"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Brasile, una storia italiana

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brasile 1Il 4 novembre 1949 un ingegnere italiano fondò la “Companhia Cinematografica Vera Cruz” nell’ambito di un forte rinnovamento culturale sotto l’impulso riformatore della borghesia progressista di San Paolo. Franco Zampari, un visionario colto e appassionato trovò in Francisco Matarazzo, un altro italiano un socio di quella splendida stagione che ancora oggi traccia un segno indelebile nella cultura brasiliana. Non solo cinema: rifondarono Il Museu de Arte Moderna e il Teatro Brasileiro de Comedia. Altri italiani furono artefici di quella esperienza: Adolfo Celi, Luciano Salce, Ruggero Iacobbi, Flaminio Bollini Cerri e altri. Tra questi Celi visse 15 anni in Brasile, sposò Tonia Carreiro, una attrice brasiliana.

Sul piano culturale l’esperienza di Vera Cruz fu per certi versi una vera e propria rivoluzione per la cinematografia brasiliana e una assoluta innovazione dal punto di vista industriale. Chiamato da Zampari, Celi esordi’nel 1950 con “Caicara”. Il film ebbe molto successo perche’, per la prima volta, migliaia di spettatori brasiliani videro non la solita commedia musicale cui erano abituati, ma una storia drammatica. Non meno successo ebbe “Tico-Tico no fuba'” .
In Brasile Celi diventò una delle figure più rappresentative del Teatro de Comedia Brasileiro fondato da Zamparo, dirigendolo per molti anni e portando in scena autori come Pirandello o Sartre. Fonda poi la compagnia teatrale Celi-Carrero-Autran girando tutto il Brasile.  La storia è raccontata bene nel film-documentario “un uomo fra due culture” girato da Leonardo Celi, figlio di Adolfo.

L’esperienza culturale di Vera Cruz visse anche di vivaci polemiche. Il cinema di Vera Cruz di fatto rompeva con la tradizione popolare del cinema brasiliano, prevalentemente carioca, e con quella forte caratterizzazione sociale che lo aveva caratterizzato. Vera Cruz propose una drammaturgia moderna e un linguaggio universale, non ideologico, diremmo oggi.  Sul piano industriale il tentativo fu quello di importare in Brasile il modello Hollivoodiano e porto’alla costruzione di moderni e imponenti studi cinematografici cui parteciparono Alberto Cavalcanti e tecnici di valore internazionale tra cui gli italiani Aldo Tonti, Alberto Pieralisi, Amleto Daisser , Ugo Lombardi e Gianni Pons. Dei 18 film di Vera Cruz il 50% fu diretto da Celi, Salce, jacobbi, Bollini Cerri, Pieralisi, Lombardi e Pons.

Purtroppo Zampari e Matarazzo non fecero i conti con la realtà del mercato brasiliano di allora ancora forse brasileimmaturo per una cinematografia cosi’sofisticata e Vera Cruz non resse l’impatto con le esigenze del mercato.
Ma il tempo è galantuomo e oggi quella esperienza rimane come una pietra miliare della cinematografia brasiliana che piu tardi incrocio’di nuovo il cinema italiano con il legame tra Neorealismo e Cinema Novo. Non vi è dubbio poi che Zampari e Matarazzo furono due visionari nell’accezione più alta del termine. Due italiani che portarono in Brasile cultura e ricchezza, non disgiunte. La loro visione fu, forse, troppo avanzata ma le loro sono due bellissime storie di eccellenza italiana in un grande paese come il Brasile.

Alessandro Battisti

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