Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Un po’ mamma, un po’ donna

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IMG_2516Mi hanno detto: adesso basta, sei troppo Mamma.

Hanno detto: ritorna a vivere.

Ricorda che sei innanzitutto una Donna.

Pensa anche a te, così hanno detto. Pensa al tuo Uomo. A voi due.

Dimentica per un po’ il tuo Bambino: ogni dedizione ha un limite.

Ricorda quando di venerdì sera chiudevi la porta in ufficio e iniziava il weekend.

Ricorda quando fumavi una sigaretta respirando l’aria fresca affacciata al balcone. Quando lavavi i piatti e intervallavi le pulizie rilassandoti sopra al divano. Ricorda il primo giorno d’estate, quando l’estate era lunga tre mesi. Ricorda quando cominciavano i saldi. E ogni volta che nasceva una storia d’amore.

Ricorda quando ti guardavi allo specchio e vedevi te stessa in rilievo, con i colori esaltati in contrapposizione allo sfondo.

“Cosa vedi adesso?”, qualcuno ha chiesto. “Io vedo Lui”, ho risposto.

Mi hanno detto: sei troppo Mamma. Molla la presa.

Ogni tanto.

Chiudi le tue fauci insaziabili. Copriti il seno. Metti dei limiti.

“Ci provo”, ho risposto. Ma non ne sono capace.

Mi hanno detto che sono asfissiante, monotona, assai noiosa.

Hanno detto: sei troppo presente.

Eccessiva.

Che esiste anche un fuori che si chiama mondo.

Che io e Lui non siamo una coppia.

Che non possiamo più dormire insieme nel letto.

Che io non sono Sua e che Lui non è mio.

“Lui ti vorrebbe tutta per sé”, non lo vedi?. Oppure lo vedi e te ne compiaci.

Non ho risposto.

Hanno usato parole come “Separare”, “Bambino”, “Onnipotenza Materna”. Proprio in quest’ordine: separare il bambino dall’onnipotenza materna.
“Perché finche’ ci sei Tu non c’è spazio per Lui”: hanno detto esattamente così.

Finché sarai sempre a disposizione. Finché non saprai abbandonare. Finché Tu non esci di scena.

Lui non capirà mai che è altro da Te.

Non ho risposto.

Ho guardato mio Marito per trovare una sponda. Ma lui ha abbassato lo sguardo. “Non tocca che a te”, poi ha detto.

Non ho risposto.

Ho continuato ad attorcigliarmi i capelli attorno alle dita, ma avrei voluto strapparli. Ho continuato ad accanirmi su di una piccola ciocca annodandola e sciogliendola a ripetizione. Ho girato una volta, poi un’altra ancora. Come quando non ne posso più di ascoltare e sto per scoppiare. Come quando un mio ex chiamò la mamma per la buonanotte mentre io e lui già stavamo tra le lenzuola del letto. Come quando abbracciai una mia amica che tra le lacrime disse: sto con un moccioso di quarant’anni che cerca ancora la tetta. Come anni fa di fronte ad una vicina di casa dall’accento vagamente francese. Non lasciava mai giocare il figliolo insieme a noialtre bambine. Un volta le chiedemmo il perché e lei dalla finestra elegantemente ululo’: perché le femmes sont touts des putains.
Fiorella Corrado

L'Autore

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