Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Cittá del vino. Gli 11 vincitori del premio intitolato a Nino D’Antonio

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Dopo un’attenta valutazione e una difficile scelta, la giuria del concorso letterario “Racconti intorno al vino”, ideato dall’Associazione nazionale Città del Vino per onorare la memoria di Nino d’Antonio, Ambasciatore di Città del Vino dalle poliedriche qualità: storico, scrittore e saggista, ha selezionato 11 opere vincitrici, tra queste, anche un originale racconto in versi che ha ottenuto una menzione speciale.

I racconti selezionati saranno inseriti in un’antologia edita dalla casa editrice Jolly Roger che si occuperà della distribuzione del libro che sarà ordinabile in tutte le maggiori librerie italiane e anche negli shop online. Ecco i nomi dei vincitori (in ordine alfabetico) e i titoli delle opere:

Antonella La Sala – Il tesoro di famiglia

Antonio Bottegal – Il Conte Malavogli

Antonio Di Santo – La voce dei vigneti

Daniele Godio – I soliloqui di Prospero

Francesco Fiori – La vendemmia degli amori

Gianfelice D’Alfonso Del Sordo – Siamo Stati Uniti dal vino

Luigi Iovino – La Catalanesca tra vino e amore

Michele Giordano – Maturo

Pierfranca Lattuada – La strada per Pietralta

Stefania Panza – Pellegrino e la questione piemontese

Menzione speciale

Antonio Di Biase – Racconti in versi di viaggi nelle terre del vino

 

“Ringrazio tutti gli autori che hanno inviato le loro opere – ha detto il Presidente di Città del Vino Angelo Radica – per il loro impegno e per l’alta qualità dei loro racconti. Faccio i miei complimenti agli autori selezionati e li aspetto sabato 19 novembre a Duino Aurisina (Trieste) per ritirare il premio in occasione della serata di gala che si terrà nell’ambito della Convention d’Autunno delle Città del Vino”.

Scheda

Era il 21 marzo 1987 quando 39 sindaci si riunirono a Siena per dar vita all’Associazione Nazionale Città del Vino. Erano i sindaci e gli amministratori di Alba, Asti, Barbaresco, Barile, Barolo, Buonconvento, Canale, Carema, Carmignano, Castagneto Carducci, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Diano d’Alba, Dogliani, Dozza, Firenze, Frascati, Gaiole in Chianti, Gattinara, Greve in Chianti, Jesi, La Morra, Marino, Melissa, Monforte, Montalcino, Montecarotto, Montefalco, Montescudaio, Neive, Nizza Monferrato, Ovada, Pramaggiore, Radda in Chianti, Rufina, San Severo, Siena, Treiso d’Alba e Zagarolo. Da nord a sud, piccoli e grandi comuni, città già note nel firmamento enologico e città ancora in ombra; dunque già allora era un campione fedelmente rappresentativo di quel ricco mosaico che è il vigneto Italia.

 

Le Città del Vino confermano ancora oggi la bontà di quella intuizione, idea nata dopo i giorni dello scandalo del vino al metanolo che proprio l’anno precedente, il 1986, gettava nella disperazione un sistema socio economico basato sul vino, causando persino 19 vittime ed alcune infermità permanenti.

 

Il “rinascimento” del vino italiano è partito idealmente proprio da quell’evento negativo; uno scandalo che rappresentò uno dei motivi principali che spinsero quel gruppo di sindaci a far nascere le Città del Vino, intuendo che l’operazione che andava fatta – di carattere culturale, oltre che di marketing – era quella di rendere sempre più forte il rapporto tra vino e territorio, un rapporto che rappresenta ancora oggi l’unicità del vino italiano, la sua originalità assoluta.

Scheda

Nel 1998, sulla spinta del rinnovato interesse per la qualità del territorio intesa come risorsa per le comunità locali, l’Associazione ha prodotto il Piano Regolatore delle Città del Vino che fissò allora due concetti importanti validi ancora oggi: il vigneto è parte fondamentale del paesaggio e così tutte le aree agricole interessate e la sua tutela è strategica per la qualità del territorio e pertanto va programmata nell’azione amministrativa; lo sviluppo locale non può che derivare da una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato fatta di scelte condivise.

L’obiettivo dell’Associazione è quello di aiutare i Comuni (con il diretto coinvolgimento di Ci.Vin srl, sua società di servizi) a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Un esempio concreto è l’impegno per lo sviluppo del turismo del vino, che coniuga qualità dei paesaggi e ambienti ben conservati, qualità del vino e dei prodotti tipici, qualità dell’offerta diffusa nel territorio ad opera delle cantine e degli operatori del settore. Il turismo rurale nelle Città del Vino è in crescita costante. Con oltre 3 miliardi di euro di fatturato stimati e circa 5 milioni di enoturisti (secondo i rapporti annuali dell’Osservatorio sul turismo del vino), l’enoturismo si pone al centro delle politiche di crescita locale. È questa una forma di turismo di esperienza che privilegia la sostenibilità, l’incontro con il territorio, e la conoscenza diretta dei suoi protagonisti: i vignaioli e la gente che qui lavora e vive

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