Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Davide Vecchi a FQ: “Ora vi racconto com’è diventato ‘Intoccabile’ Renzi”

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“Lo segnalai io a Mike Bongiorno…”. La genesi del renzismo sta con tutta probabilità nell’intuizione dello zio del premier, Nicola Bovoli. Davide Vecchi, giornalista del Fatto quotidiano e autore de L’Intoccabile. Matteo Renzi. La vera storia (Chiarelettere) da questo episodio ha ripercorso le tappe, ma soprattutto la rete, i contatti, gli accordi che hanno portato il giovane democristiano fiorentino a defenestrare il governo Letta e a diventare il premier più giovane della storia repubblicana. Da La Ruota della fortuna al “patto di successione” – come certifica Marco Travaglio nella prefazione del libro – sancito al Nazareno il minimo comun denominatore sembra essere la capacità di Renzi di farsi largo rilanciando a ogni mano. Non è un caso se, come si legge nel libro, un vecchio leader democristiano, Giuseppe Matulli, profetizzava già nel 2004 “tra dieci anni questo qui o è presidente del Consiglio o è in carcere”.

Vecchi, iniziamo dallo zio di Renzi.

Gli è stato ed è molto utile in questa storia. Fa capire bene in che ambiente sia stata coltivata e come sia cresciuta l’aspirazione e la bravura nella comunicazione dell’ex rottamatore, assieme alla capacità di stare in televisione. Lo zio di Renzi è un bel personaggio, mago del marketing in Italia. Un personaggio nuovo nell’universo renziano, universo di cui del resto si sa poco o nulla.

davide vecchi

Davide Vecchi

Perché?

Perché è arrivato in brevissimo tempo a diventare premier. Ed è giovane. Le uniche cose che sappiamo e che era presidente della Provincia e che poi ha fatto il sindaco a Firenze. Da qui le campagne per scalare il Pd fino alla sfida, persa, con Bersani. E il suo discorso migliore – quello che gli ha aperto ulteriore credito – è proprio quando ha riconosciuto la sconfitta contro Bersani, come racconta lo zio. Perché gliel’ha suggerito lo zio.

Ma non era un genio della comunicazione?

Nei momenti di difficoltà è lo zio l’uomo con cui si confronta.

Non dirà adesso che è tutto merito dello zio…

Ovviamente no. Un uomo determinante è stato ed è Marco Carrai, esponente di una storica famiglia proprietaria del Chianti, imprenditore, lobbista e anche quello che, tra le altre cose, pagava l’affitto a Renzi nella casa-appartamento di Firenze. È l’uomo che raccoglie i fondi per il futuro premier ed è colui che gli ha presentato Davide Serra, il finanziere. È da qui che si mette in moto il sistema: dal 2007 con la prima associazione, Link e le cene a mille euro.

Capitolo trasparenza. Esiste?

La distanza tra le parole e i fatti concreti c’è. Lui dice che è tutto trasparente: in realtà la trasparenza c’è soltanto dal 2012 con la nascita di “Big Bang”. In tutta la stagione che va dal 2007 al 2012 no. Qui ci sono due associazioni: Link, fondata da Carrai e che ha tra i primi firmati Simona Bonafè e Marco Seracini (ora nominato dal governo consigliere dell’Eni); poi arriva Festina lente, associazione che riporta il motto di Augusto declinato qui come “arrivare senza farsi vedere”: aperta nel 2009 per coprire delle spese per la campagna elettorale da sindaco. Durante quella campagna i soldi che mancano vengono garantiti con un mutuo personale da Alberto Bianchi, avvocato di Carrai e di Renzi, adesso nominato nel cda di Enel.

Che cosa si coglie da questo racconto?

La cosa che colpisce è la rete di nominati. Il do ut des, che lui fa attraverso gli enti pubblici che gestisce.

Denunce politiche poche, ma anche dal punto di vista giornalistico fino ad ora non è uscito tantissimo. Sembra “intoccabile”…

Sono arrivato a una conclusione semplice e se vogliamo disarmante: nessuno è mai andato a verificare. Renzi andava in televisione dicendo “a Firenze ho ridotto l’Irpef di un punto percentuale”. Ha fatto sì questa riduzione ma poi nessuno è andato a constatare come allo stesso tempo abbia aumentato l’Imu per i cittadini.

Ma Renzi nasce o ci diventa “intoccabile”?

Diventa l’intoccabile. È riuscito, certo, a crearsi una rete. Ma ha dimostrato anche una sua capacità. Una rete finanziaria, come ho già detto, grazie all’abilità di Carrai di trovare finanziatori. La stessa rete che aiuta a salvare la scuola Holden di Baricco. E chi la salva? Oscar Farinetti…Insomma, riesce a crearsi una rete di imprenditori e ricambia.

L'IntoccabileTutto qui?

No. Dall’altra parte alza in continuazione il livello comunicativo: la sua è una campagna elettorale permanente.

Ricapitoliamo: televisione, imprenditori, finanzieri, un certo approccio demagogico. Non poteva che appassionare Berlusconi tutto questo. Ma è Verdini a “scoprire” il giovane Renzi.

Si conoscono dal 2005. Lo presenta a Berlusconi nel 2008. Verdini – ai tempi coordinatore del Pdl, uomo potente del Credito cooperativo fiorentino e uno dei più vicini a Berlusconi – inizia a portarlo con sé. Ricordo che Renzi era ancora presidente della Provincia, una poltrona dati agli “elefanti” della sinistra in Toscana, un posto garantito come una nomina. Verdini lo sdogana, non solo lo porta alla festa del decennale del Giornale di Toscana ma lo introduce al meeting di Cl nel 2008 all’incontro su Graziano Grazzini, leader scomparso ciellino. Verdini addirittura vuole portarlo dalla sua parte: ma Renzi non vuole. “Per ora gioca dall’altra parte”, come veniamo a sapere da Diego Volpe Pasini, ai tempi del progetto “Rosa tricolore”.

Ma adesso è Renzi quello potente.

Le parti si sono un po’ invertite. Quando era potente Verdini si dice che portò una dose importante di voti nel momento in cui Renzi vinse nel 2009 a Firenze. Adesso invece è Renzi che sta tenendo in vita Verdini: quest’ultimo, per le note vicende giudiziarie, era stato allontano da palazzo Grazioli. Ma, con il patto del Nazareno, è tornato e si è imposto. È avvenuto una sorta di scambio di favori.

Nel libro spieghi come “il motore di Renzi è costantemente alimentato anche dalla sufficienza con cui lo trattano i grandi vecchi”.

Hanno sbagliato a farsi scalare. Lo ha detto lo stesso Renzi alla Leolpoda: “Il Pd era scalabile”. L’errore più grosso della sinistra è stato dare per scontata la vittoria di Bersani nel 2013. Quando hanno visto che Bersani aveva vinto le primarie contro Renzi lì hanno smesso di remare, di avere paura. Avrebbero dovuto tenere in mente De Andrè: “Senza la mia paura mi fido poco”.

Scalati e mazziati.

Ora sta facendo questo gioco al massacro a chi lo critica per il decisionismo. E ai vari Civati lui fa capire che se non ci stanno bene nel Pd possono andarsene. Eppure lui il partito lo ha conquistato “criticando” i vertici. Ricordo come apostrofava Franceschini “vice-disastro”. Renzi ha sempre attaccato frontalmente i vertici, ma adesso chi cerca di criticarlo viene scaricato come un appestato. È un certo modo di essere renziano. Penso alla dichiarazione su Rodotà, quando la Boschi chiamò il “professorone” per scusarsi di averlo definito così spiegando che quell’espressione era stata utilizzata tutto un per finire sui giornali.

E arriviamo al “giglio magico”.

Si sa che la Bonafè è tra i primi firmatari di Link. Si sa che le nomine nei Cda sono riservate spesso a persone vicine a lui. Quanto a Maria Elena Boschi: è diventata ministro perché direttore generale della sua fondazione. La Boschi non ha mai preso un voto, non ha mai partecipato a una campagna elettorale.

…non nasce nemmeno renziana.

Ha sostenuto il candidato contro Renzi, il dalemiano Michele Ventura. Poi nel 2010 arriva alla controllata del comune di Firenze e da lì è salita sul carro renziano. Ma non è stata la sola. Lo stesso Bianchi, tesoriere della sua fondazione, sosteneva Lapo Pistelli proprio contro Renzi.

E Luca Lotti?

Luca Lotti è anche quello più intelligente e il più capace a muoversi nei palazzi romani. Molto meglio di Renzi da questo punto di vista. Troppo decisionista il premier. Vorrebbe fare come se palazzo Chigi fosse il consiglio comunale di Firenze.

Palazzo Chigi significa governare il Paese. Se n’è accorto il premier secondo lei?

Di certo la verifica la facciamo tutti noi cittadini ogni giorno. Nonostante i flop (come gli 80 euro) riesce a far passare messaggi netti, a dire quello che vuole lui. Lo abbiamo visto sui sindacati. Insieme a questo sta anche cambiando il suo elettorato: lui vuole andare dalla D’Urso, non vuole la sinistra che attaccava D’Alema per la barca a vela. Lui è la sinistra che vuole andare in barca a vela senza doversi giustificare.

È davvero intoccabile Renzi?

Forse è riuscito a far passare se stesso come l’ultima speranza. Però nel concreto chiede mille giorni di tempo che sono un lasso troppo ampio. La stessa promessa che voleva una riforma al mese sappiamo come è andata a finire. E anche con le riforme in atto non è andata meglio: al Senato si nominano tra di loro e le province si eleggono tra di loro.

Ultima domanda. Che cos’è il Patto del Nazareno allora? Un patto di successione?

È semplicemente la nascita del partito unico. Non c’è più opposizione. Berlusconi per non avere problemi ha fatto scalare il centrosinistra a Renzi, e così Renzi gliel’ha consegnato. O meglio, si è fatto eleggere suo successore.

Antonio Rapisarda

twitter@rapisardant

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