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Italia e Cina, due grandi culture, un antico legame. Presentato il libro di Simona Agostini

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Al microfono Alessandro Bianchi il rettore dell’Ateneo Pegaso

Simona Agostini è una specialista del settore economico che si occupa da lungo tempo dei suoi trend e delle sue evoluzioni. Il frutto delle sue ricerche relative al Celeste Impero è stato pubblicato sulla rivista bilingue “Cina in Italia” e sull’e-magazine “Futuro Quotidiano” in articoli e saggi. Essi, successivamente, sono stati raccolti nel libro: “La Cina non corre…vola”. Il volume è stato presentato, a Roma, nella sede dell’Università telematica “Pegaso” con il patrocinio del format “Le Officine di UniPegaso” e le Associazioni “Scelgo Europa” e “Futura Ancislink”. All’evento, con l’autrice, sono stati presenti il Rettore dell’Ateneo Alessandro Bianchi, il Vice Presidente dell’Associazione Stampa Estera Maarten van Aalderen, l’Ambasciatore Riccardo Sessa, l’editrice di “Cina in Italia” Hu Lanbo, la giornalista RAI – TG1 Adriana Pannitteri, il Direttore editoriale di “Futuro Quotidiano” Velia Iacovino, la giurista Valeria D’Agostino. Moderatore è stato il Docente di Economia del Turismo dell’Università “UNINT” Antonio Magliulo. Nel corso della serata è stato letto un messaggio di saluto e di partecipazione all’iniziativa editoriale da parte del Sottosegretario MIBACT Dorina Bianchi. Durate l’evento vi è stata una presentazione brillante e sintetica dei contenuti dell’opera da parte dei relatori. Dai loro intereventi è emerso che l’autrice nel libro invita a riflettere su grandi temi con una serie di domande implicite. Ad esse fornisce delle risposte che illuminano una parte del quadro generale che rimane, sullo sfondo, indefinito a causa della complessità e sfaccettatura degli oggetti trattati. Il titolo dell’opera ha dominato tutta la discussione della serata ed ha sintetizzato egregiamente quello che è attualmente la Cina. Il libro ha uno stile immediato, scorrevole, che lascia poco spazio a probabili ipotesi preferendo una ricchezza di contributi su dati reali che evidenziano le reciproche opportunità nel rapporto tra l’Italia e la Cina.

Simona Agostini, autrice del libro

Questo legame ha radici profonde, basti pensare che nel Celeste Impero gli stranieri più conosciuti sono Marco Polo e Matteo Ricci. In altri termini, questo scambievole flusso è antico, fondandosi sull’incontro della nostra cultura con quella millenaria orientale. In questa linea una delle parole emblematiche è lungimiranza, intendendo con essa la ricerca delle ragioni comuni di azione nella consapevolezza che non è sufficiente affidarsi alla mano invisibile del libero mercato per avere mutui benefici. Accanto ad essa è necessaria anche la mediazione degli interessi affidata ad una politica accorta, aperta e con una visione a lungo termine. A tal proposito sono gli innumerevoli ed importanti cambiamenti nelle relazioni internazionali ad aver spinto l’autrice ad aggiornare ed integrare le analisi svolte in un precedente libro anch’esso dedicato al Celeste Impero.

Le grandi sfide che la Cina deve fronteggiare possono essere riassunte nel concetto che il Paese si trova a dover gestire il passaggio epocale da un modello di sviluppo trainato e centrato sulle esportazioni a quello che mira ad una crescita basata su maggiori consumi interni con inevitabili riflessi, ad esempio, sui livelli dei salari, sulla tutela dei lavoratori. Ne deriva che la Cina ha un volto bifronte come quello di Giano. Detto diversamente, il Pil registra tassi di crescita che, seppur inferiori rispetto ad un recente passato, rimangono decisamente superiori rispetto a quelli di molte economie occidentali. Inoltre vi sono alcuni settori, come quello tecnologico, che lo pongono, per molti aspetti, in una posizione di leader e non più di “fabbrica del mondo”. Nello stesso tempo permangono forti sacche di arretratezza soprattutto nelle zone centrali e rurali o di povertà nelle città legate al sistema del welfare. Il libro sottolinea anche il ruolo egemone che sta assumendo nella geopolitica internazionale la Cina, che è in grado di svolgere una funzione determinante nel mantenimento di delicati equilibri in numerose aree del mondo, come quella coreana. Nel tempo è derivato un cambio di paradigma, cioè l’Impero di Mezzo ha abbandonato la precedente posizione che la vedeva dietro le quinte sul palco globale per affermare la propria identità e forza con titaniche iniziative commerciali ed infrastrutturali come la “nuova via della seta”.

Un momento del convegno

Nel complesso, il volume è molto acuto nel fornire le dimensioni e le ragioni del successo dell’Impero di Mezzo.  Tra questi fattori un ruolo di primo piano è assunto dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping. Di quest’ultimo è stato sottolineato, nel corso della presentazione, un aspetto di cui hanno parlato poco i media. Il riferimento è al fatto che il pensiero del Presidente Jinping sul socialismo cooperativistico cinese per una nuova era ha avuto un tale successo che è stato inserito tra le linee guida della Costituzione del Partito Comunista. Si tratta di un privilegio che è stato riservato in precedenza solo a Mao Zedong.

Un altro dato interessante che emerge dal libro è che l’Italia e la Cina possono essere definite come una sorta di due “giganti” culturali. Tale considerazione pone il nostro Paese in una posizione privilegiata e di prestigio rispetto al Celeste Impero, per cui non dovremmo disattendere queste aspettative ma accrescere e rafforzare i reciproci legami. In questa prospettiva di scambio vi è, ad esempio, un campo in cui l’Italia può offrire un contributo qualificato. Il riferimento è ad alcuni principi che derivano dal diritto romano e che potrebbero essere introdotti nella legislazione cinese per attualizzarla. Gli scambi tra docenti universitari italiani ed omologhi cinesi hanno prodotto i primi frutti con l’adozione, tra le altre statuizioni, di norme maggiormente attente alla tutela dei consumatori ed alla responsabilità del produttore oltre che di quella del venditore di prodotti.

 

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