Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Acqua nel deserto, tutto merito di un ingegnere messicano

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Jorge Torres Solis

Dal Messico al Canada con un PhD in Ingegneria, fino a diventare manager in una società che sviluppa strumentazioni per portare avanti ricerche geofisiche. È la storia di Jorge Torres Solis e di tutti i suoi strumenti che possono essere utilizzati per cercare l’acqua nel deserto, così come per trovare siti di energia geotermica o per analizzare l’impatto che potranno avere sul suolo le costruzioni che vi saranno fatte sopra. Insomma, per scrutare tutto ciò che si trova sotto i nostri piedi. Jorge oggi guida un team di ingegneri e programmatori che sono in grado di sviluppare sia il software necessario ad analizzare i dati provenienti dall’osservazione, sia i tool per collezionare tutti questi dati. Il tutto viene convertito in immagini che possono essere utilizzate per verificare cosa sia contenuto al di sotto del suolo terrestre.

suolo

La tecnologia

La tecnologia che ha sviluppato ha un vasto spettro di applicazioni. È infatti in grado di scovare caverne sotterranee o difetti del terreno che possano mettere a rischio le costruzioni da realizzarvi sopra, così come di trovare davvero l’acqua nel deserto o di individuare nuovi giacimenti petroliferi. A Futuro Quotidiano Jorge rivela la sua passione per la geofisica. La sua Phoenix Geophysics fa base in Canada, ma vende in tutto il mondo. Nel suo catalogo sono presenti tutti gli strumenti adatti ad effettuare misurazioni del sottosuolo. “È sorprendente trovare qualcosa che ad occhio non puoi vedere”, ci dice Jorge. “Possiamo arrivare ad analizzare il sottosuolo fino a 5 o 6 miglia sotto la superficie terrestre senza effettuare nessun tipo di perforazione”. Per effettuare le loro osservazioni, i tecnici della sua società posizionano una serie di sensori a terra che sono in grado di ricevere segnali elettrici e magnetici. Una volta registrati, vengono analizzati e convertiti in immagini.

I segnali

Per sondare le intime profondità della terra Jorge ha sviluppato anche una tecnica basata sull’emissione di segnali radio che vengono ‘iniettati’ nella terra stessa. Un sistema di registrazione raccoglie poi la risposta, misurando come quegli stessi segnali vengono modificati dai materiali che incontrano lungo il loro cammino. Questi segnali di ritorno vengono poi processati generando un immagine che raffigura quanto contenuto nella porzione di sottosuolo analizzata. Ad oggi i sistemi della Phoenix Geophysics sono utilizzati ampiamente nel paese natale di Jorge nel monitoraggio delle faglie tettoniche, nell’esplorazione di giacimenti di risorse minerarie e possono bene essere utilizzati anche nella ricerca di petrolio e di sorgenti di energia geotermica. Jorge non rimpiange il Messico. Probabilmente laggiù non avrebbe potuto realizzare tutto quanto ha fatto fino ad oggi. Lui stesso ammette che a casa sua le condizioni non sarebbero state ottimali per proseguire sulla linea ha intrapreso dopo gli studi universitari. Per ora quindi non rimpiange la sua terra di origine, come altri suoi conterranei venuti via per motivi di impresa o di lavoro. Forse tra 10 anni chissà, ma potrebbe essere già un altro mondo.

 

Marco Bennici

L'Autore

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