Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Immersive journalism, come entrare dentro la notizia

0

[tentblogger-youtube Yku27o7Z4Bo] Immaginare di entrare dentro una notizia, di poterla ‘vivere’ in diretta e catapultarsi in una realtà parallela non è più un’utopia. E’ la nuova frontiera del giornalismo e si chiama ‘Immersive Journalism’. Un modo innovativo di fare informazione, grazie al quale sarà possibile in pochi istanti passare dalla nostra stanza a un deserto sperduto, nei fondali di qualche oceano o trovarsi magari in un territorio di guerra, con le sirene che suonano ripetutamente, le urla delle persone per la strada e il rumore delle bombe che sembra sempre più vicino. Tutto questo indossando semplicemente dei particolari occhiali 3D. Occhiali 3D per entrare dentro la notizia Nonny-de-la-Peña-headshotIl progetto, targato made in Usa, è di Nonny de la Pena, ricercatore senior presso l’università di Annenberg School of Journalism di Southern in California, e nasce per mescolare insieme giornalismo tradizionale con la tecnologia virtuale. Si tratta di occhiali tridimensionali che permottono allo spettatore di entrare in contatto con la realtà della notizia. Questi occhiali tracciano infatti la posizione di chi li indossa e trasformano i movimenti che vengono compiuti in una scena davanti ai loro occhi. Attraverso pochi semplici gesti sarà possibile quindi ritrovarsi catapultati in una realtà parallela e completamente diversa da quella reale. Una stanza si potrà trasformare in uno scenario di guerra, una strada, un deserto, a seconda del tema trattato dalla notizia protagonista della scena virtuale. L’esperimento della Siria tridimensionale Come esperimento Nonny de la Pena ha utilizzato un documentario sulla Siria trasportando, anche se solo virtualmente, chi indossava gli occhiali 3D in una strada con delle bombe che stavano esplodendo. Questo per permettere a tutti, anche stando in una semplice stanza, di comprendere le emozioni che si possono provare. L’obiettivo del progetto è proprio quello di creare una sensazione nuova e sensoriale dell’informazione; un’esperienza che coinvolge tutto il corpo, lasciando un’impressione unica che non si potrebbe mai provare con un altro mezzo di telecomunicazione.

Sara Pizzei

L'Autore

Lascia un commento