Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Cosa succede quando dialogano “un cattolico fervente e un laico impenitente”

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dialogo Ettore Bernabei e Sergio Lepri

I “vecchi felici”

Facendo il verso al regista Alexander Petrovic ed al cantautore Claudio Lolli ed agli ‘zingari felici’ del film e dell’album, si può dire che nel Salone degli Arazzi della sede RAI di Viale Mazzini a Roma, in occasione della presentazione del libro di Ettore Bernabei e Sergio Lepri ‘Permesso, scusi, grazie – Dialogo fra un cattolico fervente e un laico impenitente’ (Rai – Eri) gli autori si sono autocertificati ‘dei vecchi felici’.E’ stata la definizione finale di se stessi, per bocca di Sergio Lepri, che ha suggellato un incontro pieno di testimoni eccellenti: ‘domatore’ Massimo Gramellini, c’erano al tavolo i ‘leoni’ dell’informazione Stefano Folli (forse, nel suo futuro, di nuovo la direzione del Corriere della Sera?), Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Gian Maria Vian, oltre al ‘padrone di casa’, il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi e, in prima fila, la presidente Anna Maria Tarantola.E poi, sfusi e a pacchetti, volti noti, di ieri e di oggi, della Tv di Stato o dell’ANSA, società che hanno avuto Bernabei e Lepri ai loro vertici, in tempi che, l’hanno riconosciuto tutti, dal podio o nell’uditorio, erano, pure quelli sì, felici. O, almeno appaiono tali, con la miopia del senno di poi.

Le origini

Classe 1919 Lepri, 1921 Bernabei, sono stati testimoni eccellenti di tempi contemporaneamente duri e avanguardistici. E forse, in questo libro che racconta la storia e le storie d’Italia, ci danno le chiavi per capire i nostri giorni e il futuro stesso.Con invidiabile lucidità hanno risposto alle domande e alle osservazioni di chi era al tavolo con loro, dando mostra di essere un passo avanti anche rispetto al presente. Bernabei, infatti, ha proclamato un’assoluta fiducia nel futuro, un ottimismo che gli viene da averle viste così tante; una fede senza confini nel ruolo della TV di Stato, involgarita dalla pubblicità, ma che potrebbe campare anche senza canone se, come avviene in Gran Bretagna con la BBC, corrispondesse prestazioni al Governo, adeguatamente remunerate.

Ovvero, ritornando alle origini, quale servizio pubblico. E Lepri ci ha messo nel suo, in questa dimostrazione lampante che l’ottimismo ha ancora cittadinanza in questo Paese: ha raccontato di un momento felice in cui la politica non entrava a gamba tesa sull’informazione, giacché pochissime sono state, a suo dire, le volte che i segretari di Partito o i Presidenti del Consigli hanno tentato di chiedere ‘piaceri’ o ‘censure’ al direttore dell’ANSA, quale Lepri è stato per trent’anni. In realtà, ciò è stato vero più ai tempi in cui ai vertici decisionali c’erano coloro ormai catalogati come Padri della Patria (Moro, Taviani etc) che nella successiva fase della Prima Repubblica, quando un virus di tracotanza dilagò più o meno rapidamente.Ma, quando avvenne ciò, Sergio Lepri era lontano dal timone dell’Agenzia di Stampa a cui aveva comunque lasciato un imprinting di libertà, durato solo fino a qualche recente direttore…I correlatori hanno contribuito a sollecitare il racconto delle esperienze dei due ‘Grandi Vecchi’ – in accezione positiva, naturalmente – su fatti nevralgici: la loro carriera; il periodo che vide sul palcoscenico mondiale la compresenza di Kennedy, Krusciov e Giovanni XXIII; quello del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro e l’attualità, laddove ‘il cattolico fervente e il laico impenitente’, amici senza mai litigare, per quanto fiorentini entrambi – dunque dotati di vis polemica non indifferente –, si trovano accomunati dal rispecchiarsi nel messaggio di Papa Francesco, da cui hanno anche preso in prestito il titolo del libro. E’ stato il Sommo Pontefice, infatti, ad affermare che ‘Permesso, scusi, grazie’ sono parole bellissime, che gli esseri umani, in quanto tali, cattolici e non, dovrebbero avere sempre sulle labbra.

Annamaria Barbato Ricci

L'Autore

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