La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Ecco perché non vi parleremo né di Ruby, né della Concordia

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[su_dropcap style=”flat”]H[/su_dropcap]Ho sempre pensato che la curiosità fine a se stessa e l’interesse collettivo non vadano di pari passo. Che la becera volontà di distrarre il cervello da una quotidianità difficile con notizie ingioiellate di mondanità, sia essa politica o di cronaca, non facessero bene alle menti stesse, ma che aiutassero invece a soffocare ancora di più le vere notizie di cui dovremmo essere informati. E seppur qualcuno anni fa scrisse che [su_quote]la vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vuole sentirsi dire[/su_quote].

In pochi hanno fatto tesoro e virtù di tali parole.

Perché l’Italia è uno dei paesi maggiormente sviluppati in Europa e tra i più arretrati nella libertà di stampa? Lì dove per libertà non s’intendono più editti o epurazioni, ma il diritto degli italiani ad essere informati. Ma gli italiani vogliono essere informati? E non solo delle varie Pascale e Ruby, delle rotazioni della Concordia e dei vestiti di Schettino, o della situazione sentimentale della Boschi e del fallimento dei mondiali. Non perché queste non siano notizie, ma perché l’incidenza di queste notizie sulla nostra vita è pari zero. E se vogliamo anche lamentarci del nostro Paese o di chi ci governa dobbiamo sapere per cosa farlo e non rimanere nel generalismo pacchiano del populismo, gioco dei demagoghi di strada.

Dobbiamo farlo per noi stessi e lo dobbiamo fare per il nostro futuro. Perché nessun Futuro potrà mai esistere se non saremo all’altezza delle aspettative che pretendiamo dagli altri. Ed è per questo che lo sguardo di questo giornale è altrove, e non solo a livello geografico. Sostenibilità, sviluppo, innovazione, ricerca, esteri, cultura: parole che spesso nel giornalismo nostrano hanno significato fallimento, perché reputate di nessun interesse da parte dei lettori, per noi invece sono il ‘core’ della nostra testata. Perché crediamo che ci sia un’ampia parte della popolazione italiana che abbia fame di queste notizie, e che non le legga solo per la mancanza d’offerta. E tale carenza derivi dalla volontà persecutoria del voler le persone appiattite sull’ignoranza delle notizie da bar, quand’anche i lettori vogliano altro. Il bene che in tutta questa storia porta il web è infinito, seppur delle volte la pigrizia del ricercar certe notizie prevalga sulla volontà nel farlo.

Ruby. futuro quotidiano

Il Futuro nasce per questo: perché è di tutti, così come lo sono le notizie che vi raccontiamo. Di tutti. Non ci avvaliamo della prerogativa della verità assoluta o della novità relativa, ma di un’informazione positiva coniugata al futuro, questo sì. Senza mai chiuderci in noi stessi ed essere autoreferenziali ma con l’obiettivo di creare una comunità di nuova generazione, che non abbia nessun collocamento politico, non per paura di prendere una posizione, perché di posizioni ne prenderemo. La notizia vive di vita propria e ogni lettore può darle il suo colore. Il nostro ruolo sarà quello di collocarla in un contesto che ne possa definire tutte le sfumature e renderne più chiara la visione. Lo faremo utilizzando l’immaginazione fondata sull’esperienza e sulla professionalità, sempre con onestà.

[su_quote]Siamo convinti che in Italia siano in tanti a pensarla così, proprio come noi, filantropici avventurieri coraggiosi della notizia del Futuro Quotidiano! [/su_quote]

Giampiero Marrazzo

L'Autore

2 commenti

  1. Mi sembra utopia, quando il giornale sarà seguito, prenderà una collocazione politica e diventerà come gli altri

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