La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.

Abraham Lincoln

Vi racconto le donne stronze

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Nello sconfinato ventaglio di cose incomprensibili del mondo delle donne ce n’è una a cui nemmeno io ho mai trovato una risposta. Eppure sono donna, mi dico, eppure lo faccio anche io, mi ripeto. Sarei antropologicamente qualificata per comprendere la ragione che si cela dietro a uno dei più grandi enigmi della storia del mondo femminile: perché noi donne siamo stronze? Chiariamoci, io nutro una sconfinata simpatia per il nostro genere, è evidente, inoltre, che la generalizzazione venga dal conflitto interiore che ogni giorno si consuma nel mio animo: Santa Maria Goretti o la versione senza schiuma della bambina dell’esorcista? Non vi accigliate, questo è da stronze, e il primo passo per migliorarsi è non accigliarsi di fronte a una realtà che vi è radicata dentro per ragioni assolutamente ignote fin da principio, cioè fin dalla vostra prima madre, uno dei miei idoli indiscussi dopo Maradona: Eva, che pur di rovinare la vita di Adamo mangia la mela, la fa mangiare anche a lui e saluta per sempre il paradiso terrestre ma con la gran soddisfazione di aver chiarito una volta e per tutte che il potere è di chi se lo merita. Ecco probabilmente il potere è uno delle principali ragioni per cui facciamo le stronze. Non disponendo né del pene né della forza fisica ci facciamo furbe e facciamo le stronze (Freud sarebbe davvero orgoglioso di me, anche se probabilmente preferirebbe che io dessi tutta la colpa a mia madre!). Insomma questo genere di donna è l’equivalente della blatta nel mio condominio, è dovunque ma non si vede: si trasforma, si modifica e si evolve fino a diventare indistruttibile. Così come per le blatte è possibile infatti tracciarne una mappatura storico evolutiva per arrivare a comprenderne la storia dagli albori a oggi.

La dichiarata

sex-and-the-cityInizialmente la specie vantava un solo esemplare: la stronza dichiarata, quella senza mezzi termini. È quella per eccellenza, Medea: compie atti efferati per vendetta e ambizione personale, mangia i propri figli per fare un dispetto al marito (che comunque se lo meritava) e nonostante ciò si guadagna un posto nella top five delle eroine tragiche. Non spiccherà per misericordia ma è sicuramente più intelligente di Alcesti.

La meretrice

Cleopatra è una delle stronze più pericolose: dannatamente bella impara presto a fare della sua vagina una bacchetta magica, tiene per i cosiddetti sia Giulio Cesare che Marco Antonio. Ha creato il precedente che ha permesso di ipotizzare la parentela tra Ruby e Mubarak.

La profumiera

Agli antipodi poi troviamo Giovanna d’Arco che pur di non darla a nessuno, memore della brutta nomea di Cleopatra, dice di sentire le voci, continuando a negarsi anche al suo fidanzato, che esasperato la cita in giudizio. Unica in un esercito di uomini a rifiutare un’ammucchiata, rappresenta una parentesi drammatica della storia risoltasi poi in un fuoco di paglia. E comunque ha riunito anche la Francia.

L’arrampicatrice sociale

Per fortuna dopo la storia ci ha regalato esempi di stronze anche nell’upper class (non si dica che sono classista): Maria Antonietta. Cresciuta in un involucro di tulle e merletti comincia a covare rancore fin dalla tenera età. È probabilmente la prima bulimica della storia (si veda la sua passione per le brioches) nonché pettegola, invidiosa e cospiratrice. Maria Antonietta è la stronza imperdonabile, da’ origine alle arrampicatrici sociali, le civette, le squinzie e ad Alfonso Signorini, che si vocifera essere un suo diretto discendente.

La vendicatrice onesta

Si ispira a Medea in quanto a vendetta ma ha il buon senso di non nutrirsi di carne umana. È quella a cui ispirarsi. Fa della rabbia e del rancore la sua ragione di vita e quando ne ha a possibilità colpisce e, quando colpisce, lo fa nel momento di massima vulnerabilità, nel sonno. Lorena Bobbit è la paladina di ogni donna che si rispetti: taglia il pene al marito perché frettoloso «arriva all’orgasmo senza aspettarmi. È egoista». Temuta dagli uomini è la categoria che gode di maggior rispetto nel mondo femminile. Non ha mai finto un orgasmo, spicca per onestà.

La stronza di ferro

La signorina Rottenmeier è la versione bidimensionale più qualificata per rappresentare la categoria. Non ha bisogno di essere analizzata, la si può riconoscere dagli abiti castigati e la postura talmente rigida da lasciar immaginare che nasconda qualcosa sotto la sua gonna lunga nera.

L’imperdonabile

Io Wanda Nara proprio non la sopporto. Utilizza il suo fascino da milf precoce per circuire Mauro Icardi, il migliore amico del suo ex marito. Lascia Maxi Lopez nel più totale sconforto che, come se non bastasse, si ritrova le facce dei figli tatuate sul giovane neroazzurro. Vive la vita come se fosse incastrata in un telefilm di fine anni ’90 e si vendica facendo linguacce su Instagram. Non ha stile, meno che per i suoi capelli ossigenati.

Poi ci sono io. Io appartengo a quella categoria di stronza che vedono stronze ovunque perché sono una maschilista convinta. Odio dover cambiare le lampadine, non urlare in presenza di insetti e dover necessariamente avere un’indipendenza economica per godere del rispetto delle donne che, detto tra noi, non sanno nemmeno guidare.

Martina Di Matteo

L'Autore

4 commenti

  1. lina liguori il

    …….e poi ci sei TU piccola grande donna volitiva determinata che te ne fai un baffo del pianeta uomo . Un abbraccio ,un bacio e tante congratulazioni

  2. Ciao sei simpaticissima ed hai scritto un articolo di un umorismo travolgente. Purtroppo quella della stronzaggine femminile e’ un problema che attanaglia il nostro genere e la nostra società. Eppure essendo madri l’etica della cura dovrebbe essere il nostro connotato e invece basta guardarsi intorno per trovare avide e cattive donnette prive di qualsiasi umanità e rispetto verso gli altri. speriamo che qualche cosa cambi nel futuro.

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