Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Mancano ancora quattro mesi al ‘salvataggio’ della Grecia

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Nel 2004 a sorpresa la Grecia allenata da un tedesco vinse gli europei di calcio. Oggi, senza tanta sorpresa, l’Eurozona ha trovato un compromesso che consente di prorogare per quattro mesi il “salvataggio” della Grecia. Da avversari legati da un comune destino tedeschi e greci non potevano fare altrimenti. Sempre che i primi non facciano saltare tutto nella coda velenosa che prevede l’approvazione del piano da parte dei singoli paesi europei. La decisione tedesca è prevista per venerdi prossimo. Syriza ha dovuto rinunciare a molte delle parole d’ordine con le quali ha vinto le elezioni (come bloccare le privatizzazioni il cui iter è già quasi completato) creando dei mal di pancia al proprio interno, e questa è la vittoria che hanno riportato i tedeschi sul rispetto delle forme; viceversa i tedeschi hanno dovuto accettare di dare quattro mesi di tempo alla Grecia, nei quali il vincolo di conseguire e destinare un avanzo primario del bilancio dello Stato pari al 4,5% del Pil interamente al rimborso dei creditori non sarà nei fatti rispettato.

bandiera grecia

Il salvataggio

Questo è il grande risultato che incassa Syriza, ma solo per quattro mesi perchè poi il tema sarà di nuovo al centro del negoziato. Nel frattempo la Grecia incassa la rata finale del proprio “salvataggio”, resta dentro la Ue e le sue bancherimangono nel circuito della Bce e resta il suo impegno a rimborsare nel corso del 2015 ben 22,5 miliardi di euro ai propri creditori. In diplomazia quando un accordo è impossibile si prende tempo. I quattro mesi concessi alla Grecia in termini generici ed interpretati da ciascuno a proprio modo sono l’esito di uno stallo tra giocatori determinati a non cedere. Il ministro dell’economia greco Varoufakis è un sereno economista esperto di teoria dei giochi. Il tignoso terzino tedesco Schauble per ora non si è fatto giocare. Prendere tempo con parole ambigue e sperare che la svalutazione dell’euro ed il calo del petrolio creino un quadro economico migliore per rimettersi a discuterenei prossimi mesi era l’unica via di fuga.

Battaglia politica e di pensiero

Il vero nodo economico e politico della trattativa è l’impossibilità per la Grecia di conseguire e destinare interamente al rimborso del debito un avanzo primario pari a 4,5% del Pil. Un simile impegno è insostenibile, la Grecia non riuscirà mai a rimborsare il proprio debito e nel frattempo la sua popolazione continuerà a sopportare un peso enorme in termine di riduzione del tenore di vita. Ed è proprio l’impegno all’austerità che rende impossibile far crescere l’economia in modo da generare un tale surplus. E’ una battaglia politica ma anche di pensiero, tra due opposte visioni del modo di funzionare del sistema economico. Le misure (riduzione evasione fiscale e corruzione, riforma fiscale, riforma delle pensioni, revisione della spesa pubblica) contenute nel piano presentato dalla Grecia e accettate dall’Eurozona non possono certo cambiare la realtà delle cose. Fra quattro mesi questo nodo tornerà sul tavolo e i giochi si riapriranno, sicuramente in un quadro economico reso decisamente migliore dal lancio del Qe da parte della Bce e dal calo dell’euro e del petrolio.

Mario Zanco

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