Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Come riconoscere ed evitare un ‘Figlio del Male’

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C’è un’unica cosa che invidio alla gente che si veste di beige, a parte il coraggio ovviamente, ed è che io ho l’infondata, ma senz’altro giusta, convinzione che la gente vestita di beige sia felice. Non nel senso che intendo io ovviamente, perché per me la felicità è un sentimento pressoché fugace, istantaneo e assolutamente non necessario. Loro sono felici nella misura in cui dopo essersi vestiti di beige possono indossare un orribile piumino lungo fino ai piedi, uno zainetto ed essere in pace con il mondo. Parlano con voce sommessa, giocano ancora a Ruzzle perché sono fedeli e non odiano mai nessuno. Sono tipo degli ignavi ma si vestono da Plasmon.

Adesso il punto è che si accoppiano tra di loro lasciando noi che abbiamo fatto del nero una ragione di vita l’arduo compito della selezione. L’unica cosa semplice di tutta questa storia è che dall’ampia lista si può depennare direttamente la possibilità di possedere un partner beige: perché, a meno che un giorno tu non ti sia fortuitamente travestito da biscotto per Carnevale, loro non ti guarderanno mai.

Il ‘Figlio del Male’

uominiSe questo è in parte rassicurante bisogna dire, d’altro canto, che ciò ci rende inevitabilmente prede appetibili per quelli che io ami definire ‘I figli del Male’. Il ‘Figlio del Male’ è uomo (figlie del male non esistono, le donne sono tante cose ma non figlie del male) tendenzialmente e apparentemente carismatico e ricco di fascino, può avere tendenze più o meno vegetariane (e in quel caso mi sento fortunata perché non mi farei mai abbindolare da un paravegano) e ha la straordinaria abilità di riuscire a spacciarti la sua autocommiserazione per autoironia, oltre che farti credere che l’inferno in cui stai per sprofondare sia in realtà tutto ciò che hai sempre desiderato e che ti sei negata perché sei solo una sociopatica, anche se il vero tratto distintivo sono le sue velleità artistiche.

Le categorie

Il ‘Figlio del Male’ può essere un musicista, uno scrittore, un fotografo o un falegname, ciò non fa differenza perché lui tende a voler costruire perché ha l’amabile predisposizione alla distruzione. Spesso, poiché è dotato di un altissimo tasso d’infedeltà, potrete incontrarlo in una fase della sua vita in cui ha smesso di mettere in pratica tali velleità, quello non è un buon segno, fa solo parte del processo di distruzione esistenziale di se stesso e chi gli sta intorno, solo che mentre lui risorgerà dalle sue ceneri come i migliori zombie, tu passerai il resto del tuo tempo a chiederti come abbia fatto a convincerti che passare del tempo con lui fosse meglio che infilarsi uno stuzzicadenti in un occhio. Perché, sì, la prerogativa de ‘I Figli del Male’, è che è solo quando svanisce l’offuscamento dovuto all’abuso di alcol e logorrea insieme che ti rendi conto di tutto ciò che ti ha realmente fatto subire e che l’unica cosa che lo differenzia dal classico sciupa femmine è la tua sottaciuta vocazione da medico senza frontiere: mentre quest’ultimo ti cerca, ‘Il Figlio del Male’ sei tu a cercarlo. Perché anche se non ti piace ammetterlo hai una spiccata propensione per l’autolesionismo.

uomini-da-evitareAd ogni modo ecco poche semplici frasi per identificare un ‘Figlio del Male’ ed eventualmente risparmiarvi di avere una relazione con lui.

VORREI MA NON POSSO: lui tendenzialmente vi racconterà che nella vita non ha fatto altro che passare da una fidanzata all’altra, millanterà probabilmente di aver avuto solo storie lunghe e serie. Sarete, con vostra immensa gioia, le prime ad avere l’onore di essere proprio quella con cui lui non si fidanzerà mai, anche se vi ringrazierà per sempre per avergli aperto la mente.

NON SO PIU’ CHI SONO: trasforma la noia in disagio esistenziale spacciandosi per uno che in qualche fortuito momento è arrivato a comprendere chi era. Mente, a meno che non sia il primo uomo a riuscire a identificarsi come ‘Figlio del Male’.

NON SEI TU, SONO IO CHE HO QUALCOSA CHE NON VA: questo è lo step che raggiunge dopo non aver trovato la vostra rassegnazione quando vi ha detto che lui vorrebbe, vorrebbe proprio, ma non può. Ed è forse anche l’unica cosa giusta che arriverà a dire durante tutta la vostra relazione: è vero ha qualcosa che non va, probabilmente dovuto a un trauma cranico che nessuno si è mai accorto avesse subito. Quello che non dice è che probabilmente pure voi non scherzate.

MI CAPITA SPESSO DI PENSARE AL SUICIDIO: probabilmente non lo penserà mai tanto quanto voi abbiate pensato all’omicidio, ad ogni modo è solo un tentativo di spostare la vostra attenzione dai sentimenti che avete per lui all’importanza della sua vita. È un modo per farsi lasciare. Ciò che spera che diciate è che forse gli farebbe bene stare un po’ da solo, perché la sua felicità viene prima di tutto.

TI MERITI DI MEGLIO: ecco, probabilmente ha ragione. In fondo chi mai vi augurerebbe di stare con lui per il resto dei vostri giorni, oltre che voi stessi? Ciò che è raccapricciante è l’arroganza che si nasconde dietro questa frase, lui crede di essere nella posizione di poter essere in grado di sapere cosa sia meglio per voi. Proprio lui che della vita non c’ha mai capito niente, come quella volta che ha cercato di convincervi che OK, COMPUTER fosse il miglior disco della storia.

PS: Dopo questo articolo guarderete i Plasmon con occhi diversi!

Martina Di Matteo

L'Autore

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