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molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

La guerra dei dazi

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European Union (EU) trade commissioner Cecilia Malmstrom

L’Europa continua a sperare in una mediazione dell’Organizzazione del Commercio Mondiale. Ma intanto la Commissione Europea ha risposto ai dazi imposti dagli Stati Uniti su alluminio e acciaio, adottando il regolamento che predispone le cosiddette misure di riequilibrio. Misure che a partire dal 22 giugno colpiranno, come è stato annunciato, “una lista di prodotti del valore di 2,8 miliardi ed entreranno in vigore il 22 giugno”.

“Non avevamo scelta, non volevamo trovarci in questa posizione, ma la decisione unilaterale e ingiustificata degli Stati Uniti non ci consente lternative” ha sottolineato  la commissaria al Commercio Ue Ceciclia Malmstroem.

“Il commercio internazionale  che abbiamo sviluppato negli anni insieme ai nostri partner americani – ha spiegato- non può essere violato senza una reazione da parte nostra. La nostra risposta è misurata, proporzionata e in linea con le regole del Wto. Inutile dire che se gli Usa rimuovono i loro dazi anche le nostre misure saranno rimosse”.  

Tra i prodotti colpiti i jeans Levi’s, le magliette di cotone, le motociclette Harley Davidson, e in generale le motociclette sopra i 500 cm3 di cilindrata, il burro d’arachidi. Nell’elenco anche vari tipi di succo d’arancia e di mirtillo,   riso e  mais confezionato,  bourbon,  whisky, digari, sigarette e altri prodotti del tabacco, imbarcazioni e yacht, motori per barche, canoe e carte da gioco (con un dazio aggiuntivo limitato (10%), e diverse merci legate all’alluminio e all’acciaio.

Ma ora c’è da vedere quale sarà la risposta della Cina che  importa merce dagli Stati Uniti per 130 miliardi di euro, contro gli oltre 500 miliardi di dollari esportati. Pechino, ad esempio, secondo alcuni economisti, potrebbe decidere una vendita massiccia di titoli del Tesoro americano, per aumentare i rendimenti e di conseguenza i costi dei prestiti concessi agli Usa; oppure procedere alla svalutazione dello yuan; o imporre misure regolatorie sui settori chiave per la produzione americana in Cina.

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