Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Cambiamenti climatici, migrazioni e debito dei paesi poveri

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Presso la sala Zuccari del Senato (Palazzo Giustiniani), s’è tenuto il convegno internazionale sul tema “Politiche efficaci per evitare migrazioni climatiche di massa ed eradicare il debito dei Paesi poveri compensandolo con il loro credito climatico”: organizzato dal Consorzio mediterrae” ( associazione no-profit che realizza progetti di rilievo sociale, ambientale e umanitario, già distintasi, nei mesi scorsi, per la difesa degli ulivi pugliesi) in collaborazione col Rotary Club, l’ Inner Wheel ( associazione femminile fortemente legata al Rotary) e l’ I.I.E.E., ente intergovernativo nato in Brasile. I lavori si sono aperti con la lettura d’una toccante lettera di saluto da parte del Prof. Santo Mancuso, presidente mondiale dell ‘ I.I.E.E., “International Institute of Strategic Researches”.

Tema complesso, questo del convegno: “che”, ha spiegato in apertura l’ingegner Roberto De Pascalis, Presidente del Consorzio, “affrontiamo guardando soprattutto al rapporto tra migrazioni legate anche ai mutamenti climatici e debito del terzo Mondo”. Rapporto in che senso? “Oggi- ha proseguito De Pascalis – il peggioramento mondiale delle condizioni climatiche e ambientali (effetto serra, scioglimento dei ghiacciai, ecc…) può concorrere a incrementare l’emigrazione dal Sud verso il Nord del mondo: peggiorando la situazione che già vediamo in Italia e in altri Paesi d’accoglienza. Da qui l’idea – che lanciamo – da un lato di utilizzare finalmente gli ingenti fondi che l’ONU ha a disposizione per riparare ai cambiamenti climatici. Dall’ altro, di proporre una rinegoziazione dei debiti dei Paesi poveri mediante la compensazione tra il loro “credito ecologico” ( cioè la quantificazione dei danni ambientali e climatici che spesso han subito, per decenni, causa lo sviluppo forsennato di altri: caso tipico, il Burundi, rovinato a suo tempo dalle rapaci dominazioni tedesca e belga ) e il loro debito con l’estero. Questa e altre proposte concrete ( che abbiam già inoltrato a vari ministri, anzitutto a quello dell’ Interno) permetterebbero di varare una strategia d’ aiuto ai Paesi poveri ( che abbiamo il dovere d’aiutare) rendendo in ultimo superflua l’emigrazione verso i Paesi piu’ ricchi”.

“Nell’ enciclica “Laudato si”, Papa Francesco – ha sottolineato il prof. Raffaele Coppola, avvocato della Santa Sede – si sofferma molto sui problemi ambientali, ma anche su quelli sociali: rilevando come il debito dei Paesi del Terzo mondo è divenuto ormai un inquietante mezzo di controllo politico del Sud del pianeta da parte del Nord. I gruppi piu’ o meno occulti di potere esoterico-finanziario, poi, peggiorano gravemente la situazione( oggi, oltre la metà del danaro circolante in tutto il mondo è in mano a soli 12 plutocrati!). Ma l’ Italia potrebbe giocare un ruolo rilevante nel cambiare questa situazione: se il Governo (con l’auspicabile appoggio della S. Sede) si decidesse a promuovere ( come previsto proprio da una legge della Repubblica, la n.209 del 2000, “Misure per la riduzione del debito estero”) la richiesta, alla Corte Internazionale di Giustizia de L’ Aja, di pronunciarsi sulla legittimità delle attuali norme internazionali regolanti il debito del Terzo Mondo”.

Natalino Ventrella, amministratore delegato del Consorzio, richiamata l’ attenzione sul pericolo ( vedi “L’Osservatore Romano”, dicembre 2016) che, da qui al 2050, il surriscaldamento della terra produca 350 milioni di migranti, ha illustrato la proposta di realizzare, coi fondi per i cambiamenti climatici stanziari dalla Cop 21, la Conferenza ONU di Parigi dell’autunno 2015 ( peraltro ancora priva di potere coercitivo verso gli Stati), una catena di villaggi produttivi standard sperimentali (VPSS), autosufficienti economicamente e dotati idricamente, nei Paesi piu’ poveri del mondo ( Burundi, Guinea Bissau, Uganda) . Coinvolgendo , gradualmente, le principali organizzazioni mondiali (FAO, Banca mondiale, FMI, BCE, ecc..), e puntando a realizzare, entro 60 anni, 12.000 villaggi sostenibili, dediti soprattutto ad agricoltura, zootecnia e attività connesse.

Lucio Barani, senatore membro di varie commissioni parlamentari, già sindaco di Aulla e Villfranca in Lunigiana ( Massa Carrara), ha evidenziato lo stato di grave impreparazione, sui questi temi, delle forze politiche e dello stesso apparato statale. L’ing. Francesco Palmisano, collaboratore del Consorzio Mediterrae, ha citato le proposte – per attuare gli obbiettivi previsti da Parigi 2015 – d’ un Piano strategico nazionale per il contrasto dei cambiamenti climatici, e d’ una vera e propria “Task Force in Difesa del Clima e dell’ Ambiente”: che possa avvalersi , come previsto anche dalla relativa Direttiva Europea, dello strumento militare, per applicare le scelte del Piano strategico. E’ seguìta. in ultimo, una degustazione di tipici prodotti mediterranei ( pane, mozzarella, vino, olio): offerta dalle imprese pugliesi “La bufalina DOP” di Bitonto, il frantoio oleario “Fratelli Santorio S.R.L. e l’ azienda vinicola “Terra del guercio”.

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