Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Cina primo esportatore mondiale

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La Cina solo 30 anni fa era una economia chiusa ed è stata stimolata dall’occidente a contare di più nella storia internazionale. Oggi la Cina smuove la carte, disorienta, è un attore eccentrico con grande storia e cultura e si è avventurata nel mondo della concorrenza e della globalizzazione attraverso una politica assertiva. Il Presidente Xi si conferma l’alfiere della globalizzazione. La Cina è sbarcata sullo scenario politico ed economico internazionale ed è il primo esportatore mondiale, la prima cassaforte mondiale e detiene in modo importante il debito di molte nazioni nel mondo. La “nuova via della seta”, terrestre e marittima, metterà strettamente in contatto le economie di Europa ed Asia, 10.236.000 km quadrati l’Europa, e 44.300.000 di kilometri quadrati l’Asia, un continente che non avendo una netta separazione geologica e geografica può essere definito unitario, con la più grande estensione del mondo. L’Europa è oggi la prima destinazione degli investimenti cinesi- tra il 2005 e il 2016 la Cina ha investito nel vecchio continente ben 164miliardi di dollari a fronte dei 103miliardi investiti negli Stati Uniti.

La Gran Bretagna è il Paese dove la Cina ha investito maggiormente con 23.6miliardi di euro, segue la Germania con 18.8 miliardi di euro,e l’Italia che ha beneficiato di 12.8miliardi di euro, seguita dalla Francia interessata agli investimenti cinesi per 11.4miliarid di euro. Secondo recenti ricerche e studi questi investimenti sono destinati ad aumentare. Ma cosa vengono a fare i cinesi in Europa? Mercato. Il Mercato europeo è ampio e sofisticato, le tecnologie avanzate europee hanno permesso ai cinesi di entrare nei mercati internazionali con un alto standard di competenze, e disegnare la nuova politica economica. Attraverso gli investimenti esteri la Cina è quasi uscita dall’orbita del sottosviluppo ed è pronta a decollare e a dominare sulla scena internazionale. Il Paese è uscito dall’ossessione della crescita, ora attraversa il periodo della maturità economica. Gli investimenti  da capogiro cinesi hanno trovato  il loro approdo nei  porti del Vecchio continente, e nelle reti ferroviarie che uniscono dall’Asia al Portogallo. La nuova via della seta offre all’Italia l’opportunità di essere il Paese di conclusione della via marittima. L’opzione adriatica con Venezia e Trieste e quella tirrenica con Genova, Savona e Livorno sarebbero di grande utilità all’Italia, se la merce in arrivo viene sdoganata  nel nostro Paese l’Italia riceve i dazi, incrementa la forza lavoro e soprattutto è il primo Paese della filiera nel posizionamento delle merci verso gli altri Paesi.

Il sistema portuale italiano sarebbe in grado di ricevere e di lavorare merci e prodotti provenienti dall’estero, servono soltanto una buona organizzazione e una seria  riforma doganale per ridurre la burocrazia. L’Italia è una delle migliori controparti logistiche sul Mediterraneo perché ha molti porti, molti più della Francia e della Spagna. Forse non tutti sanno che dal 1966 attivata nel 1967, in Italia è attiva una rete a Trieste dove passa il 100% del petrolio destinato alla Baviera, il 90% di quello destinato all’Austria e il 40% di quello della Germania. Purtroppo dobbiamo dire che dire che i nostri porti vengono sfruttai al 50% delle proprie capacità a causa dei blocchi doganali, della burocrazia e di una sottostimata organizzazione.

La Cina copre il 50% delle ferrovie mondiali con treni ultra veloci e raggiunge quasi tutta l’Europa e noi restiamo incastrati all’idea se costruire o no il ponte sullo stretto Messina o migliorare la viabilità della Salerno –Reggio Calabria.  Forse pochi sanno che la Cina con la “Digital Silk Road” ha costruito una rete digitale  sottomarina di 25mila km, rete che collega tutti gli Stati dall’Asia all’Europa ed ha come punto di approdo Bari.

Con questa rete si trasporta la tecnologia 5G con copertura dal 2022. Questi dispositivi permetteranno una comunicazione digitale molto veloce, permetteranno l’utilizzo di dispositivi mobili dinamici, riducendo i tempi di resa fino a 100 volte. Un grande balzo tecnologico e la svolta italiana potrebbe arrivare proprio dalle autostrade digitali, dalle nuove tecnologie. Siamo nell’era dell’informatica. Alibaba nel giorno del “Singol Day” ha chiuso acquisti per 23miliardi di dollari, 320mila transazioni al secondo di cui il 30% fatte su smartphone. Noi ci perdiamo nella burocrazia. Se non decidiamo in fretta cosa vogliamo fare in modo dinamico e costruttivo resteremo il fanalino di coda di un mondo che cresce e si evolve alla velocità della luce.

 

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