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Gianni Rodari

Censurato server. Russi d’Italia senza più email

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I cittadini russi che vivono in Italia non hanno più accesso alla loro account email. Abbattuto dalle autorità italiane, il principale server di posta elettronica russo è down, oscurato. La notizia ha dell’incredibile, ma è proprio così: il principale portale internet russo mail.ru è stato letteralmente vietato in Italia, reso inaccessibile. Mail punto ru ha un peccato originale: consente ai suoi utenti di caricare liberamente file host, attività posta fuori legge da un’ordinanza del Tribunale di Roma della settimana scorsa. E così, incolpevolmente, i russi d’Italia sono tagliati fuori dal web di casa loro. Al buio, all’improvviso e senza spiegazioni, come innocenti piccole matrioske contenute dentro la matrioska maggiore, tutti i cittadini che dalla Russia si sono spostati in Italia sono deprivati dell’accesso alla corrispondenza elettronica.
Penalizzati normali utenti. Gravi i danni economici
I primi utenti, spaesati, hanno pensato a un problema di accesso web. Ma le verifiche tecniche e poi l’intervento dell’Osservatorio della censura su internet di Marco D’Itri ha reso nota la vicenda. Cosa è successo? Che il 14 luglio, su istanza di un distributore cinematografico italiano, è stato disposto dal Gip di Roma il sequestro conservativo di 25 siti internet dai quali era possibile scaricare i due movies gestiti dal distributore che ha sollevato il caso, e nel calderone è finito Mail.ru, dal quale si poteva fare hosting rispetto ad alcuni dei siti di free download . Da un punto di vista legale, quindi, la pezza d’appoggio c’è: la tutela del diritto d’autore è sacrosanta in Italia come altrove. Il problema è che questa tutela di fatto qui non esiste. Esistono invece provvedimenti di censura che sparano nel mucchio, penalizzando gli utenti di normali servizi email – mail.ru futuro quotidianoincluse le mail di lavoro, l’home banking, le comunicazioni private, con tutto il disagio e il danno economico derivante. Chi è solito scaricare video on line può stare tranquillo: da non dilettante del computer saprà come aggirare i filtri: le procedure per modificare le coordinate dns del proprio pc sono note agli appassionati.
Al “buio” l’ambasciata, l’accademia russa, gli uffici Aeroflot
Chi è effettivamente colpito e affondato dalla censura è invece l’ignaro utente che usa il sito mail.ru nelle sue cento comunicazioni di tutti i giorni, per accedere ai diversi servizi del portale, equiparabile ad un provider di servizi online generalista come gli italiani libero.itvirgilio.it, ma con qualche milione di utenti in più. Ambasciata russa, uffici dell’Areoflot, Accademia di lingua russa e sede Gazprom, tra i tanti altri, sono rimasti al buio: inibito loro l’accesso dall’Italia al principale portale internet. Per quale ragione si è deciso di non operare esclusivamente sullo specifico ip di accesso ai movies proibiti in Italia anziché oscurare l’intero portale? Mistero.
Dietro provvedimento quale ratio?
Stesso dilemma se lo pongono gli utenti del sito mega.co.nz, portale di host drive dove è possibile condividere files fino a 50 kb, molto usato sul lavoro tra colleghi perché consente di superare i tradizionali 10kb di massima capacità di allegati dei portali mail più diffusi nelle aziende. Anche in questo caso c’è da chiedersi quale sia la ratio adottata dalla Magistratura, che ha colpito come se internet fosse un terreno di gioco per ragazzi o la terra di nessuno dove tutti aggirano le regole, sottraendo con un colpo di penna a molti qualcosa di perfettamente legale. Sbagliatissimo, internet è uno strumento di lavoro indispensabile sempre e per tutti, nel privato e nel pubblico. Oltre all’inefficacia del sistema di filtro preventivo deve allora evidenziarsi anche l’arretratezza culturale che sta dietro questi provvedimenti, sintomatici di un’Italia arretrata di cui non vorremmo più parlare.
Aldo Torchiaro

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