La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Dica “Io sono Syriza” chi è pronto a cancellare i 40 mld di debito con l’Italia

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Dica “Io sono Syriza”

chi è pronto a cancellare i 40 mld di debito che la Grecia ha con l’Italia. Facile cantare vittoria, sarebbe un errore fatale credere che Atene possa gettarsi alle spalle le sue pendenze con l’Europa dall’oggi al domani
Come previsto, la vittoria elettorale in Grecia del partito della sinistra radicale Syriza non ha avuto ripercussioni devastanti sui mercati azionari europei. Dopo l’avvio nervoso di questa mattina, tutto è rientrato: la Borsa di Francoforte è salita dello 0,3%; Piazza Affari, che aveva aperto in negativo dell’1,14%, ha recuperato e anche il lieve aumento del Btp a 10 anni, che era salito all’1,55% provocando un momentaneo allargamento dello spread con i bund tedeschi – 121 punti contro i 115 di venerdì- si è riassestato. Persino Atene, dopo l’avvio con scivolone dello 1,01%, è tornata in positivo, salendo fino al 2% al momento dell’annuncio dell’alleanza di Tsipras con Anel, che porterà in tempi rapidi alla formazione del nuovo governo. Più pesante invece l’effetto del ciclone greco è stato sulle borse orientali, spaventate dall’infittirsi dell’incognita sul debito greco. Tokyo ha chiuso con meno 0,25% e Hong Kong con meno 0,07 per cento Quanto alle altre performance in negativo, quelle di Londra (-0,2%) e di Mosca (-2,4%) sono da attribuire ad altre causa che esulano dalla Grecia. L’appesantimento della Borsa di Londra è da attribuire alle materie prime, mentre a penalizzare Mosca è la crisi ucraina. Anche l’euro ce l’ha fatta ed è tornato sopra l’1,12 dollari.

grecia Syriza

Oltre le borse c’è l’enorme debito della Grecia nei confronti dell’Europa, Italia compresa 

Questo nell’immediato. Ma non possiamo ancora e non dobbiamo cantare vittoria, come molti stanno facendo. Non siamo Syriza e sarebbe un errore fatale credere che la Grecia possa riuscire a cancellare, così, dall’oggi al domani, senza colpo ferire il suo enorme debito e che noi potremo fare lo stesso. E’ vero che la Grecia di Alexis Tsipras, che dice basta all’austerità, basta alla troika, aumentiamo gli stipendi e le pensioni, abbassiamo le tasse, incarna i desideri più o meno nascosti della sinistra italiana ed europea in generale, che finora aveva preferito demandare ipocritamente alla destra e ai movimenti populisti il proprio sotterraneo scontento anti Ue e anti tedesco. E’ vero che una volta che qualcuno ha gridato che il re è nudo, tutti sono pronti a farlo. Ma non possiamo pensare che tutto torni alla normalità così da un giorno all’altro.

La Grecia ha accumulato debiti per 322 miliardi, secondo i dati resi noti ufficialmente a fine trimestre 2014 dal ministero delle Finanze di Atene. Del totale solo il 17 % sono nei confronti di soggetti privati, come indicano gli ultimi report internazionali; il 10% è nei confronti del Fondo Monetario Internazionale; l’8% nei confronti della Bce. Ma la fetta più consistente, 62%, è nei confronti dei governi dei paesi dell’Eurozona: l’Italia vanta crediti per 40 miliardi, tra prestiti bilaterali e quote di partecipazione all’Esm, il fondo salva-stati, alla Bce e allo Fmi; La Germania 60 miliardi; la Francia 46 miliardi; la Spagna 26 miliardi, seguita dall’Olanda con circa 12 miliardi.

Chi è pronto davvero ad azzerare tuttto con una stretta di mano?

Cifre che ci dicono con chiarezza inequivocabile che il tema del taglio del debito greco sarà una cosa dolorosa per tutti, che ci riguarda da vicino, non come è stato nel 2010 quando a essere coinvolte erano soprattutto banche e fondi. Questa volta il problema sarà nostro, di tutti i paesi e delle istituzioni europee delle quali facciamo parte.
Ci chiediamo semplicemente: Cederà la Francia? Cederà la Germania, che attraverso il ministro dell’Economia Wolfang Schauble ha già fatto sapere che chiederà fino in fondo ad Atene il rispetto delle regole e che per il paese che ha votato Siryza non ci sarà quantitative easing? Cederà l’Olanda? Che farà il Fmi? E la Bce di Mario Draghi, che ha già convocato per oggi una riunione straordinaria con i presidenti della Commissione Ue, Claude Juncker, del Consiglio Danald Tusk e dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem proprio per discutere di questo? E infine che farà l’Italia? Chi è pronto a dire davvero “sono Syriza” e ad azzerare tutto con una stretta di mano?

 

Velia Iacovino

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