La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Il sogno del Papa, un Paese per ricchi e poveri

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papa francescoUn pianeta che sia per tutti e non solo per pochi. Dove pochi sono i ricchi, coloro che economicamente possono avvantaggiarsi dello sfruttamento delle materie prime, quei minerali preziosi che appartengo al mondo, ma che le regole dell’economia capitalista ed imperialista hanno lasciato andare nelle mani di pochi magnati. A tutti questi uomini di ‘non buona volontà’ si rivolge il grido di Papa Francesco per una economia diversa ed un nuovo ordine mondiale. E lo ha fatto da Quito, in Ecuador, durante la prima tappa del suo viaggio apostolico cominciato il 5 luglio scorso. Grido che comincia là dove finiva quello di Giovanni Paolo II che dopo la battaglia per la caduta del comunismo si sarebbe voluto lanciare in quella contro le regole del capitalismo disumano che alimenta la povertà di un terzo mondo che si sta facendo sempre più largo e che comincia ad arrivare anche alle periferie del nostro primo mondo sviluppato. Tutti temi che stanno perfettamente in linea con la sua ultima enciclica ‘Laudato sì’ (Laudato sii, è sull’ambiente la prossima enciclica di papa Francesco), recentemente pubblicata in varie lingue e già oggetto di discussione in tutto il mondo a vari livelli.

L’Ecuador è doppiamente significativo. Da un lato è uno dei paesi con il maggior grado di biodiversità ambientale, la ricchezza del creato da proteggere. Dall’altro è uno dei paesi dell’OPEC, i paesi produttori di petrolio, quelli contro cui questa nuova enciclica è idealmente indirizzata. Come significativa è la Bolivia, il paese più povero di tutto il Sud America, e poi il Paraguay, di poco secondo alla Bolivia in questa non certo allegra classifica. E altrettanto significativo è il fatto che Papa Francesco abbia scelto per questo suo lungo viaggio apostolico i tre paesi più poveri dell’America Latina, quelli “dell’altra parte del mondo”, dell’area da cui lui stesso proviene. Qui, secondo i dati della Banca Mondiale, un quarto della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno. Terre in cui potrà parlare direttamente il suo spagnolo ed esprimersi sulle tematiche a lui care con maggiore naturalezza. Padre Lombardi ha anticipato che potrebbe improvvisare parecchio Bergoglio nei suoi discorsi di questo viaggio, “perciò preparatevi e allenate il vostro spagnolo!”, ha commentato il responsabile della sala stampa vaticana.

Un viaggio di otto giorni, tre i paesi visitati, ventidue i discorsi previsti in agenda. Un viaggio fisicamente impegnativo che porterà Papa Bergoglio fino ai 4.000 metri di altezza di La Paz in Bolivia, con numerosi voli interni da fare. Secondo Michael Lee, professore associato di teologia e studi latino americani presso l’Università di Fordham, “Francesco arriva qui non tanto per proteggere la chiesa locale, quanto per proteggere i poveri e la terra”. Tanto che l’agenda di questo viaggio sarebbe significativamente diversa da quelle di Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei loro viaggi in America, più concentrate sui problemi della sopravvivenza della chiesa in questo continente. Per Michael Lee questo rappresenta un sostanziale cambiamento e sarà sicuramente apprezzato dalle popolazioni di questi paesi. Nei suoi discorsi Bergoglio ha già puntato nuovamente il dito contro un sistema di sviluppo che grida vendetta al cospetto di Dio. Quello in cui poche persone si arricchiscono a danno dei più poveri per generare uno sviluppo di breve termine. “Noi tutti, come custodi del creato, abbiamo il dovere di preservarlo a favore della società intera e delle future generazioni”, ha detto Papa Francesco.

“I beni della Terra devono essere utilizzati a vantaggio di tutti e nonostante qualcuno possa fare sfoggio delle sue proprietà, esse devono sempre essere intese come pegno ed ipoteca per lo sviluppo futuro e per le generazioni future”. E guardando alle risorse naturali, così abbondanti in Ecuador, Bergoglio ha affermato che il loro sfruttamento non può essere connesso a benefici di breve termine. In questo viaggio Francesco farà alcuni incontri molto significativi. In Ecuador ha incontrato alcune delle persone più anziane e povere del paese. In Bolivia visiterà il carcere di Palmasola, noto per essere uno posto dove la violenza è purtroppo di casa quotidianamente. E in Paraguay porterà il suo abbraccio agli abitanti della baraccopoli di Banada Sorte. Un viaggio anche all’insegna degli ultimi della società, quelli a cui, fece notare Francesco poche settimane fa, non stanno mai vicino nemmeno i grandi mezzi di informazione che tengono le loro redazioni nelle belle e comode capitali del mondo. Invece questi ‘lati oscuri’ della nostra società, ha fatto intendere varie volte il Pontefice, devono essere toccate da vicino per tentare di affrontarle seriamente. E intanto lui da ‘buon pastore’ traccia il solco.

Non mancheranno le popolazioni indigene, i campesinos e quelli che vivono ‘facendo’ cartoni, i ‘cartoneros’. Francesco, infatti, incontrerà anche i gruppi rappresentanti di queste categorie, per papa francescodiscutere con esse il tema di una loro migliore integrazione all’interno della società sudamericana. Un’umanità estremamente varia di cui Francesco vuole toccare con mano tutti gli estremi per portare la sua vicinanza e la sua voce anche qui. Per portare fino a qui le telecamere e le macchine fotografiche e per fare vedere a tutti che questo ordine economico ha prodotto solo situazioni mostruose. Per chiederci se è questo il mondo che vogliamo e se è questo il mondo che i più potenti hanno voluto. Arrivato in Bolivia Papa Francesco è stato accolto da Evo Morales, il presidente indio con un passato da contadino e coltivatore di coca. A leggere il Preambolo della Costituzione boliviana dell’ottobre 2008 sembra quasi che questi paesi latino-americani possano essere un laboratorio di uguaglianza, sovranità, dignità, complementarietà, solidarietà, armonia ed equità per il mondo intero. Sembra infatti che qui ci siano acqua, lavoro, educazione, diritto alla salute e ad una casa per tutti. Ideologie e croci d’oro a parte, sono luoghi consonanti rispetto al magistero sociale di Francesco. E potrebbero davvero tracciare un solco.

Laudato sii, è sull’ambiente la prossima enciclica di papa Francesco

Marco Bennici

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