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Alan Kay

Dall’incontro tra Islam e Cristianesimo: il dialogo è ancora possibile

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abd al azis uthman fotoOriente e Occidente, Europa, mondo islamico e Italia dialogano per promuovere la mediazione interreligiosa e interculturale in un momento storico di profondo mutamento. La Coreis (Comunità Religiosa Islamica) Italiana, in occasione della presenza in Italia dell’assemblea annuale del Consiglio Superiore dei musulmani in Occidente dell’Isesco, ha fatto incontrare esponenti da tutto il mondo islamico e rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e religioso italiano. “L’Islam porta il suo contributo allo sviluppo della civiltà europea e contribuisce alla diffusione dei valori umani, unico baluardo contro le deviazioni, le tragedie e la caduta nel peccato – ha dichiarato il Direttore S.E. Abd Al-Aziz Uthman Al-Twaijri – Appelliamoci dunque all’adozione di una visione umana perspicace e trasparente, fondata sugli interessi sia dell’Europa che dell’umanità intera”. Sottolinea poi come i terroristi di origine islamica che “chiamano in causa l’islam per giustificare le loro azioni non hanno nulla a che fare con noi, che li dichiariamo anzi nemici dell’umanità. L’islam è ben diverso: è una religione che vuole la tolleranza, l’amore e la pace”.

“C’era bisogno di sentire parole così esplicite, in giorni così difficili per il mondo – ha risposto Giuliano Amato, invogliando a un processo di maturazione degli stessi religiosi, che dovrebbero saper costruire un rapporto armonico con lo Stato – Rischiamo di cadere nella trappola peggiore, perché si sta cercando di attribuire alle nostre culture dei tratti incredibilmente discordi. In realtà siamo in grado di costruire una piattaforma culturale comune, che non cancella le nostre diversità”. Secondo Don Cristiano Bettega “la possibilità di dialogo è tutt’altro che morta. Non c’è nessuno scontro in atto tra cristianesimo e islamismo. E a costo di essere derisi, dobbiamo affermare con forza che il nostro martirio è proprio quello di dire che un dialogo interreligioso e interculturale è ancora possibile”.

Far tesoro di queste considerazioni significa quindi capire che il dialogo interreligioso, se davvero autentico, può aiutarci a trovare e a esprimere concretamente la nostra originalità e quella altrui. La libertà è l’humus adatto per dialogare ed essere solidali: non conta se esista o meno un primato sulla verità assoluta, meno che mai riprendere, da ambo le parti, crociate ormai anacronistiche, sarebbe piuttosto il caso di insistere sulla libertà di coscienza, battendosi contro le tendenze dell’individualismo.

Cristiana Gagliardi

L'Autore

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