Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Scozia. Braveheart delude al duello in tv

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Alex Salmond, Cuore Impavido, non ce l’ha fatta. Non è stato all’altezza di William Wallace a Sterling Brigde prima della storica battaglia contro gli inglesi. Il primo duello in tv sul referendum che si terrà il 18 settembre per decidere si o no all’indipendenza della Scozia è stato vinto ai punti dal suo avversario Alistar Darling, leader del fronte filo britannico. Sono stati accesi i toni del  dibattito televisivo ma non tascinanti. A poterlo seguire in diretta sono stati soltanto i telespettatori di Stv, emittente di Glasgow. Il resto del mondo, Regno Unito compreso, ha dovuto seguire il confronto in streaming su internet.

Il futuro del paese in 90 minuti tv

scozia.futuroquotidiano.comIn novanta minuti, il tempo di una partita di calcio senza i supplementari,  Salmond e Darling hanno passato al setaccio i principali pro e contro che porteranno tra meno di due mesi  i cittadini scozzesi alle urne per decidere le sorti future del proprio paese. Si arriverà all’indipendenza dal Regno Unito?

Dai sondaggi Darling in testa ma Salmond rimonta

I sondaggi che davano per favorito il fronte anti indipendentista sembrano essere confermati dopo il dibattito televisivo di ieri sera. Le ultime stime Ipsos Mori per l’emittente Stv collocano infatti al 56% i favorevoli all’unione contro il 44% dei pro indipendenza. Non ci sarebbero stati però dei veri vincitori. I numeri mostrano una percentuale stabile per i sostenitori di Darling, senza alzi nè ribassi, a differenza del fronte dei sì che si è aggiudicato un aumento di 4 punti, fino ad arrivare al dato attuale del 44%. Cifre non diverse dal sondaggio Icm per il Guardian, che comunque conferma Salmond la palma per il maggior carisma, 47%  di gradimento personale contro il 39% dell’anti indipendentista.

Tre punti chiave sullo scontro referendum

Economia, moneta e tasse sono state le tematiche su cui si è focalizzato il duello con Salmond che ha continuato a sottolineare tutto il tempo che è arrivato il momento in cui Glasgow venga governata dagli scozzesi, perchè “nessuno potrà fare un lavoro migliore in Scozia se non chi ci vive e lavora”.  Sicuro dell’enorme vantaggio che deriverà dalla secessione il premier, sul fronte moneta, ha ribadito che si continuerà a utilizzare la sterlina, essendo questa tanto inglese quanto scozzese, e ha annunciato piani  di riserva. Una commissione del governo scozzese starebbe vagliando tutte le opzioni.

Il futuro della Scozia per Darling

Darling ha ribattuto punto per punto. Ma soprattutto ha detto che la questione dell’indipendenza mette in gioco il destino delle generazioni future scozzesi e non solo. “Se prendiamo questa decisione – ha osservato – non ci sarà poi modo di tornare indietro. Ci sono delle volte che per amore della nostra famiglia e del nostro paese è meglio dire di no”. Il partito anti indipendentista ha prospettato infatti un futuro nero per il paese qualora la maggioranza al referendum votasse per il si. Si andrebbe incontro a una forte crisi sul piano economico e monetario, soprattutto se non si riuscisse a mantenere l’uso della sterlina. E cosa ne sarebbe a quel punto della Scozia?

Accordo anti indipendenza

L’alternativa? Come era prevedibile Darling ha tirato fuori dal cilindro l’accordo siglato tra il primo ministro britannico, David Cameron, dal vice primo ministro e guida del partito liberaldemocratico Nick Clegg e dal leader del Labour Party, Ed Miliband. Un patto che mira ad aumentare, e di molto soprattutto sul piano fiscale e della sicurezza, i poteri del parlamento scozzese in caso di vittoria del fronte del no al referendum. Il conto alla rovescia è iniziato, i discendenti di Braveheart hanno pochissimo tempo ormai per decidere il loro avvenire. Un avvenire che avrà inevitabili ripercussioni anche sui futuri equilibri e scenari geopolitici dell’Europa.

Sara Pizzei

L'Autore

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