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Lee Tamahori

Iran: continuano le proteste contro il regime

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Un parlamentare britannico chiede l’espulsione dei diplomatici del regime

Mentre continuano le manifestazioni di protesta nelle città iraniane, gli attivisti hanno fissato il 15 novembre come data per le manifestazioni all’insegna dello slogan “The Street is Ours”, che includerà scuole, università e mercati, soprattutto a Teheran.

Da parte sua, il Comitato per il follow-up sullo stato dei detenuti in Iran ha denunciato casi di carcerati che sono stati sottoposti a tortura, molestie e minacce di stupro, privando i feriti dei servizi medici e trattenendone alcuni in prigioni segrete. Il comitato ha dichiarato di essere in grado di registrare i nomi di oltre 1.600 detenuti, inclusi 65 bambini.

A sua volta, l’Organizzazione iraniana per i diritti umani ha espresso preoccupazione per la possibilità dell’esecuzione di alcuni manifestanti che sono stati arrestati durante le proteste e ha invitato la comunità internazionale a prevenire questo crimine.

In questo contesto, un parlamentare britannico ha chiesto al governo del suo paese di adottare misure più ferme contro la minaccia dell’Iran ai giornalisti che lavorano a Londra.

“La Gran Bretagna dovrebbe espellere tutti i diplomatici iraniani e inserire tutte le Guardie Rivoluzionarie nell’elenco delle organizzazioni terroristiche”.

E’ quanto ha detto a “Iran International” il rappresentante Bob Blackman. Ha aggiunto che la citazione da parte del governo britannico dell’Incaricato d’affari iraniano in merito alla minaccia subita dai giornalisti nel Regno Unito non è sufficiente.

L’11 novembre il ministero degli Esteri britannico ha convocato l’incaricato d’affari iraniano a Londra, Mehdi Hosseini Mateen, a causa delle minacce del regime iraniano contro i giornalisti in Gran Bretagna.

Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly ha commentato la mossa, dicendo: “Ho convocato l’incaricato d’affari iraniano dopo che i giornalisti che lavorano in Gran Bretagna sono stati esposti alle minacce dirette alla loro vita dall’Iran. Non tollereremo minacce e intimidazioni da paesi stranieri nei confronti di individui che vivono in Gran Bretagna”.

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