Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

L’ambasciatore del Qatar fa il punto sulla crisi del Golfo

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Fari accesi sulla riunione del Consiglio di Cooperazione del Golfo, convocata per il 5 e il 6 dicembre. Anche se non è ancora nota l’agenda ufficiale del summit, l’emergenza nello Yemen, paese devastato dalla guerra e dal colera,  e l’embargo nei confronti del Qatar, che dura esattamente da sei mesi, saranno i temi al centro del dibattito.  L’emiro Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani ha confermato che sarà personalmente presente  alla riunione,  anche a riprova della sua piena e ampia disponibilità a trovare una soluzione per chiudere la grave crisi, scoppiata il 6 giugno scorso, quando Arabia Saudita ed Emirati, annunciarono il blocco commerciale e diplomatico nei confronti del suo paese accusando Doha  di sostenere il terrorismo e di appoggiare Iran, Hezbollah ed i ribelli Houty nello Yemen.

“Il Consiglio di Cooperazione del Golfo è un’occasione importante da cogliere per dare il via a negoziati”, ha detto  Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki, l’ambasciatore del Qatar presso lo stato italiano, nel corso di un incontro con gli studenti della John Cabote University di Roma. “Da parte nostra –ha detto il rappresentante diplomatico- c’è piena e totale disponibilità al dialogo,  ma ad un dialogo che sia rispettoso della nostra dignità e sovranità, pertanto  continueremo a respingere con determinazione i tentativi di chi vuole imporci condizioni” .

Al Malki, che da  mesi è intensamente impegnato a evitare che l’immagine del suo paese in Italia possa essere minimamente scalfita dall’ “ingiusto blocco” imposto dagli ex stati fratelli, che hanno chiuso le loro frontiere con il Qatar, cancellati i voli aerei e i rapporti economici,  ha sottolineato che, se l’obiettivo era quello di indebolire  il Qatar, Emirati ed Arabia Saudita non lo hanno centrato.  “Il nostro paese –ha aggiunto- è più forte che mai, continua ad avere e a sviluppare le sue relazioni internazionali, a rimanere saldamente sulla scena internazionale ea difendere i suoi  interessi”.  Contro il Qatar, ha sottolineato l’ambasciatore,  sono state utilizzate fake news, diffuse da hacker che hanno fatto incursione nei nostri media. Una vicenda sulla è stata avviata anche un’inchiesta. Vi partecipa anche l’Fbi,  ha riferito al Malki, precisando che  al termine “Doha valuterà le opportune iniziative legali”. “Contro il Qatar – ha aggiunto- sono state costruite a tavolino accuse totalmente infondate. Noi –ha assicurato- non solo non affatto finanziamo il terrorismo, ma siamo il paese più impegnato della regione a contrastarlo davvero. E al blocco, che colpisce ventimila famiglie miste e tanti studenti universitari dei paesi vicini che frequentano le nostre scuole che sono le migliori della regioni, stiamo reagendo, spiegando al mondo come sono andate davvero le cose”.

E in tanti cominciano a capirlo. Con l’Italia, ha riferito l’ambasciatore, i rapporti sono ottimi e in crescita costante, come dimostra la recente apertura di un Consolato generale a Milano e l’apertura di un ufficio per l’addetto miliare a Roma, oltre all’annunciato accordo per l’acquisto del 49% della compagnia aerea Meridiana. Non solo. Anche con gli Stati Uniti le relazioni vanno a gonfie vele, nonostante le dichiarazioni filosaudite della prima ora fatte dal presidente Donald Trump nei primi giorni della crisi. L’ambasciatore ha ricordato che la più grande base americana nel Golfo è proprio in Qatar e che Doha ha recentemente firmato con Washington un accordo per la fornitura di 36 caccia f-15 a Doha

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