La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Il primo maggio di Atene senza Tsipras

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GRECIAI duri e puri del partito comunista greco hanno manifestato alle 10, sotto il Parlamento, a piazza Sygmata, ad Atene. Il loro leader non è né con Tsipras, né contro, ma vorrebbe un governo del popolo, a sinistra di Tsipras e lontano dall’Europa. A solo pochi metri di distanza, in piazza Klathmonos, e alle 11, nel giro di una decina di minuti è stato improvvisato un piccolo palco per la manifestazione principale della giornata.

Il corteo per la festa dei lavoratori in Grecia è una cosa molto seria. Tutti sfilano, giovani, anziani, pensionati, lavoratori. Ognuno ha una bandiera, per lo più rossa. I movimenti della sinistra sono tantissimi, quelli di Syriza anche. Ma la manifestazione è organizzata dall’unione dei sindacati. Gli oppositori interni qui non ci sono.

Anche per questo i politici partecipano alla manifestazione, ma non parlano. Questo l’ordine di scuderia dato da Alexis Tsipras ai ministri del suo governo. E’ lui il grande atteso da tutti, dalla gente che sfila, dai giornalisti greci e dalla stampa internazionale. Ma alla fine deluderà tutti.

Non delude invece il vero ricercato numero uno, Yannis Varoufakis. Con un sorriso disarmante sei minuti dopo le 11.00 arriva nella parte principale della piazza, da dove ha origine il lungo corteo e si limita a dire “Oggi non è il giorno per le interviste. Grazie per essere qui. L’appoggio della stampa internazionale è importante, quella italiana, ancora di più per noi. Ma oggi nessuna dichiarazione. Non chiedermela. Oggi sono solo un uomo. Un uomo greco e un lavoratore”, poi ancora quel sorriso e il zigzagare in piazza, di chi sa che la celebrità dura poco, tanto più in Grecia, ma è fondamentale in questo momento storico, giubbotto di pelle nera e dolcevita grigio sul collo appena rasato. Yannis Varoufakis è il ministro più popolare di sempre. La gente normale gli si avvicina, gli parla, si scatta una foto con lui. Lui ascolta, stringe mani, è apparentemente tranquillo, anche se dietro il viso abbronzato e il giubbotto di pelle da duro, dimostra qualche segno di timidezza. Si muove fra la folla sapendo che piace più di tutti, ma che proprio per questo sarà attaccato più duramente in caso di fallimento.

La stampa greca e quella internazionale non si scompongono per gli altri componenti del governo presenti al corteo, qua e là. Si vedono il ministro dell’energia, Panayotis Lafazanis e il superministro che Tsipras ha posto sopra a tutti, anche a Varoufakis, Yannis Dragasakis. Il primo mi stringe la mano cordiale “grazie per essere qui, ma per oggi niente interviste”, il secondo mi sorride e dice “oggi sono solo un uomo, un lavoratore”. Commento che ho già sentito da Varoufakis e non gli farò domande per questo. Il sorriso del vicepremier, coordinatore dei ministeri economici del governo Tsipras si indurisce in un ghigno. E’ lui il coordinatore della politica economica del governo, ma non c’è dubbio, Varoufakis è già una star.

Parte l’”Internazionale” in greco, seguita da “Bandiera rossa” sempre in Greco e i lavoratori della Coka Cola, che in Grecia occupa tantissime persone, alzano i palloncini rossi con il nome della nota bevanda stampato sopra in nero. Gli autonomi, Troskisti sono i lato alla manifestazione con le bandiere gialle. I ministri sono in mezzo, senza scorta, senza giacca, come persone normali. Parlano, stringono mani. Sanno di non poter far altro se non lavorare per il proprio paese. Tsipras non si è visto. “Ora è al governo”, dice un ragazzo, piccato per la delusione “ma poteva almeno affacciarsi, senza l’appoggio della piazza il suo governo non avrà vita lunga”. E questo a Syriza lo sanno tutti, come lo sa Varoufakis, che è già lontano. Come è arrivato, se ne è andato. In sella alla sua moto.

 

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