Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Craxi a FQ: “Al Quirinale un ex Primo Ministro. Amato? Non so”

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Pochi giorni e sapremo il nome del nuovo Presidente della Repubblica. Anche se quelli di Giuliano Amato e Romano Prodi sembrano – insieme a quello di Mattarella – essere tra i più favorevoli per i bookmaker nostrani. Ciononostante, spesso, come è solito dirsi per altre elezioni, chi entra papa in conclave esce cardinale. E viceversa. Quindi la partita è ancora tutta da giocare. Soprattutto per Renzi e Berlusconi che, per motivi decisamente diversi ma comunque di sussistenza politica, hanno una grossa posta in palio puntata sul Quirinale. A fare il punto con Futuro Quotidiano sulle reali possibilità di Giuliano Amato è Bobo Craxi, esponente del Psi.

bob craxi

Prima di tutto: pensi veramente che Amato possa diventare il prossimo presidente della Repubblica?

Fino a 24 ore fa ti avrei detto sì, dopo il voto sulla legge elettorale sono meno sicuro. Certo è che Amato è tra i più indicati: risponde a delle caratteristiche che sono in questo momento idonee per una figura super partes.

Che orizzonti vedi dopo questo voto?

E’ chiaro il rafforzamento del patto del Nazareno e l’indebolimento del Pd.

In che modo?

Se c’è una volontà così chiara di dare vita a leggi elettorali e di carattere finanziario, è evidente che ci sia una convergenza di interessi centristi che trova Renzi e Berlusconi sulla stessa direzione di marcia. In più si sta avviando una fase di scontro all’interno del Pd propedeutica ad una scissione, visto il dissenso così vasto.

Torniamo ad Amato. Perché Renzi dovrebbe proporlo come Presidente?

Renzi non lo propone, ma se coglie l’elemento maggioritario in diversi schieramenti non può che fare propria la sua candidatura.

Magari anche su consiglio del Presidente dimesso Napolitano, che tra l’altro ha scelto al Senato di sedersi tra le fila del gruppo misto in cui c’è anche il Psi. Un segnale?

Certamente andrebbe in continuità con il novennato di Napolitano, che d’altronde rimane il padre nobile di questa legislatura, al di là delle sue dimissioni.

Quale sarà il nuovo ruolo di Napolitano nelle vesti da senatore?

Continuerà ad esercitare un ruolo di garanzia seppur in una posizione diversa. La sua elezione è stata straordinaria come le sue dimissioni. E anche in ragione di questo la figura che si deve scegliere deve rappresentare un percorso di continuità e di rinnovo del patto di lealtà tra la presidenza e il Parlamento.

Se non dovesse essere lui, quali sono i reali pretendenti e le qualità che dovrebbero avere per essere eletti?

Ci vuole una persona che abbia una significativa esperienza in campo europeo, e solo gli ex primi ministri ce l’hanno. Qualsiasi personaggio al di sotto rappresenterebbe una figura minore ed è bene che si sappia. Anche se il vero problema non è quello della larga condivisione sulla persona, non si fa fatica a trovare un italiano ben voluto, si fa fatica a trovare un cittadino che abbia l’autonomia e l’indipendenza come caratteristiche principale. E sicuramente non è questa la figura che vorrebbero i contraenti del patto del Nazareno, che non vogliono un personaggio politico autorevole.

Ma come, si dice che Amato vada bene anche a Berlusconi perché fu lui a mettere nero su bianco la norma che salvò negli anni ’80 Mediaset?

Non penso, anzi. Semmai questa è una ragione che rende per Berlusconi più difficile il sostegno ad Amato. Il Cavaliere ha bisogno di una figura che rilanci il patto del Nazareno, quello esplicito e quello meno esplicito. Una sorta di notaio, e lui non lo è. Mattarella sarebbe più congeniale in questo senso.

Pare che anche l’America abbia espresso un suo parere favorevole sul “dottor Sottile”.

Ci sono delle cancellerie e delle amministrazioni che esprimono il loro gradimento. Il problema della scelta autonoma significa che si deve tener conto del parere dei nostri alleati ma non delle loro indicazioni. Di certo in Italia uomini politici ostili al Patto Atlantico non se ne vedono da trent’anni…

 

bobo craxi su amato presidenteEsattamente cosa pensava tuo padre di Amato?

Quello che pensava l’ha scritto: quando ha detto che era “un professionista a contratto” l’ha definito in una sua attitudine. Ma il giudizio non deve essere di carattere morale, piuttosto politico. E sul piano politico resta il fatto che Amato ha vissuto nell’epoca più recente la stagione migliore dentro al rinnovamento socialista e dell’esperienza di governo a guida socialista. Accanto a questo c’è l’importante carriera accademica: lui è un caposcuola del diritto costituzionale d’Italia.

Ma secondo te gli italiani si ricorderanno la storia del prelievo sui conti correnti che lo stesso governo Amato attuò nel ’92?

Se vogliamo guardare i curricula di tutti i presidenti della Repubblica prima che lo diventassero, ciascuno aveva qualcosa da farsi perdonare.

Non credi che in un ottica di rinnovamento della politica del Paese, sarebbe più giusto andare a scegliere il nuovo presidente tra chi magari non ha fatto proprio della politica il suo unico scopo di vita?

Il presidente della Repubblica è per Costituzione una figura di garanzia di tutti gli italiani, che per di più in questa fase drammatica deve rispondere a dei requisiti di esperienza e responsabilità che certamente il capo dei vigili di Firenze non ha. Questa è la ragione per cui il campo si restringe. L’elemento poi di indipendenza è garantito sia nel caso di Amato che di Prodi, da tempo lontani dall’agone politico. Inoltre il fatto che siano provenienti da una stagione diversa sono un elemento di garanzia per la nuova politica che avanza.

Cosa significherebbe, personalmente, l’elezione di Amato?

Sarebbe la conferma che la cultura politica democratica del socialismo italiano ha espresso delle personalità che continuano a sopravvivere anche alla scomparsa di una grande forza socialista.

Che gli diresti, incontrandolo, se venisse eletto al Quirinale? “Presidente…”

Innanzitutto gli darei del “tu”, come facevamo con Sandro Pertini. Tra socialisti si fa così!

Giampiero Marrazzo

L'Autore

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