Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

La cosa che mi manca di più inizia per ‘elle’

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elleUna mia amica mi ha ricordato che la condizione migliore per combattere il caldo e’ quella dei single. Non passare ore davanti ai fornelli, ad esempio, o tornare a casa e sdraiarsi come una sfinge in divano senza muovere un dito fino al mattino seguente. In effetti in caso di afa (e non solo) può essere un lusso. Per non parlare del letto: quello mio di una volta aveva sempre una mezza parte più fresca (e almeno un cuscino da alternare ogni mezz’ora). Adesso siamo in tre a dividere le stesse lenzuola. A cucinare bisogna cimentarsi per forza (per mio marito e’ la dimostrazione fisica del mio amore e per me è la dimostrazione fisica del mio amore verso mio figlio) e rimanere immobili per più di mezzo secondo ha minori probabilità di riuscita di un terno secco sulla ruota di Napoli. Quindi, in sintesi, la mia amica ci ha preso. Come quando dice che non vuole figli per non avere pensieri. Ha usato l’immagine di uno zainetto. Ha detto: mi piace viaggiare leggera. Così la vedi sempre in giro con delle meravigliose pochette: a mano, da sera, eleganti, quelle dove c’entra soltanto il rossetto, la chiave di casa o un pacchetto di preservativi alla fragola. Stupenda. Al confronto la mia borsa e’ più incasinata di un suk ad Islamabad. Palle, pallette, palloni: dei più svariati colori. Aspirine, salviette, cerotti e fazzoletti di carta. C’e’ il doppio scomparto cucina con menù fisso più alcune variabili furbe; un armadio portatile; il kit per la pioggia, la zona giocattoli e la sorpresa del giorno.

Naturalmente non serve mai nulla perché Federico non è un mangione, immolerebbe tutte le sue macchinine pur di battere i piedi dentro la prima pozzanghera di acqua sporca e delle salviette non ne puoi fare a meno solamente nel giorno in cui non ce le hai. Tant’è. Potendo, io nel borsone ci infilerei volentieri anche una piscinetta gonfiabile per le giornate più calde. Quando c’è amore non pesa. Così come non mi pesano tante altre cose. Non ho più mangiato frutti di mare, ad esempio. Faccio a meno del tacco dodici, compro i vestiti a lui piuttosto che a me, non frequento più una palestra, non volo più oltreoceano, preferisco cenare in casa che al ristorante; col pupo ogni volta e’ un’impresa. E poiché è diventato difficile persino incastrare la manicurista ho imparato a farmi da sola la riga bianca del french. E chissenefrega se viene quasi sempre a zigzag. Sono sincera: e’ da un po’ che faccio a meno anche di certi baci bollenti, tanta e’ la voglia  la sera di stare insieme a mio figlio. Amore, non te la prendere se dico quello che sto per dire (sempre che tu mi legga senza limitarti soltanto a cliccare mi piace). C’e’ solo una cosa di cui io lamento l’assenza e davvero mi manca. E’ una cosa di cinque lettere che inizia per elle. elle

Elle di libri. Quando tutto intorno a te crolla, un libro può salvarti la vita. Tornare a casa con il desiderio di riprendere laddove ci si era fermati. Le pagine aperte tra le lenzuola. Dimenticarsi di tutto. Di quell’amore che ti ha tradito, del capo al lavoro, l’affitto, il traffico, delle trame dei peggiori nemici. Dimenticarsi finalmente di se’ e poi addormentarsi. << La leggerezza di rimanere un po’ tra le nuvole>>, ho detto alla mia amica. Quello era bello. Chiudersi la porta dietro le spalle. Rimanere in stand by, ore e poi ancora ore. Anche giorni. E adesso che sono fin troppo presente a me stessa -gli occhi apertissimi e la testa mai e poi mai vuota- ci vorrebbe un libro per non prendermi troppo sul serio. Per ridere quando mi viene da piangere e per distrarmi persino dal troppo amore, quello grande, immenso, inspiegabile. Che da’ alla testa. Ti tiene in pugno, ostaggio a vita, per sempre, e purtroppo non c’è cosa più bella.

Fiorella Corrado

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