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Gianni Rodari

Il giallo della Xylella. Chi ha portato in Italia il batterio che uccide gli ulivi del Salento ?

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xylellaLa Xylella è un batterio killer che provoca una malattia che attacca la vite, gli agrumi , gli ulivi, il pesco, l’oleandro, ha una notevole incidenza sul prugno, sul ciliegio e sul mandorlo, per non parlare delle conseguenze catastrofiche che provoca sull’erba medica, sull’acero, sul caffè, sul platano, sull’olmo, sul susino e altre piante ancora. Si tratta di un microorganismo che innesca l’ostruzione del flusso dell’acqua all’interno della pianta provocandone il disseccamento. La strage e la devastazione del mondo vegetale provocata da questo batterio ha innescato uno sforzo unico da parte di coltivatori, ricercatori e amministratori a collaborare per trovare una soluzione per questa immensa minaccia. I ricercatori americani ogni anno si riuniscono a San Diego per discutere i progressi nel loro campo. Non esistono ancora vitigni resistenti e le foglie delle piantine colpite dalla malattia virano dapprima dal colore giallo al marrone, ed infine, i germogli muoiono e con loro i frutti. La stessa cosa sta succedendo nei focolai tra gli ulivi del Salento. La malattia, manifestatasi in forma virulenta ha ucciso centinaia di piante di ulivo e la minaccia che il batterio si manifesti anche tra i vigneti e gli agrumeti rappresenta un pericolo reale.

Ci domandiamo se la Xylella killer sia stata importata in Puglia, e se dietro il rischio del diffondersi sul territorio nazionale del batterio ci possano essere grossi interessi economici. Intanto il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Elsa Valeria Mignone, da sempre in prima linea per i reati ambientali, vuole vederci chiaro sulla diffusione della malattia sulle piante e sugli animali in Puglia ed ha affidato gli accertamenti agli uomini del nucleo investigativo della forestale e alla guardia di finanza. Le ricerche si concentrano sul convegno organizzato nel 2010 dall’Istituto agronomico mediterraneo (IAM) di Valenzano, in provincia di Bari. In quel momento fu introdotta per la prima volta in Puglia, a scopi scientifici, la Xylella fastidiosa, che non era presente in Italia e in Europa, fu sottoposta a quarantena, studiandone gli effetti derivanti dal rischio di una comparsa sul territorio nazionale, e studiandone i sintomi e la diagnosi.

Danni derivati dalla tecnologia? Non vi preoccupate, ci pensa la Monsanto!!!

L’industria delle biotecnologie è fiorente e per esempio, nel 2011 l’USDA (United States Department of Agriculture, Ministero dell’ Agricoltura) ha approvato la prima coltura in senso assoluto resistente alla siccità, brevetto Monsanto, ci dice John Robbins, giornalista americano. Da una parte abbiamo Monsanto e McDonald’s, le società agrochimiche e gli enormi interessi che sono dietro l’agricoltura industriale, agli allevamenti in batteria e alla distruzione delle fattorie a conduzione familiare. Queste forze investono pesantemente nello status quo. Queste aziende guadagnano molti soldi ed investono fortemente per garantire che questo sistema continui così come è. Dall’altra parte, abbiamo una marea crescente di persone che vogliono mangiare, queste due forze stanno combattendo una guerra … sulla cena. Ma se permetteremo alle società biotecnologiche di continuare a brevettare le sementi da cui dipendiamo per le colture alimentari possiamo essere sicuri che potremo dare da mangiare a noi stessi e ai nostri figli in modo sano, in armonia con il mondo naturale?

Le persone dovrebbero essere libere di consumare ciò che vogliono. Ma per quale motivo il campo di gioco dei consumi è così pesantemente a favore delle corporation più potenti, perché negli ultimi anni la frutta e le verdure fresche sono diventate più costose mentre il cibo trattato è diventato più economico? Probabilmente perchè l’attività agroindustriale su larga scala controlla una quota in espansione dell’approvvigionamento alimentare nel mondo, perché hanno enormi budget pubblicitari per commercializzare pseudo cibi estremamente trattati, geneticamente manipolati, carichi di sostanze chimiche e contaminati dai pesticidi. È diventato sempre più urgente comprendere che c’è un forte collegamento fra il cibo che assumiamo e la nostra salute. L’obesità dilagante e le malattie croniche ,la stanchezza e la mancanza di lucidità intellettuale non ci permettono di vivere una vita fiorente ed intensa.

Siamo quello che mangiamo dice il Professor Veronesi. È diventato indispensabile orientarci verso una vita più sana, un morso alla volta. Abbiamo bisogno che la gente sia in grado di permettersi di comprare cibi che rispettino l’xylella impatto ambientale. Ben vengano gli orti urbani, con una serra e un pollaio alle spalle. Questa ormai nei grandi centri urbani è divenuta una realtà dove centinaia di volontari offrono la loro partecipazione, orti di strada, dove si sperimenta il contatto con la terra e un programma di autosufficienza alimentare dove le persone si possono incontrare , condividere e sperimentare l’importanza delle stesse necessità. Frutta e verdura che hanno sapore, persone che lavorano i campi liberamente e non in condizioni deplorevoli, ridotte in schiavitù e con stipendi da fame. Abbiamo bisogno di liberarci delle produzioni su larga scala che trae profitti dal cibo spazzatura e lascia impoveriti i lavoratori. Dobbiamo reimparare a mangiare bene e in modo giusto. Con la pastiglia non ti sentirai meglio, ma con una dieta e uno stile di vita diversi sì.

Simona Agostini

L'Autore

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