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Pietro Barilla

Dialogo, l’islam italiano adotta la dichiarazione Marrakesh

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Il Centro culturale islamico d’Italia (Cici), noto come la grande moschea di Roma, ha adottato la Dichiarazione di Marrakech sulle minoranze religiose. In occasione della riunione del Consiglio di Amministrazione del Centro Islamico Culturale d’Italia, su proposta di Rayed Khalid A. Krimly, ambasciatore del regno dell’Arabia Saudita in Italia e Presidente del Consiglio stesso. Secondo quanto rende noto il segretario generale, Abdullah Redouane, il Consiglio di Amministrazione del Cici ha approvato all’unanimità di adottare “in maniera integrale ed inequivocabile la storica Dichiarazione di Marrakech sui Diritti delle Minoranze Religiose  nelle Comunità a Maggioranza Musulmana Predominante”, emanata  a Marrakech il 27 Gennaio scorso. Tra le altre cose nella dichiarazione firmata da 300 leader mondiali del mondo islamico, tra cui l’italiano Yahya Pallavicini membro del Consiglio di amministrazione della moschea, si afferma che “è inconcepibile impiegare la religione con scopo di aggressione ai diritti delle minoranze religiose nei paesi musulmani”.

Si tratta di un avvenimento importante per l’Islam italiano perché il vertice di Marrakech, oltre a sollevare nuovamente l’attenzione sui recenti casi di sofferenze e persecuzioni che subiscono ancor oggi le minoranze religiose nel mondo musulmano, commemora un’importante documento storico della storia dell’Islam, all’epoca del Profeta Muhammad, conosciuto come la “Carta di Medina”, che regolamentava appunto il rapporto fra le varie fedi e la neo-comunità islamica. La Dichiarazione si rifà anche al pensiero sul discorso etico e umano del messaggio del profeta Mohammad e al testo sacro il Corano, mettendo da parte le tendenze ideologiche e dogmatiche che dividono l’esistenza in “fede-miscredenza, maggioranza-minoranza, Io-gli altri”. Nel documento di Marrakech si parla di “tutti gli esseri umani” ed è radicato, nel testo, il pensiero che esalta i valori centrali di “libertà di scelta”, fra musulmani e i “nostri fratelli in umanità”, all’insegna della “giustizia, della pace, della compassione, attraverso la rettitudine, l’altruismo, la fedeltà e la convivialità” nei confronti degli altri.

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