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Abraham Lincoln

Al Mac tributo a Walter Zanini, ponte tra Brasile e il mondo

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dal nostro corrispondente in Brasile

San Paolo, Brasile. Il Mac, il museo d’arte contemporanea, uno dei musei più prestigiosi del Brasile offre un tributo a Walter Zanini, suo storico direttore dal 1963 al 1978. È un tributo a un grande intellettuale brasiliano ma non solo, e’ un tributo a un certo modo di fare cultura e di osservare il mondo rappresentandolo in uno spazio definito, un viaggio in un territorio senza confini, come senza confini sono l’arte e la cultura. E il cognome di questo intellettuale tradisce le sue chiare origini. Ma leggendo la sua biografia e i suoi scritti ci si rende subito conto che siamo di fronte a una figura figlia del mondo prima che figlio del Brasile. Nato nel 1925 a San Paolo passa una parte della sua vita a Parigi, dove si laurea e inizia la sua carriera di docente universitario per tornare a San Paolo come professore titolare presso l’università di Sao Paulo appunto.

Walter Zanini, storico del direttore del Mac

Il suo eclettismo e la sua vivacità culturale lo portano da un lato a spaziare con grande facilità dalla storia alla critica, dalla cultura italiana alla storia dell’arte brasiliana, dal teatro al cinema, alle arti visive. Da al “suo” museo un’impronta visionaria per quei tempi e ancora oggi avveniristica. Concepisce il museo non come un luogo statico di rappresentazione ma come un corpo vivo, come un arteria in cui scorre il sangue dell’innovazione. Così sarà la “Jovem Desenho Nacional” frutto delle sue relazioni internazionali, con arte sperimentale, legata alla video arte. Così saranno le biennali da lui curate. Fu un grande stimolo per giovani intellettuali e artisti brasiliani che si misuravano con la politica del tempo, con le rivoluzioni culturali che inondavano l’occidente e che trovavano nel museo un punto di incontro mai banale e sempre in movimento.

walter zanini

27sima Biennale MAC di San Paolo – photo by: Ethnocentrics (https://www.flickr.com/photos/ethnocentrics)

 

Abbiamo camminato in quel museo e salito i suoi 7 piani e abbiamo respirato quell’aria sempre più rara nei nostri musei; l’atmosfera del continuo cambiamento, della realtà che muta di continuo, dell’assenza di staticità e di convenzionalita’ che spesso è assenza di creatività.  Da italiani siamo orgogliosi di quel cognome, da amanti del Brasile scopriamo sempre di più la grande eterogeneità della cultura di questo paese, da osservatori pensiamo che tanti nostri musei hanno ancora qualcosa da capire. lo scorso anno Walter Zanini è morto ma con questo museo rimane una sua impronta del passato e anche una strada per il futuro.  Una prova in più che il Brasile come è nel nostro immaginario collettivo è una cartolina sbiadita e convenzionale. Come diceva Carlos Drumond de Andrade , raccontato da Tabucchi nel suo ” viaggi e altri viaggi”, quella immagine stereotipata non è reale. Il Brasile è molto di più.

 

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Alessandro Battisti

L'Autore

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