Ha davvero tutelato il futuro di ben 500 persone! In oltre 40 anni, l’australiano Don Ritchie, scomparso a 85 anni nel 2012, ha considerato una sorta di missione quella di dissuadere dal suicidio tantissime persone giunte alla determinazione di togliersi la vita. La posizione della sua casa, accanto ad una scogliera a picco molto nota in Australia, denominata Halls Gap, era l’ideale per sorvegliare chi si avvicinasse troppo all’orlo del baratro e intervenire prima che fosse ormai tardi.
La missione anti suicidio
Nel corso di tutti questi anni, Ritchie ha sempre avvicinato i turisti che gli sembravano avere idee suicide, intervenendo con parole di buonsenso e discorsi sdrammatizzanti appena si accorgeva che qualcuno non era lì soltanto per ammirare il panorama; è anche capitato che abbia addirittura strappato qualcuno sul ciglio dell’orrido: un attimo e sarebbe volato giù. La sua strategia d’intervento era semplice ed efficace insieme, basata sull’empatia di un modo di fare semplice ed amichevole: usciva di casa e andava incontro a chi gli pareva nutrire propositi suicidi ricolgendogli i palmi delle mani e chiedendogli: “Posso fare qualcosa per aiutarti?”
Una tecnica che ha funzionato per ben 160 casi. Era il la per una conversazione, atta a distrarre la persona dal chiodo fisso della sua depressione, e spesso finiva a casa di Don davanti ad una fumante tazza di caffé. Gli sforzi di questo ‘Angelo della scogliera’ l’hanno dunque condotto a salvare ben 5000 vite umane, merito riconosciutogli dalla comunità locale e nazionale: nel 2006 ha ricevuto dal Governo australiano un’onorificenza al valore; nel 2010, insieme alla moglie, sono stati nominati cittadini dell’anno dalla Regione di Victoria, a Nord dell’Australia dove vivevano e nel 2011 ha ricevuto la nomina a ‘Eroe locale dell’anno’. Quando, poi, tre anni fa il suo ciclo di vita è terminato, chissà quanti onori ha ricevuto nell’Aldilà dalla schiera degli angeli custodi.
