Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

La ‘Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture’ e i problemi delle Borse cinesi

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banca asiaticaSi tratta di una struttura finanziaria internazionale e multilaterale per la costruzione di infrastrutture alla quale aderiscono 57 Paesi fondatori . Attualmente vanta un capitale di 50 miliardi di dollari che sarà a breve incrementato al doppio e finanzierà la costruzione di infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo del continente asiatico. La Cina è principale azionista e i membri non asiatici non possono superare il 25% delle azioni. I prestiti, le partecipazioni, le garanzie rappresentano i suoi ambiti principali al fine di finanziare investimenti nei trasporti, nell’energia, nelle telecomunicazioni, nell’agricoltura, nello sviluppo urbano e nell’industria (Cina in Italia n° 119). Sui mercati l’Aiib viene considerata in contrapposizione al Fondo Monetario Internazionale (Fmi), alla Banca Mondiale, le cui scelte strategiche sono largamente controllate dagli Stati Uniti e all’Asian Development Bank (Adb) (dal Giappone) (Wikipedia) , ma Wej Jianguo ex Vice Ministro del Commercio della Repubblica di Cina e Vice Presidente del China Center for International Economic Exchanges che ha seguito da vicino dal 2013 i progressi della costruzione di questo Istituto afferma che gli obiettivi non sono gli stessi: per la Adb e la Banca Mondiale la priorità è rappresentata dalla riduzione della povertà, mentre gli investimenti in infrastrutture sono di minore entità. In un momento in cui l’Asia è assetata di infrastrutture e la domanda è in enorme crescita (ogni anno sono necessari 800 miliardi di dollari e la Asian Development Bank e la Banca Mondiale ogni anno possono stanziare solo 20 miliardi di dollari) la creazione della Banca Asiatica d’Investimento potrebbe rivelarsi una manovra preziosa. In futuro gli investimenti potranno riguardare anche infrastrutture non limitate all’Asia e al Pacifico (China Newsweek) . Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Svizzera sono entrati a far parte dei Paesi fondatori della Banca Asiatica d’investimento per le infrastrutture e la partecipazione dei Paesi Europei è importante per garantire credibilità e solidità istituzionale alla nuova banca (Rsi Svizzera). In un mondo globalizzato la scelta della Cina si fonda sulla coesistenza e la complementarietà e rappresenta il meccanismo per non entrare in collisione con gli Stati Uniti e con altri Paesi, vuole essere una scelta e un veicolo di integrazione. I Paesi in via di sviluppo, in Asia e altrove, hanno un bisogno disperato di investimenti in infrastrutture, i progetti sono a lunga scadenza, costosi e le risorse della Banca Mondiale e della Banca Asiatica per lo sviluppo sono inadeguate rispetto alle necessità. Pertanto, la Cina vuole investire una piccola parte dei suoi 3.800 miliardi di riserve estere nell’Aiib, ed essere una protagonista responsabile.

È una buona notizia?

Jack Lew, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato che Washington teme che la nuova banca possa non rispettare “ i parametri più stringenti a livello globale “ in termini di governance e di attività di prestito con una corsa al ribasso sugli standard. Si può supporre però che il vero timore degli Stati Uniti sia che la Cina possa riuscire a creare istituzioni che indeboliscano la loro influenza sull’economia globale. Jack Lew non considera che gli Stati Uniti dagli anni dopo la seconda guerra mondiale danno prova di saper costruire istituzioni moderne al passo con i tempi, e che Stati Uniti, Unione Europea e Giappone difendono con le unghie e con i denti la loro influenza sulle istituzioni finanziarie mondiali. Ma il Mondo contemporaneo è cambiato rapidamente negli ultimi 30 anni. Nel 1980 il 64% della produzione mondiale aveva origine nei Paesi industrializzati, contro il 26% dei Paesi classificati emergenti, nel 2014 la produzione dei Paesi emergenti aveva già superato quella dei Paesi industrializzati. Entro il 2018 la produzione mondiale dei Paesi industrializzati sarà del 40% (pubblicazioni Fmi).

Il “ Potere “ non si arrende mai all’ascesa di nuovi imperatori.

L’Ocse sottolinea che l’arretratezza delle infrastrutture ancora diffusa in Cina, caratteristica delle economie in via di sviluppo, incentiva investimenti nel settore e la crescita nei prossimi anni, fino banca asiaticaal 2020, potrebbe mantenersi costante tra il 7 e l’8%. Ma di recente il Fondo Monetario Internazionale ha espresso una forte preoccupazione per lo stato di salute dell’economia cinese, spiegando come l’eccessivo affidamento sugli investimenti rischiasse di destabilizzare l’economia cinese. Alla fine la bolla cinese è scoppiata dalla fine di luglio, e gli squilibri finanziari non si fermano alle borse di Pechino e Shanghai, hanno fatto tremare le borse di tutto il mondo! In pochissimo tempo il Dragone ha perso tutto quello che aveva guadagnato in un anno, e migliaia di famiglie cinesi colte dal panico hanno ritirato tutti i loro investimenti mandando in tilt un sistema ancora giovane per avere la forza di tenere. Ma in crisi non è andato solamente il trading delle famiglie e la deregolamentazione voluta da Pechino, il “ panic selling” ha contagiato i privati e i grandi investitori, e come succede in tutte le borse del mondo, quando il vento gira al contrario si è costretti a vendere! Anche se il Pil in Cina continua a crescere in misura non inferiore al 7% (crescita impensabile per i Paesi industrializzati) l’Fmi ha pubblicato un rapporto intitolato “ Is China over-investing and does it matter “, spiegando come secondo gli analisti occidentali il finanziamento d’investimenti in eccesso avrebbe potuto causare ampie distorsioni. A nulla sono servite le precauzioni adottate dal Presidente Cinese Xi Jinping nel controllare l’inflazione, attuare riforme, ridurre la dipendenza dall’export, svalutare la moneta interna, sviluppare il mercato interno, sostenere le forti perdite sui mercati interni con massicce immissioni di denaro pubblico, immettere sul mercato 20 miliardi di euro (questa iniezione di liquidità in euro ha fatto molto bene alla nostra moneta che sui mercati internazionali, se confrontata con tutte le altre monete e particolarmente con il dollaro e viene considerata una moneta sicura ed è una delle poche valute che registra un reale guadagno sul dollaro).

Nel 2009 Kissinger in un incontro con il Premier Cinese ha detto una frase sulle relazioni tra Stati Uniti e Cina, ricordando che quando gli Stati Uniti hanno sostituito la Gran Bretagna come potenza mondiale, il processo è stato pacifico. Lo scorso anno ha ribadito che le regole del gioco debbono essere rispettate e senza una forte collaborazione non si risolve nulla. Alcuni si aspettavano che come la Cina fosse entrata nella mischia sarebbe entrata in collisione con gli Stati Uniti e altri Paesi, ma la politica cinese non è di collisione ma di integrazione “ una persona da sola può procedere molto rapidamente, ma molte persone insieme possono andare molto lontano “. E a conferma di quanto sopra esposto si è scoperto il vero motivo del crollo della borsa cinese: in tv, un giornalista economico si è detto “ responsabile “ e si è autoaccusato per aver contribuito a provocare “ panico e paura “ tra gli investitori pubblicando un articolo irresponsabile che ha portato gli investitori a pensare che i prezzi delle azioni fossero troppo alti e che fosse arrivato il momento di vendere. Se molte persone si mettono a vendere, anche chi è abbastanza sicuro dei suoi investimenti preferisce vendere creando il panico nelle borse ( Focus economia di Sebastiano Barisoni- Radio 24- 01.09.2015).  L’Agenzia Nuova Cina ha annunciato che sono 197 i responsabili del crollo delle quotazioni azionarie delle principali borse cinesi, che le manipolazioni finanziarie sono state arginate e che i responsabili sono stati arrestati dalle autorità. Ci sarà un giorno in cui l’economia mondiale potrà essere gestita con il contributo di tutti i Paesi del Mondo, o è solo utopia pensare che un governo globale dell’economia responsabile possa essere il veicolo per far progredire la pace e lo sviluppo economico mondiale?

Simona Agostini

L'Autore

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