Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

I tesori nascosti del Gargano …

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Valorizzare il ricco patrimonio del complesso iconografico delle grotte garganiche, non solo per tutelarlo, ma anche per trasformarlo in un polo turistico d’eccellenza, come avviene altrove nel mondo e in Italia in Val Camonica, che dal 1979 è nella Lista dell’Unesco quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in Sardegna e in Sicilia, dove amministratori lungimiranti hanno contribuito a mettere in rete  le eccezionali risorse locali. E’ la proposta lanciata dal professore Armando Gravina, presidente dell’Archeoclub di San Severo (Foggia), ricercatore specializzato in topografia preistorica, nel corso del  Congresso mondiale Ifrao 2018  dedicato all’ Arte Rupetre Preistorica e Protostorica,  che si è tenuto dal 29 agosto al 2 settembre a Boario Terme (Brescia).

Un importante appuntamento che si rinnova da 20 anni e che in quest’edizione ha visto riunito oltre 500 specialisti provenienti da cinque continenti, che cinque giorni hanno dibattuto dei problemi riguardanti la ricerca, la documentazione, la valorizzazione e la interpretazione dei petroglifi presenti in tutto il mondo, dall’Australia al Sahara, dalla Cina alle Americhe e in diverse aree dell’ Europa interessate da catene montuose.

Per la prima volta, inoltre, il Comitato Scientifico Internazionale ha inserito anche una sessione dedicata all’Italia. Dalle ricerche condotte negli ultimi anni nella nostra Penisola è emersa infatti un’ampia testimonianza sulla presenza di incisioni rupestri anche lungo l’Appennino, tra cui particolare di particolare interesse appaiono quelle garganiche, documentate e illustrate al mondo scientifico internazionale dal professore Gravina con due relazioni sui tesori nascosti della Puglia settentrionale.

Il ricercatore sanseverese, autore di oltre 150 articoli riguardanti scoperte sulla preistoria e protostoria  dell’intera Daunia, specializzato in topografia preistorica,  da tempo si sta interessando al Gargano che, nonostante sia noto per le più antiche pitture paleolitiche italiane della Grotta Paglicci, ancora oggi è poco conosciuto. La sua proposta di trasformare questo patrimonio di inestimabile valore ma finora poco conosciuto, in un volano di sviluppo anche del turismo culturale del Gargano ha suscitato molti consensi.

Scheda

Grotta Paglicci a Rignano Garganico:  è tra i siti archeologici più importanti di tutta Italia. La  grotta, che risale al paleolitico, ospitò l’Homo Sapiens Sapiens, chiamato anche Uomo di Cro-Magnon. E’ uno dei rarissimi luoghi di Italia in cui sono presenti testimonianze importanti di arte rupestre: tre dipinti parietali, realizzati con l’ocra rossa che raffigurano tre  cavalli di cui due piccoli e uno grande. All’interno e nell’area circostante sono stati ritrovati oltre 45.000 reperti del Paleolitico Inferiore, Medio e Superiore.  Tra questi ci sono impronte di mani, graffiti, strumenti litici, oggetti d’arte mobiliare e persino resti umani risalenti a circa 25.000 anni fa e a circa 23.000 anni fa. La grotta  è aperta solo durante le campagne di scavo, ma il tesoro che vi è stato rinvenuto è in mostra al Museo  potete visitare il museo locale.

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