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Gianni Rodari

50 borse di studio per i rifugiati

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Università telematica “Uninettuno”: a disposizione 50 borse di studio, per studenti rifugiati che vogliano terminare la propria formazione
Si chiama Harout Marderossian, è il primo rifugiato siriano  iscrittosi al corso di  laurea in Ingegneria Informatica erogato dall’Università Telematica Internazionale “Uninettuno” di Roma,  grazie ad una delle 50 borse di studio messe a disposizione dall’Ateneo e destinate appunto a studenti rifugiati con titolo di protezione internazionale. I 50 beneficiari potranno iscriversi ad uno dei corsi di laurea dell’Università, a titolo gratuito. Anche in un momento di forti tensioni internazionali, e di paura generalizzata dell’opinione pubblica per la minaccia del terrorismo, l’obiettivo è incentivare e sostenere il percorso accademico degli immigrati con status di rifugiati,  concorrendo al loro inserimento professionale nel Paese d’accoglienza (o ancora meglio, quando ritornerà possibile, nel proprio). E’ una risposta  secondo i canoni dell’ “Open Education”, che Uninettuno segue sin  dal  2005:  quando, con decreto del MIUR, nacque appunto come Ateneo telematico erogante corsi in e-learning, nel quadro del progetto internazionale “Mediterranean Network of Universities”, finanziato dalla Commissione europea secondo il programma “Eumedis” per la creazione d’ un’ Università Euromediterranea “a distanza”.
Harout ha trent’anni, è nato ad Aleppo, dove ha conseguito la laurea triennale in Chimica. Attualmente gode dello status di rifugiato politico in Libano, e, nella speranza che la pace ritorni in Siria (è di pochi giorni fa l’appello del presidente Hassad ad una riconciliazione nazionale, appello su cui le parti in lotta non si sono ancora pronunciate in pieno), potrà portare a termine suo il percorso di studio conseguendo un titolo accademico riconosciuto in Europa. Oltre a Marderossian, Uninettuno sta ultimando l’immatricolazione di altri rifugiati in Germania e nel resto d’Europa: il tutto rientra nel partenariato universitario multiculturale che l’Università ha creato, negli ultimi anni, grazie alla partnership  con le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), l’Associazione dei Medici d’ Origine Straniera in Italia (AMSI) e il Movimento “Uniti per Unire”. Essenziale è poi il progetto “Istruzione senza confini”,  primo portale attivo in Italia per gli immigrati e i rifugiati. Che punta a facilitare il loro inserimento nelle istituzioni formative euro-mediterranee a vari livelli; favorire immigrati e rifugiati nell’apprendimento delle lingue dei Paesi ospitanti; diffondere corsi di lingua e cultura del mondo arabo tra i cittadini dei Paesi ospitanti; facilitare a immigrati e rifugiati l’accesso ai servizi sanitari, alle cure ed al primo soccorso; promuovere la conoscenza  delle leggi su diritti e doveri reciproci.
“Solo collaborando in modo costruttivo con tutti i Paesi del mondo, e specialmente i Paesi arabi, sul pianio essenziale di istruzione e cultura, possiamo costruire un futuro di pace”, dichiara Maria Amata Garito, Rettore di Uninettuno. “Mentre regna la paura e sono in crescita fenomeni di discriminazioni nei confronti degli immigrati, ci congratuliamo con Uninettuno per tutti gli sforzi che sta compiendo per dare a  immigrati e rifugiati la speranza d’ andare avanti, con fiducia nell’umanità e nell’ integrazione”, sottolinea Foad Aodi, Presidente delle Co-mai e “Focal Point” in Italia, per l’ Integrazione, per l’Alleanza delle Civiltà (UNAoC), organismo ONU.

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