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Alan Kay

Brasile. Dove con la cultura si mangia

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università brasile

Di cultura si mangia e con la cultura si cresce. Mentre il sistema scolastico brasiliano non viene considerato tra le eccellenze del paese il suo sistema universitario è certamente di alto profilo. In Brasile ci sono molte università private di scarso rilievo e che vengono considerate solo delle mangiasoldi ma anche università private di rilievo. Accanto a questo sistema privato c’è il sistema delle università pubbliche, federali e statali, che godono di ottima fama e vengono considerate le migliori.

Due esempi: L’Ufc (università federale del Cearà) e Unifor, la più grande università privata. L’Ufc è stata istituita nel 1954 ed è presente in tutti i 24 stati della federazione. Il modello di tutte le università e’ quello americano, Ufc ha 5 campus, teatro, cinema, mense, bar, ristoranti, aule, biblioteca, campi sportivi ecc.ecc. Unifor è nata dalla iniziativa di un industriale, Edson Queiroz, si estende per 750 mila metri quadri, 300 aule, 230 laboratori, bar, ristoranti, teatro, cinema, impianti sportivi, una televisione, immensi giardini, un museo di 1.200 metri quadri con esposizioni permanenti della collezione Queiroz ed esposizioni temporanee, una delle ultime dedicata a Piranesi.

E sono 1.200 i professori, ciascuno con il proprio ufficio. Tutte le università sono a numero chiuso e per entrarvi bisogna passare un test che comprende anche alcune quote riservate a diverse etnie, come chi è originario dell’Africa subsahariana o gli indios. Gli studenti lavorano fino a 40 ore settimanali all’interno delle facoltà e dal secondo anno in poi vengono seguiti e avviati alla ricerca da tutor specializzati. Il corpo docente è giovane, la media è tra i 35 e i 45 anni, a 60 si va in pensione senza eccezione. L’Università di San Paolo (Usp è la migliore, piazzandosi al 139º posto). Poi c’è quella di Campinas (Unicamp, 228ª), anch’essa dello stato di San Paolo, quella Federale di Rio de Janeiro (Ufrj, 333ª). Bologna è al 194º posto, La Sapienza al 216º e il Politecnico di Milano al 244º per dare uno sguardo alla qualita’.

Le grandi imprese del paese attingono a piene mani nel bacino di formazione universitaria per iniziare al lavoro i propri tecnici o dirigenti. Dal 2011 il governo federale ha istituito il progetto “ scienza senza frontiere” con ulteriori 100.000 borse di studio per l’estero. Fino a oggi sono partiti circa 83.000 studenti brasiliani per lo più negli Usa, in Gb, Canada, Francia e Germania e purtroppo non ci risultano interscambi con l’Italia. Gli Stati Uniti hanno anche una specie di ostello per accogliere gli studenti americani che vengono per un certo periodo a studiare qui e altri trovano alloggio in famiglie.

Il dato che fa riflettere è la distanza che separa la totalità della popolazione, che qui si è arricchita molto velocemente e che ancora stenta a essere “borghesia” per mancanza di un livello culturale apprezzabile e che vede solo nella ricchezza il suo obiettivo principale, e i giovani neo laureati o studenti che invece sono aperti al mondo e godono di una preparazione culturale più che sufficiente. Le ultime proteste pre-mondiali hanno visto gli studenti e i professori in prima linea, a prescindere da singoli episodi di violenza che invece sono gli unici sottolineati dai media. Ma non c’è dubbio che sta nascendo una nuova classe borghese. Un episodio che mi è occorso qualche sera fa: stavo andando al cinema al Dragao do Mar e mi sono fermato in un piccolo bar per prendere un pezzo di pizza. Seduti accanto a me cinque giovani, tutti della scuola di cinema adiacente al Dragao, mi hanno riconosciuto come italiano e mi hanno invitato al loro tavolo per bere una “cerveja”. Bene, quei giovani parlavano con cognizione di causa di Fellini e di Pasolini e mi interrogavano curiosi. Ecco, tra i tanti problemi sociali, di sicurezza e di arretratezza i giovani studenti sono il futuro di questo paese e la forza per un cambiamento di passo, sono il futuro e la speranza.

Alessandro Battisti 

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