"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Europa 2030, Renzi ora tocca a te

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Il 23 e 24 ottobre 2014 il Consiglio Europeo si riunirà per definire i nuovi obiettivi su clima ed energia. Un appuntamento importante che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si troverà ad affrontare come presidente di turno Ue con la responsabilità di fissare dei target allo stesso tempo sfidanti e raggiungibili per la salvaguardia del nostro ecosistema.

Europa 2020 come sta andando?

Europe2020Il bilancio, rispetto agli obiettivi che l’Unione europea si era data per il 2020, è sicuramente positivo. La cosiddetta Direttiva 20-20-20 fissava l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto a quelle del 1990, portare al 20% la percentuale di soddisfazione del fabbisogno di energia da fonti rinnovabili ed aumentare del 20% l’efficienza energetica misurata come consumo di energia necessario per la produzione di una unità di Pil. Per quanto riguarda la riduzione dei gas serra l’obiettivo è stato raggiunto fin dal 2013, a sette anni dalla scadenza sia in Italia sia in Europa. La generazione italiana da fonti rinnovabili sempre per il 2013 è stata pari al 38,5% della produzione nazionale e al 33,7% della domanda nazionale secondo le elaborazioni di Terna. Anche in tema di efficienza energetica i risultati italiani sono in linea con l’obiettivo prefissato che si prevede verrà ampiamente raggiunto con effetto inerziale grazie alle misure poste in essere.

Il paradosso della riduzione dei consumi come principale fattore di successo

Occorre rilevare però come la riduzione dei consumi, soprattutto in Italia, sia stata uno dei principali fattori che ha consentito il conseguimento degli obiettivi. A ben vedere l’effetto di riduzione è stato più che proporzionale rispetto a quella del Pil e questo fa pensare ad una diminuzione dell’intensità energetica, ciononostante i risultati complessivi segnalano l’esigenza di continuare ad investire in misure per l’efficienza energetica. Un dato che desta particolare attenzione è infatti quello relativo al calo di penetrazione del vettore elettrico che accentua il divario esistente tra l’Italia e il resto dei paesi industrializzati. La penetrazione elettrica indica l’impiego dell’elettrica nei consumi finali di energia, mediamente più elevata nei paesi europei, in parte per il minor costo dell’energia elettrica, in parte per una diversa struttura tariffaria, la quale, per alcune classi di utenti, disincentiva la richiesta di maggiore potenza. Per un cliente domestico residente il cambio di potenza comporta infatti una spesa una tantum ( 154€, da 3Kw a 4,5Kw ,nel mercato tutelato e una spesa a questa assimilabile nel mercato libero) e un aumento del prezzo dell’energia in ragione inversa al consumo (meno si consuma maggiore è la differenza di prezzo). Tale struttura disincentiva l’utilizzo di tecnologie più efficienti (pompe di calore, piastre ad induzione, etc…) determinando un rilevante effetto, soprattutto psicologico, in termini di utilizzo della risorsa elettrica.

Sviluppo della mobilità elettrica, tra limiti ed effetti benefici

Limitato è inoltre lo sviluppo della mobilità elettrica, sia per la carenza di infrastrutture, sia per gli incentivi forse ancora poco appetibili. Nonostante il limitato impatto in termini di consumi, lo sviluppo della mobilità elettrica consentirebbe un benefico effetto in termini di riduzione delle C02, soprattutto nelle aree urbane. Il mercato offre oggi soluzioni integrate che consentono la ricarica di veicoli a motore attraverso l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Un’azione sinergica tra Stato ed enti locali, che prende spunto dalle amministrazioni più evolute (il comune di Bolzano in collaborazione dell’ente Fiera, di cui è azionista, è stato uno dei primi ad installare pensiline di ricarica fotovoltaiche) potrebbe offrire ai cittadini infrastrutture efficienti ed economiche (i proventi della ricarica sarebbero nel tempo in grado di ripagare l’investimento) contribuendo alla creazione di un ambiente più sano oltre al raggiungimento di sfidanti obiettivi globali. Il contesto ci fa quindi sperare in un intervento forte da parte dell’Europa con la fissazione di obiettivi altamente sfidanti che continui a dare impulso e vigore agli sforzi degli stati nel miglioramento delle condizioni ambientali e che costringa a trovare migliori soluzioni, a dare spazio all’innovazione e all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Marco Latini

 

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