«Lei sogna di ..far tredici? » Ma lo farà sicuro!

Gianni Rodari

L’estate vista con gli occhi di una bambina dal mare di Calitri

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estateSofia non ha nemmeno tre anni e viene dal mare. Da una bella città di mare, incastrata sul Tirreno tra il fasto della Versilia ed un arcipelago di isole che fanno gola a molti. Ed il mare ovviamente le piace. Solo qualche mese fa quando la macchina dei genitori girava l’angolo per tornare verso casa togliendo dalla sua prospettiva quell’incanto di azzurro, lei scoppiava a piangere perché voleva il mare sempre con lei. Sempre lì, come una coperta a cui chiedere un altro pò di meraviglia prima di coricarsi. Quest’anno le è un po’ presa la paura di fare il bagno, ma non rinuncia agli schizzi d’acqua, quelli che arrivano sulla battigia grazie alle mani dei suoi genitori. E il mare è il ‘santuario’ a cui è devoto il babbo di Sofia, è la cifra caratterizzante di tutte quelle estati che da ragazzo lui ha passato sul mare, sulla sabbia e sugli scogli, sulle barche e sui patini, imparando a nuotare più tardi rispetto ai coetanei, perché qualcuno da piccolo lo aveva spinto un pò troppo giù rispetto alle sue possibilità di nuotatore ancora acerbo e la paura salì a prendere il posto della voglia di immergersi negli oceani blu. La mamma di Sofia viene invece dall’interno, dalle zone dell’Irpinia, da quella crosta appenninica che tiene unito l’oriente e l’occidente italiano ed il suo ‘santuario’ è il verde sconfinato, sono le rupi che salgono improvvisamente a cambiare scena all’orizzonte, è quell’aria tersa che sa di infinito e quei sapori genuini dei cibi che si possono mettere in bocca da quelle parti. E l’estate di Sofia inevitabilmente si tinge sia di azzurro che di verde, ma il mare per lei continua a crescere un po’ dovunque. Nel paese di sua mamma, a Calitri (Avellino), c’è una piscina di un albergo che d’estate si popola anche di stranieri. Tedeschi, inglesi, irlandesi, anche australiani. Lei, complice il papà, lo chiama “il mare di Calitri” e appena lo intravede in lontananza salta dalla gioia, perché anche quello è il suo mare, il suo spicchio d’azzurro quotidiano da cui farsi addomesticare. I suoi genitori hanno trovato l’escamotage di rinominare le cose per avvicinargliele, per renderle a lei più facili e meno oggetto di capricci. Come il mare che a Calitri non c’è, ma solo apparentemente, perché i bambini, dal Piccolo Principe in poi, insegnano che “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

E l’essenziale per Sofia sono i colori. Lei, nei pomeriggi assolati di luglio, in una stanza semivuota è capace di giocare per ore con i colori. Dice a suo babbo di avere disegnato un bambino sulla estateparete, gli porta i colori e gli chiede di sceglierne uno con cui colorare quel bambino. Lui ne prende uno ed il bambino diventa verde, blu, arancione, giallo, viola ….. Perché è solo questione di immaginazione e di semplicità. L’estate a pensarci bene può essere piena di questi due elementi. Ma i bambini chiedono ai loro genitori di dosarli insieme a loro per renderli ancora più veri. A Calitri Sofia cammina per la strada, si immerge nei suoi colori e sottolinea da sola quanto sia bellissimo quello che sta vedendo. Poi è sempre pronta a chiedere il perché ed il per come delle cose, ma c’è sempre quello stupore di fondo alla base delle sue domande. Tutte le case per lei sono castelli e le principesse sono ovunque. Lei, che ha una sorellina di appena 11 mesi, sa già che avrà il dovere di insegnarle anche questo, come i colori del mare di Calitri, benvenuto ed inaspettato ospite di questa terra di Irpinia dove trascorre parte delle sue vacanze. In in una dimensione semplice, dove può esserci poco, ma può esserci tutto. Ai suoi genitori a volte sembra strano che lei sappia stare così bene qui, in una dimensione decisamente ‘slow’. Però, se lei quella casa di Calitri la nomina anche in inverno, mentre è nella sua bella Toscana, vuol dire che ci trova davvero qualcosa di speciale. La tv fra l’altro qui prende anche qualche canale in meno, ma quello che si vede va bene lo stesso per lei. Perché quello di Sofia potrebbe essere l’elogio dell’essenzialità. Al babbo l’altro giorno, mentre stavano facendo la spesa, ha detto: “Ti voglio bene perché mi dai tanto cuore”. Una frase significativa, molto. Ancora di più lo è se riferita ad un contesto del genere. I genitori dal lato loro cercano di educarla un minimo all’essenzialità ed al rapporto con quella sorellina che lei ha già capito essere una ricchezza non da poco. “Insieme già se la intendono”, dice la mamma di Sofia e ci racconta l’emozione di averle scoperte che stavano diventando davvero sorelle per la prima volta proprio a Calitri. Come il ‘cuore’ del babbo che sembra cantare meglio proprio a queste latitudini. E a giudicare da tutte queste cose, qui deve esserci davvero un ‘mare’ veramente speciale.

Marco Bennici

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