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Le Green Technologies fanno sperare l’Italia. Capè a FQ: “Formiamo giovani professionisti nel mondo dell’energia”

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Un volume d’affari di quasi 14 milioni di euro; 3642 aziende coinvolte e 156 mila addetti impiegati. Sono questi i numeri da capogiro che coinvolgono il settore delle Green Technologies in Italia. Nonostante gli incentivi alle rinnovabili siano quasi scomparsi negli ultimi anni, il trend economico che interessa l’area ‘green’ del nostro Paese sta registrando dati impressionanti; dati che parlano di un’Italia, almeno per quanto riguarda le nuove fonti energetiche, che non parla la lingua della crisi e che riesce a puntare proprio sulla forza lavoro grazie al boom economico registrato dai prodotti per limitare l’impatto ambientale, che sono arrivati a fatturare 8 milioni di euro, coinvolgendo così un numero di personale sempre in crescita, che è oggi arrivato a sfiorare le 100 mila unità.

E a puntare sulle Green Technologies ci pensa, ormai da 10 anni, anche il Mem- Master in Energy Management; un corso di cui ha parlato a FUTURO QUOTIDIANO Carlo Maria Capè, Amministratore Delegato del Bip (Business integration Partners), la multinazionale italiana organizzatrice, quest’anno insieme dal Mip (Politecnico di Milano) del master, e che mira a formare brillanti studenti che vogliono puntare il proprio futuro sulle nuove fonti di energia rinnovabile.

Le Green Technologies stanno registrando un notevole aumento del volume d’affari in Italia. Da cosa è dovuto secondo lei?

Carlo Maria Capè

Carlo Maria Capè

Negli ultimi anni si è puntato molto nel nostro Paese sulle Green Technologies e c’è stata una crescita basata su incentivi provenienti dalla bolletta elettrica, alla voce ‘Oneri di Sistema’, e che quindi arrivano dai noi cittadini proprio per sostenere la crescita di nuovi impianti. E che, dopo svariate polemiche, sono stati con le ultime delibere in buona parte aboliti anche perché nel frattempo il settore è cresciuto ed è arrivato ad avere un auto sostentamento, ‘Green Parity’. Gli incentivi hanno quindi lasciato il posto all’auto investimento e a quelli provenienti su diversi campi che stanno continuando a crescere in questo settore.

In quali regioni italiane si stanno sviluppando maggiormente?

Principalmente nelle regioni dove c’è maggior ambiente naturale per consentire questo sviluppo quindi il sud dove c’è più sole e i territori maggiormente ventosi che spesso corrispondono a quelli costieri. Non tutte le tecnologie sono basate però sul sole o sul vento; in questo momento stanno avendo una buona penetrazione le tecnologie basate su biomasse, sulla combustione di filiere naturali che portano alla produzione di energia elettrica da rifiuti o scarti e questo vale in tutto il territorio nazionale.

Su questo filone è nato dieci anni fa il Master in Energy Management (Mem), un corso che negli tempi ha dato lavoro a moltissimi ragazzi…

Sì, il Mem è un master post laurea di secondo livello, della durata complessiva di un anno, 6 mesi di aula e 6 di stage presso aziende del settore energetico. Le opzioni che si aprono poi al termine di questo periodo sono diverse per i nostri studenti: essere riconfermati nell’azienda in cui si è appunto effettuato il periodo di stage, questo avviene nel 70% dei casi; nel 20% dei casi è capitato invece che gli studenti venissero assunti direttamente da noi del Bip oppure che il 10 % trovasse un impiego in altre società sul mercato libero. Principalmente parliamo inoltre di società italiane e quindi di conseguenza l’opportunità di lavorare nel nostro Paese rimane alta.

Come è nata l’idea del master?

MIPDieci anni fa, quando è sorto il corso, non c’era nessuna università italiana che avesse questo tipo di master. La nostra intenzione era quella di formare dei giovani perché sia noi sia i nostri clienti avevano bisogno di assumere professionisti che fossero specializzati nel mondo dell’energia. Non c’erano allora libri che spiegassero un mercato che stava nascendo e che si stava rapidamente espandendo. Questa scelta ha funzionato bene perché molti di quei ragazzi poi rimasti in questo campo.

Potrebbero le Green Technologies e le rinnovabili aiutare il nostro Paese ad aumentare l’occupazione?

Sicuramente l’energia è uno dei settori nevralgici del nostro Paese e dell’Europa. Su questo settore ruota quasi tutto il business, l’industria, i servizi e anche i consumatori perché ognuno ha bisogno di energia ogni giorno. La ricerca deve poi ancora evolversi, soprattutto su alcune aree come quella delle batterie. E poi c’è molto investimento specialmente in campi di interconnessione del gas. A livello internazionale ci sono inoltre progetti europei e intercontinentali che stanno andando avanti. Alto bisogno, alta innovazione e grandi investimenti, finanziati anche da progetti della Comunità europea, rendono più chiara l’idea di come quest’area possa rappresentare una buona prospettiva per la nostra Italia.

Gianluca Spina

Gianluca Spina

Un pensiero infine nei confronti di Gianluca Spina, presidente del Mip, che da quest’anno avrebbe fatto parte del master e che invece è tragicamente scomparso poco tempo fa. A lui verrà dedicata una borsa di studio.

Gianluca era l’anima del Mip e molto sensibile alle tematiche dell’innovazione. Quando ci siamo visti lui ha accolto subito con entusiasmo l’iniziativa di questo master, con uno spirito inoltre molto umile dal momento che il Mem già esiste da un decennio. Ha fatto lui stesso negli ultimi anni delle iniziative molto innovative e per questo abbiamo ritenuto giusto, come abbiamo reso noto ieri alla presentazione al Mip della decima edizione del Mem, che Gianluca lasciasse al master un suo marchio permanente, che lo potesse ricordare; ecco perché abbiamo pensato a questa borsa di studio, che è una borsa piena che lo studente migliore si aggiudicherà, potendo così frequentare il corso a titolo gratuito.

Sara Pizzei

L'Autore

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