La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Diritti umani. Cresce l’allarme: +70% di abusi e violazioni

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diritti-umani-internaQuello che stiamo vivendo è il peggior periodo storico in termini di violazioni di diritti umani nel mondo. A darne la misura esatta è un rapporto della Maplecroft, istituto britannico di analisi sui rischi globali. Secondo lo studio, dal 2008 ad oggi si è verificato un incremento – senza precedenti – di abusi e violazioni del 70% a livello globale. Mentre il numero dei Paesi considerato a “rischio estremo” è passato da 20 a 34.

I Paesi a più alta densità

Siria (ormai oltre il terzo anno di guerra), Egitto, Libia, Mali e Guinea Bissau sono i Paesi dove la situazione è particolarmente deteriorata. Altre regioni ad alto rischio sono l’Iraq, lo Yemen, l’Iran e l’Arabia Saudita. Nell’Africa Subsahariana la popolazione del Sudan, della Repubblica Democratica del Congo e della Somalia vivono in un costante stato di insicurezza e pericolo e, in particolare, la situazione è drammatica per le donne e le ragazze della Rdc, soggette a continui abusi sessuali.

In territorio asiatico gli abusi riguardano soprattutto i lavoratori. In Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, India, Filippine, Indonesia, Vietnam, a migliaia di lavoratori  sono negati servizi sociali essenziali, come le cure mediche, e offerte condizioni di lavoro insicure e sottopagate. Non va meglio ai lavoranti immigrati in Qatar. Il ricchissimo emirato del Medio Oriente è già molte volte finito sotto accusa per le appurate condizioni di schiavitù dei lavoratori impegnati alla realizzazione delle infrastrutture e dei siti che dovranno ospitare la World Cup del 2022.

In Cina si continua a soffocare la libertà di espressione

Il rapporto chiama in causa anche altri generi di violazioni, come quelle relative alla libertà di espressione. La Cina, nonostante la promessa di riforme ha continuato in questi anni a soffocare i suoi cittadini e a sopprimere le attività dei dissidenti, attraverso il quasi totale controllo delle tecnologie di comunicazione e dei social network. Del resto – come già faceva notare il Rapporto 2014 di Human Rights Watch – una delle peggiori condizioni riscontrabile in molti Paesi al mondo è la semplice “facciata” di democrazia o apertura democratica. Hrw lo ha definito “Abusive Majoritarianism” portando l’esempio – tra gli altri – dell’Egitto dove le proteste di migliaia e migliaia di cittadini sono state “usate” per rovesciare le aspettative di democrazia e favorire di fatto una dittatura militare.


Passando ai Paesi in cui è rischioso fare affari, l’elenco della Maplecroft comprende ai primi posti Myanmar, Nigeria, Etiopia, Indonesia. Qui la deforestazione selvaggia si unisce alla corruzione delle forze di sicurezza e a un clima di impunità che rende possibile portare avanti l’espropriazione di terre senza controlli e senza tutele per gli abitanti che si vedono allontanati senza risarcimenti né applicazione di alcun diritto.

Anche l’Europa è coivolta

Ma anche molti Paesi europei hanno contribuito in questi anni ad alzare il livello degli abusi e delle violazioni. Il traffico di esseri umani è una piaga – e un guadagno enorme per le organizzazioni che lo praticano – per Grecia, Italia, Ungheria, Romania, classificate ad “estremo rischio”. Per Stati Uniti e Gran Bretagna il giudizio è “medio rischio”. Considerata la terza più grande industria del crimine a livello mondiale, il traffico di esseri umani genera un profitto di 32 miliardi all’anno e coinvolge da 20 a 30 milioni di persone, schiave di altri esseri umani.

Antonella Sinopoli

L'Autore

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