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Paul Valéry

Il ministro degli esteri del Qatar a Roma. L’Italia può giocare un ruolo chiave

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qatar1L’Italia può giocare un ruolo chiave nella soluzione della crisi del Golfo. A due giorni dalla scadenza dell’ultimatum lanciato al Qatar da Arabia Saudita, Bahrein, Uae ed Egitto, che accusano il piccolo emirato di finanziare il terrorismo attraverso organizzazioni non governative e personaggi di spicco della famiglia reale, il capo della diplomazia di Doha, Mohammed bin Abdulhrahman al Thani, in una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio di oggi all’Hotel Excelsior di Roma, ha fatto il punto sulla difficile situazione, esprimendo la speranza di una mediazione diplomatica e pacifica della crisi da parte di paesi amici come l’Italia. Al Thani, che è tornato a respingere come infondate tutte le prove presentate alla comunità internazionale dagli ex paesi amici contro Doha, ha sottolineato che il suo paese continuerà ad essere impegnato nelle prossime ore in un grande sforzo negoziale, ma ha ripetuto che le condizioni poste al Qatar da Arabia Saudita e i suoi alleati sono irricevibili, a cominciare dalla richiesta di oscurare al Jazeera, la tv, ha rimarcato il ministro, che è il simbolo stesso della libertà di informazione, garantita nel mondo arabo da Doha. Al Thani ha anche riferito di aver incontrato ieri a New York gli ambasciatori dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti) e i rappresentanti di Bolivia, Etiopia, Giappone, Italia, Kazakistan, Senegal, Svezia, Ucraina e Uruguay, membri non permanenti del Consiglio, tra i quali unico assente l’ambasciatore dell’Egitto. E di aver informato i membri del Consiglio di sicurezza di tutti i dettagli della crisi e delle misure illegali adottate contro il suo paese, sottolineando “l’importanza del dialogo, del rispetto delle leggi internazionali e della mediazione intrapresa dal Kuwait”. Proprio il Kuwait lo scorso 23 giugno aveva consegnato a Doha la lista delle 13 richieste avanzate dai paesi del Golfo per porre fine alla crisi, tra cui la chiusura dell’emittente televisiva “al Jazeera”, la fine dei rapporti con l’Iran, la chiusura della base militare turca in Qatar e la fine della cooperazione tra Ankara e Doha.

di Hadeel Azeez Daher

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