"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Dimmi che colore scegli e ti dirò chi sei

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“Le pareti del mio appartamento sono gialle… ho scelto questo colore ma non ne conosco il motivo…”; “l’auto bianca? Assolutamente da evitare è da sfigati!”. Questa ed altre affermazioni similari vengono espresse spontaneamente nella vita quotidiana quando si tratta di scegliere il colore significativo di un oggetto o di qualcosa che ci appartiene. Come mai? Cosa ci spinge a scegliere un colore piuttosto che un altro? Che significato c’è dietro queste colorazione affettive? Se ne occupa la psicologia dei colori, la quale non fa altro che descrivere il significato psicologico oggettivo delle varie tonalità, selezionando il colore per scoprire le sue caratteristiche psicologiche. Le teorie al riguardo considerano l’associazione “colore – emozione” come “piacevoli – spiacevoli”…

I colori, quindi, a seconda della tonalità considerata, richiamano sia differenti emozioni ma anche una vasta gamma di sentimenti che spaziano da un polo positivo ad uno negativo. Riflettendoci, ci risulta quindi difficile considerare il colore come qualcosa che ci appartiene, qualcosa alla quale abbiamo pensato con la nostra mente, eppure è cosi intrinseca dentro di noi questa scelta inconsapevole che  sia le nostre tonalità emotive che i vissuti affettivi hanno un colore quando tentiamo di esprimerli nella nostra quotidianità. Ecco allora che una giornata sarà “grigia”, l’umore può essere ”nero”, o si può diventare “verdi” di invidia. Ciò che conta è quindi il valore simbolico, ancestrale del colore, che aiuta a capirci, a comunicare, a migliorarsi nel corso della vita. Se banalmente ci domandiamo qual è il nostro colore preferito, facilmente qualcuno potrebbe rispondere che durante l’infanzia e l’adolescenza si preferiva un colore, mentre con l’età adulta ne preferisce un altro. Questo proprio perché i colori ci accompagnano nel corso della nostra vita a seconda di quello che accade, ed anche a seconda degli stati emotivi che viviamo.

Nel 1949 il filosofo, psicologo e psichiatra svizzero Max Luscher ha inventato l’originale “test dei colori”. Partendo dal presupposto che i colori parlano di noi, dando cosi informazioni specifiche su sentimenti, paure e aspettative, vi sarebbe una particolare attrazione/repulsione rispetto ad un determinato tono soprattutto rispetto a specifici stati psicofisici ed emozionali che ogni tinta genera negli occhi di chi lo osserva. In questo senso quindi, le preferenze verso ogni colore cambiano a seconda del soggetto e del momento specifico che sta vivendo.

colori

 

Dimmi che colore scegli e ti dirò chi sei…    

Senza sostituirci ad una somministrazione clinica del test, proviamo a capire verso quale colore specifico è orientata la nostra scelta secondo il test di Luscher.

– il rosso è un colore stimolante. Chi sceglie il rosso sceglie uno stato di attivazione verso una direzione. Rappresenta l’eccitazione, l’operatività, l’energia vitale, il dominio, e il desiderio. Chi preferisce questo colore ha il desiderio di ricevere stimolazioni. Simboleggia la passione, l’amore, l’eccitazione.

– il blu è il simbolo della calma, la soddisfazione, la pace interiore; È il colore della notte e della passività. Questo colore evoca anche il bisogno di amore, di affetto, di tenerezza. Chi lo preferisce desidera situazioni serene, armonia ed intesa profonda nelle relazioni umane. Il blu chiaro (celeste) è il colore dove la calma è permeata dalla libertà.

– il verde esprime stabilità, forza, tenacia, costanza, perseveranza, equilibrio psicologico, autostima, riferimento saldo a valori forti; È il colore della natura, dell’Io, della vitalità, della speranza, del riposo. È simbolo di perseveranza e fiducia in se stessi. Chi preferisce il verde afferma energicamente la propria individualità. Chi lo rifiuta ha paura delle limitazioni, delle imposizioni e delle costrizioni.

– il giallo è il colore del cambiamento e della ricerca del nuovo caldo; irradiante, luminoso suggerisce espansione e movimento, libertà e autonomia. È il colore del giorno della luce, permette l’attività, ma non la impone. Rappresenta la spontaneità, l’ambizione, la curiosità. Evoca il bisogno di aspirare a qualcosa, il desiderio di liberarsi dai limiti, da tutto ciò che è un ostacolo.

– il viola, ottenuto mescolando rosso e blu, è il colore della trasformazione, del passaggio da uno stato ad un altro. Indica l’ambivalenza del fascino, della suggestione, della simbiosi, dell’identificazione. La tonalità viola-indaco (tendente al rosso) è ancora carica di bruciante energia, di un senso crepuscolare. La tonalità viola-lilla (carico di chiaro) è invece il colore dell’equilibrio, dell’autorealizzazione.

– il marrone è un colore solido, corporeo, materiale, corrisponde alla sensazione della propria fisicità; È la somma dei colori inattivi, fermi. Rappresenta la terra che ingoia tutti i colori della natura e li trasforma in marrone un po’ come avviene in autunno: macerare per poter rinascere ed esplodere.

– il grigio è il colore neutro di chi prende le distanze dai sentimenti e dalla vita, optando per il non coinvolgimento; Simboleggia la terra di nessuno, la neutralità, il confine. È il colore del disinteresse, del rifiuto di tutto ciò che è eccitante; il tipico essere impersonale che in alcune persone è un po’ come una difesa, uno schermo. Nella preferenza c’è il bisogno di difendersi, di rifugiarsi nell’anonimato.

– il nero è il ‘non colore’ per eccellenza, la negazione, l’opposizione dietro la quale può nascondersi un desiderio di rivendicazione di potere. È l’assenza della luce, è il colore del caos, del primitivo, della catastrofe. È il colore dell’intransigenza, dell’intolleranza, della sventura della morte. Nella preferenza si sente il bisogno di esprimere protesta, opposizione, aggressività.
E tu, che colore sei?!

 

Valentina De Maio

 

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