Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Comincia la grande corsa dell’Aiib, gemella asiatica della banca mondiale

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Jin Liqun, il presidente della Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), ha dato l’annuncio: la Banca che si occupa di investire in Infrastrutture nel Continente Asiatico e non solo, è operativa. Sono 57 i Paesi fondatori tra i quali anche l’Italia.  FQ anticipa l’articolo che uscirà su Cinaitalia di giugno.

L’AIIB è stata istituita formalmente dal 16 al 17 gennaio 2016 in occasione di una cerimonia costitutiva tenutasi a Pechino.  Attualmente vanta un capitale di 100 miliardi di dollari e  finanzierà investimenti infrastrutturali per 10.000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Nel 2016 la AIIB dovrebbe finanziare progetti per 1.2 miliardi di dollari ( di cui una quota rilevante co-finanziata con la Banca Mondiale ) per la costruzione di infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo del continente asiatico. Il suo obiettivo è quello di promuovere una crescita sostenibile e stabile, fondamentale per lo sviluppo del Continente Asiatico e delle Regioni in via di sviluppo aderenti.

I principali azionisti

I membri dei BRICS: “Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica”  sono i principali azionisti con il 30,34% di partecipazioni e la Cina è il principale azionista asiatico, mentre, i membri non asiatici non possono superare il 25% delle azioni. Germania, Francia, Italia, inclusi i maggiori alleati degli Stati Uniti come la Gran Bretagna e l’Australia  sono entrati a far parte dell’Aiib, e la Svizzera ha depositato il 26 aprile scorso lo strumento di ratifica dell’accordo quadro formalizzando la sua adesione all’istituto finanziario.

Gli ambiti applicativi di maggiore interesse

I prestiti, le partecipazioni, le garanzie rappresentano i suoi ambiti principali ha dichiarato il banchiere Jin Liqun, al fine di finanziare investimenti nei trasporti, nell’energia, nelle telecomunicazioni, nell’agricoltura, nello sviluppo urbano e nell’industria, fornire acqua e servizi igienico sanitari puliti, migliorare l’accesso ai porti, modernizzare le strade e le ferrovie, saranno promossi anche progetti infrastrutturali non fisici, come ad esempio sanità e istruzione, progetti infrastrutturali anche nei Paesi emergenti, anche quelli non attraversati dalla nuova “ Via della Seta ” ( cinaforum 14.04.2016) .

La reazione dei  mercati

Sui mercati la Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) viene considerata in contrapposizione alla Banca Mondiale (WB), le cui scelte strategiche sono largamente controllate dagli Stati Uniti e all’Asian Development Bank (ADB) (Giappone),  ma la Aiib non è stata concepita dal governo cinese in opposizione o in concorrenza delle vecchie istituzioni finanziarie internazionali nate dalla conferenza di Bretton Woods, ma per cooperare e affiancarle. Il Presidente della Aiib, Jin Liqun, durante la cerimonia di inaugurazione ha dichiarato: “ stiamo lavorando al co-finanziamento con la WB e la ADB, e forse già da giugno potremo avere un paio di progetti approvati. A tal fine la WB e la Aiib hanno sottoscritto il loro primo accordo quadro di co-finanziamento” (Cinaforum 14.04.2016).

Wej Jianguo ex Vice Ministro del Commercio della Repubblica di Cina e Vice Presidente del China Center for International Economic Exchanges che ha seguito da vicino dal 2013 i progressi della costruzione di questo Istituto afferma che gli obiettivi non sono gli stessi: per la ADB e WB la priorità è rappresentata dalla riduzione della povertà, mentre gli investimenti in infrastrutture sono di minore entità. In un momento in cui l’Asia è assetata di infrastrutture e la domanda è in enorme crescita  la creazione della Banca AIIB potrebbe rivelarsi una manovra preziosa.

In un mondo globalizzato la scelta della Cina si fonda sulla coesistenza e la complementarietà e rappresenta il meccanismo per non entrare in collisione con gli Stati Uniti e con altri Paesi, vuole essere una scelta e un veicolo di integrazione. I Paesi in via di sviluppo, in Asia e altrove, hanno un bisogno disperato di investimenti in infrastrutture, i progetti sono a lunga scadenza, costosi e le risorse della Banca Mondiale e della Banca Asiatica per lo sviluppo sono inadeguate rispetto alle necessità. Pertanto, la Cina che ha investito una piccola parte delle sue riserve estere nell’AIIB,  vuole essere una protagonista responsabile e creando l’AIIB sta facendo esattamente questo.

Più di 30 le richieste di adesione

Attualmente ci sono più di 30 Paesi che attendono di essere accettati nella Aiib, ha detto il Presidente Jin Liqun, ci stiamo lavorando, e la loro ammissione sarà perfezionata prima della fine di questo anno. Ma gli USA non hanno fatto ancora richiesta di adesione.  Il Presidente Jin ha detto: “di essere  paziente e di attendere la decisione degli Stati Uniti a far parte di questa grande iniziativa, ma se anche gli Stati Uniti decidessero di non aderire, questo non significherebbe che non saremmo comunque in grado di lavorare insieme. Io credo fermamente che AIIB non possa essere una porta di accesso per le frizioni tra Cina e USA . E’ sicuramente il contrario. AIIB è la nuova piattaforma  per la Cina, gli Stati Uniti, il Giappone  e molti altri Paesi per lavorare insieme”.

Jack Lew, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato che Washington teme che la nuova banca possa non rispettare “ i parametri più stringenti a livello globale “ in termini di governance e di attività di prestito con una corsa al ribasso sugli standard. Si può supporre però che il vero timore degli Stati Uniti sia che la Cina abbia creato una istituzione che indebolisca la loro influenza sull’economia globale. Ma Jack Lew non considera che gli Stati Uniti dagli anni dopo la seconda guerra mondiale danno prova di saper costruire istituzioni moderne al passo con i tempi.

Gli Stati Uniti hanno criticato la Gran Bretagna per l’adesione alla AIIB e perché si mostra costantemente accomodante nei confronti della superpotenza nascente. Ma se non sei accomodante sei conflittuale e i britannici hanno compreso che l’ascesa economica cinese è benefica.

Il Mondo contemporaneo è cambiato rapidamente negli ultimi 30 anni. Nel 1980  il 64% della produzione mondiale aveva origine nei Paesi industrializzati, contro il 26% dei Paesi classificati emergenti, nel 2014 la produzione dei Paesi emergenti aveva già superato quella dei Paesi industrializzati. Entro il 2018 la produzione mondiale dei Paesi industrializzati sarà del 40% (pubblicazioni FMI ). È necessario un nuovo approccio alla cooperazione. Una Asia stabile e che cresce è una fortuna, mentre un continente con un mercato turbolento e in declino porterebbe soltanto problemi. L’Asia è il continente che a livello macroeconomico cresce di più e una stabilità e una sicurezza messe in pericolo creerebbero un problema per tutte le economie emergenti. La presenza della Cina , il suo sforzo e il suo impegno sul mercato contribuiscono  a schiudere nuove prospettive economiche, perché la politica cinese non è di collisione ma di integrazione.

Il mondo va avanti e anche con l’ascesa di nuove potenze questo processo non si fermerà.

La Banca Asiatica di Investimento per le Infrastrutture ha collegato la forza di 57 Paesi al fine di creare comunemente una prospettiva futura di sviluppo pacifico. Questa nuova istituzione ha adottato un sistema democratico di lavoro, una via per lavorare insieme, senza che nessuno abbia potere di veto. L’Asia da sola necessita di 800 miliardi di investimenti in infrastrutture da oggi al 2020, e l’istituzione di una governance  multilaterale rappresenta l’unica strada per realizzare questo ambizioso progetto.

Xi Jinping, Presidente della Cina, presente alla cerimonia di inaugurazione ha detto: “questo è un momento storico” “oggi esiste una istituzione finanziaria che sarà lieta di aiutare ogni Paese che ne avrà bisogno”.

Forse, in un futuro non lontano l’economia e la finanza mondiale potrebbero essere gestite con il contributo di tutti i Paesi del Mondo. Un governo globale dell’economia e della finanza “ responsabile “ potrebbero essere il veicolo per far progredire la pace e lo sviluppo economico di tutti i popoli.

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