non possono inabissare le loro coscienze alle centinaia di metri di profondità dove è il barcone della strage”. “Nei prossimi decenni i flussi migratori avranno un forte incremento, nonostante la crescita economica in Africa”, e quindi il fenomeno va “governato senza demonizzarlo, con lucidità e realismo”, dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. L’impegno europeo, aggiunge, deve indirizzarsi sulle “cause economiche dell’immigrazione dei paesi d’origine” e sul “contrasto del traffico di esseri umani nei paesi di transito”.

Mara Noveni

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