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Gianni Rodari

Disney: si scatena la febbre da live action

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La Disney si è buttata a capofitto nella produzione di film live action tratti dai suoi classici. E se non sono le sue favole le protagoniste allora sono film che girano intorno alle sue favole. Insomma, è una strategia o completa, totale e impareggiabile mancanza di idee?

Negli anni 2000

disneyIl nuovo millennio ha assistito e assisterà al più alto concentrato di film Disney live action della storia del cinema. Fino ad oggi c’è stato “Alice nel Paese delle Meraviglie”, portato sul grande schermo dal papà di classici, e quasi classici, come “Edward mani di forbice”, “Big Fish”, “Sweeney Todd”, Tim Burton, affine sempre alle favole anche se di stampo dark. L’Alice di Burton è stato uno dei film più redditizi con incassi da capogiro, seguito dalle varie versioni di Biancaneve, tutte facilmente appetibili, una con Julia Roberts e l’altra con una Kristen Stewart post “Twilight”, in compagnia degli acchiappa-pubblico Charlize Theron e Chris Hemsworth, alias Thor. Seguiti a stretto giro dallo spin-off dedicato a Malefica che narra la storia dal punto di vista della strega e con un nome di spicco come Angelina Jolie, e poi dal recentissimo “Cenerentola”, con un principe che arriva direttamente da “Il Trono di Spade” e con una Cate Blanchett che fa da contro altare. E infine si sbarca nel musical con “Into the Woods,” difficile resistere alla curiosità di vedere Meryl Streep in versione strega cantare e lanciare incantesimi, se poi si vuole parlare solo di lei, tralasciando il resto dell’infinito cast. Senza dimenticare il film sulle origini del cartone di Mary Poppins, “Saving Mr. Banks”, fortemente voluto e poco considerato, con un Tom Hanks e una Emma Thompson nel ruolo rispettivamente del papà Disney e della scrittrice creatrice della giovane governante con l’ombrello, Pamela Travers. Potrebbe essere abbastanza. Potrebbe.

Per Disney era facile

Disney aveva la sua bella strategia sino ad oggi: un film d’animazione, a cui far seguire tonnellate di gadget, uno spettacolo, magari un musical, e poi una lunga e interminabile serie di sequel via direttamente in dvd. E se le cose andavano bene, lasciava passare una decina di anni per far uscire una nuova riedizione per conquistare la nuova generazione di bambini, e avanti così. Oggi a quanto pare non è abbastanza. E allora la Disney ha preso in mano la situazione e ha “cambiato le cose”, decidendo di rifare i propri classici di animazione in live action, sullo stampo di un “The Hobbit” ma soprattutto di un “Harry Potter”. È lì che nasce la fantasia di riproporre le sue fiabe sotto mentite (e reali) spoglie. Così accanto ai giganteschi blockbuster ideati ex novo (e non) per l’occasione, tra un “Frozen”, un “Guardiani della Galassia” e un “The Avengers”, compresa la sorpresa “Star Wars”, ecco che si fanno spazio le fiabe. Ancora una volta. Per la gioia dei bambini, ma anche degli adulti di tutte le età che con quelle fiabe sono cresciuti, o che non l’hanno mai fatto.

C’è chi dice…

C’è chi dice che oggi si ha bisogno di favole, e che da questo nasca l’idea di riproporle. C’è chi invece afferma che il punto cruciale di quest’improvvisa esplosione sia l’avversione al rischio, e l’imbarcarsi, per contrastarlo, in progetti sicuri, testati, che vendano i biglietti ancor prima dell’uscita ufficiale. Insomma, progetti con un “fanbase” così solido da evitare sonore batoste. Infatti un pubblico più sicuro, e anche più variegato, di quello delle fiabe è impossibile da trovare. Poi si aggiunge l’assenza di copyright, che rende il settore fiabe ancora più attraente.

Tutto quello che verrà

Così ecco spiegata l’invasione dei film live action Disney. Grandi attese si hanno per la “Bella e la Bestia” con Emma Watson, la maghetta Hermione di “Harry Potter” (Bella e la Bestia che oltretutto ha già avuto un adattamento lo scorso anno prodotto dalla Francia). Ma anche per il remake di “Dumbo” diretto da Tim Burton, e non sono pochi a chiedersi come abbia intenzione di mettere in scena una storia del genere in live action. Una bella sfida. Oltre a disneyquesto il regista dark si occuperà anche del sequel di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, “Attraverso lo Specchio”. È finita? No. È stato annunciato “Il libro della giungla”, e persino “Mulan”, che ha già alzato polemiche sulla sua realizzazione, a causa della pratica, sempre più inflazionata, di “whitewashing”, ovvero di ingaggiare attori e attrici bianchi caucasici in ruoli intesi sin dalle origini per personaggi di colore, in questo caso Mulan stessa che dovrebbe, vista la storia, essere asiatica. Poi il burattino di legno più famoso delle favole realizza il suo grande desiderio: chiaro, anche lui avrà un corpo in carne e ossa molto presto. E se non fosse abbastanza, è stato chiamato all’appello anche l’orsetto più goloso di miele sulla faccia del pianeta, Winnie, “Winnie the Pooh”. Persino la cattivissima Crudelia De Mon avrà il suo live action, un po’ come è stato per Malefica, e il sempre giovane Peter Pan, il film si chiamerà “Pan”, pure Campanellino, la fatina buona dell’Isola che non c’è, avrà il suo spin-off. Si vocifera anche di una “Sirenetta” adattata da Sofia Coppola e con il volto, di nuovo, di Emma Watson. Per tutti questi titoli solo una vagonata di notizie senza specifiche, accompagnate da grida di stupore, paura e perplessità. Da un giorno all’altro ci si aspetta “Bambi” o il “Re Leone”, sicuramente due dei live action più temuti. C’è da sperare però che basti così.

Ubriacare di live action

Insomma, da “Alice nel Paese delle Meraviglie” in poi Disney sembra aver fissato una strategia precisa: ubriacare il pubblico di live action. E quando ne avrà abbastanza, ne produrrà ancora di più. Spin-off, sequel, prequel, controsequel, versioni musical, versioni diverse frutto di differenti produzioni, come per le due Biancaneve, e versioni improbabili. Niente mancherà all’appello. Forse a un certo punto il pubblico.
Ilaria Pasqua

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