Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Anche nella scelta per la Royal Girl, Elizabeth batte Diana

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elizabethPer quanto cianciamo di superamento del fascino discreto della monarchia, in un mondo dove questa forma di governo è decisamente minoritaria, gli eventi degli ultimi giorni ci hanno dato la prova che la nascita di una Royal Girl costituisce comunque un avvenimento dilagante, capace di ‘occupare’ media di ogni genere e qualità, dai più togati a quelli popular. Quando, poi, si è trattato di sapere il nome prescelto, son scesi in campo persino i siti di scommesse; c’è anche stata una proliferazione di sibille e di aruspici che, scrutando il cielo, ricostruendo le genealogie, sviluppando arzigogolate teorie sui nomi che la Mamma della bebè da piccina aveva dato alle sue bambole le ha sparate di tutti i colori e le qualità, compresa Samantha con l’acca e Jessica con la ‘gei’. Non c’è stato neanche tanto da aspettare che, con una metodologia quasi renziana, il web si è riempito del tweet che ha sciolto l’arcano: quasi in contemporanea con la nascita dell’Italicum (che chiameremmo Eatal – icum), la puella di Albione ha ricevuto tre nomi che, messi insieme, rappresentano un capolavoro di cerchiobottismo da fare invidia persino alle convergenze parallele del miglior Alfano.

Dunque: Charlotte, come il nonno Charles, che sta quasi mummificandosi in attesa che quella sua mamma troppo arzilla si decida ad abdicare. A morire non se ne parla proprio, visto che nonna Elizabeth, Regina madre, è trapassata a 100 anni e passa. Sembra quasi un salto all’indietro di secoli, quando, per motivi dinastici, si tramandavano i nomi una generazione sì ed una no. Qualora un’improvvisa moria si abbattesse sui Windsor (che hanno da secoli celato il cognome di origine, Hannover, troppo marcatamente tedesco per piacere ai sudditi, tenaci adoratori della centralità dell’Inghilterra), facendo saltare un paio di generazioni, e partire il fratellino George per Plutone, onde creare un nuovo Commonwealth, c’è sempre una Charlotte in canna per cui cantare ‘God save the Queen’. Pare quasi stonato questo richiamo a Carlo, ectoplasma politico, capace di entusiasmarsi solo sui temi ambientalisti e su argomenti che è bene non indagare troppo; non dimentichiamoci, inoltre, la sua attrazione troppo fatale per la ormai vecchia nuova moglie Camilla.

Sua madre, consapevole di ciò, stringe i denti e fa di tutto per traghettare il Regno nelle mani di William, il papà di Charlotte Elizabeth Diana; che, grato di questa resistenza silenziosa, la gratifica elizabethdel secondo posto nell’elenco di nomi della figlia: naturalmente, il giovane duca di Cambridge non ha visto la fatidica scena di Massimo Troisi, in ‘Scusate il ritardo’, altrimenti la sua Royal Girl l’avrebbe chiamata Ada, o Ida, o Lea, o Eva… Anzi, per mandare un messaggio forte e chiaro alla detentrice dello scettro di famiglia, quello sovrastato dalla Croce, simbolo del potere temporale del Re, dov’è incastonato il diamante Cullinan I (o Stella d’Africa), il diamante tagliato più grande del mondo – un giocattolino da 530 carati – il secondo nome della bebè è proprio il suo, Elizabeth. Una carezza da parte di un affettuoso nipotino, grato alla matriarca di famiglia perché gli sta tenendo caldo il trono? Oppure un calcolo cinico, maturato in casa della famiglia Middleton, capace di far dimenticare che un rivolo di sangue nelle vene della neonata si ricollega direttamente a qualche avolo minatore?

Emblematico anche il terzo nome, Diana: tutti si aspettavano addirittura che fosse il primo, o, al massimo, il secondo. Invece, come in precedenza, la Regina in carica ha sorpassato la ex nuora, colei che non le stava neanche tanto simpatica, in quanto teatrale nelle sue ribellioni alle ferree regole delle apparenze da salvaguardare. Diana, ovvero colei che ha dato all’immagine reale più grattacapi di quanto ne avessero creati la sommatoria di tutta questa genia Windsor, composta da dilaganti deragliatori di professione: nonni, zii, cugini, prozii, e parenti fino alla settima generazione. D’altronde, chi muore giace… e chi vive si chiama Charlotte Elizabeth Diana.

Maria Pia Donati

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