Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

INTERVISTA ESCLUSIVA DI FQ A PINO PELOSI: “FORSE SONO STATO ARRESTATO SU UN AUTO CHE NON ERA DI PASOLINI”

0

“Forse sono stato arrestato sull’altra auto, la macchina uguale a quella di Pier Paolo Pasolini”. E’ in un’intervista esclusiva a FUTURO QUOTIDIANO che Pino Pelosi, unico condannato per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, e ascoltato lunedì dal pubblico ministero Francesco Minisci titolare della nuova inchiesta sul caso, apre uno nuovo squarcio di verità sull’assassinio dello scrittore. La dichiarazione di Pelosi potrebbe riscrivere l’intera storia dell’omicidio Pasolini. Non solo perché per la prima volta davanti a un Pubblico Ministero ammette la presenza di una seconda automobile sul luogo del delitto, uguale a quella di Pier Paolo Pasolini, ma anche perché dichiara che quella notte potrebbe non essere stato arrestato sull’Alfa GT 2000 di proprietà del poeta, così come vuole la storia e com’è scritto nei verbali.

pasolini pelosi

Pelosi quali sono i nuovi elementi raccolti nelle sue dichiarazioni al Pubblico Ministero?

La presenza di altre due automobili, oltre a quella di Pasolini, una delle quali era un’altra Alfa GT 2000, uguale a quella sua.

È l’unica novità?

No, ho detto al pm che so che l’auto di Pasolini venne ritrovata abbandonata alle tre di notte in via Tiburtina, questa cosa venne dichiarata dalla cugina, Graziella Chiarcossi.

Queste informazioni le ha apprese direttamente?

No, sono venuto a saperlo da altre fonti.

Ma se l’auto di Pier Paolo Pasolini venne effettivamente ritrovata abbandonata alle tre di notte in via Tiburtina, lei dov’è che sarebbe stato arrestato? (Secondo i verbali del tempo Pelosi venne arrestato mentre sfrecciava contromano lungo il Litorale di Ostia sull’auto di Pasolini ndr)

Potrei anche essere scappato sull’altra auto, quella uguale a quella di Pasolini, era notte, non si vedeva niente, non ho guardato le targhe, ho preso la macchina e sono scappato.

Sugli indumenti di Pasolini, e anche sui suoi, sono state ritrovate tre tracce di Dna mai riscontrate fino a oggi. 

Che spero si arrivi alla verità questa volta.

Pino Pelosi probabilmente non ha ucciso lo scrittore quella sera. E’ plausibile ormai che Pelosi non sia stato l’assassino di Pier Paolo Pasolini ma un complice omertoso. Il suo silenzio e le sue molteplici versione dei fatti negli anni hanno infatti garantito fino ad oggi l’impunità ai reali esecutori di quel terribile assassinio. Giudiziariamente il “ragazzo di vita” è ancora l’unico responsabile di quella morte, nonostante un’altra inchiesta sia stata aperta e chiusa, nel 2005, che all’epoca avesse 17 anni, e che già nella sentenza di primo grado si fosse dato per certo che, seppure Pelosi fosse responsabile dell’uccisione di Pasolini, lo sarebbe stato in concorso con ignoti (il concorso con ignoti scomparve poi nella sentenza di Cassazione ndr). La dichiarazione di Pelosi, che ammette la possibilità di non essere stato arrestato a bordo dell’auto di Pasolini, è importante. E lo è perché la sua testimonianza ne incrocia altre, altrettanto importanti. Sergio Citti, regista e intimo amico di Pier Paolo Pasolini, infatti, il 30 maggio del 2005 dichiarò all’avvocato Guido Calvi di essere a conoscenza, per averlo appreso da Graziella Chiarcossi, cugina di Pasolini, che l’Alfa GT venne, effettivamente, ritrovata abbandonata alle tre di notte in via Tiburtina.

Non solo, esiste anche un altro testimone, ascoltato da chi scrive e da Simona Zecchi e riportato poi nell’inchiesta sull’omicidio Pasolini edita da “I Quaderni dell’Ora“, che dichiara non solo che Pelosi non venne arrestato a bordo dell’Alfa Gt di Pasolini ma che sulla Tiburtina sarebbe stata abbandonata anche la motocicletta, una Gilera 124, guidata dai fratelli Franco e Giuseppe Borsellino, probabilmente presenti sul luogo del delitto stando alle dichiarazioni di Pelosi e del maresciallo dei Carabinieri, Renzo Sansone, che nel 1976, sotto copertura, scoprì, per una confidenza ricevuta direttamente dai due fratelli, che questi avrebbero preso parte all’omicidio. Stando a tali dichiarazioni è verosimile che chi avrebbe partecipato all’atroce esecuzione dell’Idroscalo avrebbe lasciato nello stesso luogo i due veicoli. Così come è verosimile che, qualora tali elementi venissero confermati nell’ambito della nuova indagine, la verità sulla morte di Pier Paolo Pasolini sarebbe da riscrivere già da quella notte, da quei verbali che fornirono una delle principali prove di colpevolezza di Pino Pelosi e che ancora oggi custodiscono l’unica verità concessa. L’unica verità possibile.

Martina Di Matteo

L'Autore

Lascia un commento