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Le forti criticità delle imprese dell’ospitalità: l’emergenza non è finita

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In vista delle nuove imminenti misure del Governo Draghi concentrate sul mondo aziendale, emerge l’esigenza per il Governo stesso di fare una attenta riflessione sulle attuali criticità delle imprese dell’ospitalità. Le Associazioni di categoria stanno giustamente inviando al Governo messaggi allarmanti. Anche il Presidente del Movimento Imprese Ospitalità (M. I. O. legato a Federturismo/Confindustria), Paolo Bianchini, di frequente segnala alle forze di Governo le serie difficoltà che stanno purtroppo continuando ad affrontare le tante imprese dell’ ospitalità, che rappresentano oltre il 12 per cento del PIL del nostro Paese.

Nelle numerose città d’arte, che il nostro Paese si può vantare di avere, si registrano ancora molti alberghi chiusi senza prospettive a breve di riapertura, ristoranti, bar e pub con pochi clienti e con un fatturato fallimentare. Infatti gli albergatori, i gestori di ristoranti e bar, di B&B e di strutture analoghe stanno riscontrando un recupero molto lento del flusso turistico, soprattutto quello estero di fondamentale importanza.

La soluzione del Green Pass sia nel nostro Paese che nei Paesi della Comunità Europea sta vivendo i suoi primi sviluppi in un contesto ancora di incertezza e di non piena chiarezza dei requisiti richiesti per poter disporre di tale certificazione, senza peraltro una puntuale indicazione degli Organi o Enti istituzionali incaricati della relativa gestione e corretta applicazione a livello nazionale e locale (Organi centrali del Ministero della Sanità, Amministrazioni locali, ASL). Ne consegue come la presenza di clienti stranieri negli alberghi, nei ristoranti e nei bar risulti, come detto, molto deludente per gli operatori dell’ospitalità direttamente interessati, rispetto alle aspettative di forte ripresa del turismo internazionale che anche il nostro Governo aveva programmato in tempi brevi. In verità il mercato dell’ospitalità in questa nuova fase postcovid è una realtà molto complessa che vive soprattutto di suggestioni e di emotività, più che di normative ad hoc. Infatti alcuni operatori dell’ospitalità, nell’intervistare i pochi clienti stranieri che si avventurano nel nostro Paese, si rendono perfettamente conto come sia difficile per il turista straniero recuperare, almeno in tempi brevi, quel grado di fiducia, di sicurezza e di serenità che garantisca loro, anche sotto il profilo psicologico, quelle condizioni richieste per organizzare con interesse un viaggio all’estero, anche e soprattutto in Paesi di forte attrazione culturale come l’Italia.

Ancora molte norme di non facile interpretazione e troppa burocrazia per entrare in Italia anche per i turisti di oltreoceano come gli attesi americani. Ed ecco importanti quesiti con ancora nessuna risposta di massima certezza per l’ingresso del turista straniero nel nostro Paese. Anche perché, pur se talvolta tali interrogativi sono chiariti e soddisfatti dalla nostra normativa con puntuali risposte, queste ultime non risultano a tutt’oggi adeguatamente divulgate tramite i media e new media dagli Organi di Governo e dagli Enti istituzionalmente competenti : chi risulta vaccinato per il nostro Paese e per quanti mesi è considerato tale (6 o 9 mesi), chi non è vaccinato quanti e quali tamponi deve fare prima di entrare nel nostro Paese, chi ha subito il Covid e ha molti anticorpi sulla base dell’esame seriologico come si deve regolare ai fini del Green Pass, dal momento che c’è molta incertezza dei medici nel somministrare in tal caso il vaccino. Insomma anche sul piano normativo ci sono ancora, se non confusione, almeno aspetti di non facile interpretazione, il che crea disagio e seri dubbi che possono certamente frenare l’interesse dei turisti stranieri a visitare l’Italia e le sue città d’arte.
A ciò si aggiunge il timore dei turisti stessi di esporsi ai rischi sanitari riguardanti Paesi, come anche il nostro, che vivono sempre con preoccupazione lo sviluppo di varianti del Covid, come quella indiana. Uno scenario veramente preoccupante e poco confortante per la ripresa del turismo straniero nel nostro Paese, quale risorsa dominante per assicurare nuova vitalità all’economia delle imprese dell’ ospitalità. Tutto ciò dovrebbe agevolare una seria e tempestiva riflessione da parte del Governo Draghi, perché anche le imprese dell’ospitalità possano essere sempre ricomprese in quelle realtà aziendali che hanno ancora bisogno di misure emergenziali di sostegno in tema, tra l’altro di nuovi contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati, nonché di copertura della cassa integrazione fino ad almeno tutto il 2021, con la garanzia di salvaguardare il posto di lavoro di un numero molto esteso di lavoratori dell’ospitalità. Governo Draghi non sottovalutare questo grido d’allarme delle imprese dell’ospitalità e le loro motivate aspettative che impongono anche una immediata ed impegnativa campagna istituzionale volta a favorire le migliori soluzioni per un autentico sviluppo del turismo internazionale nel nostro Paese.
Caro Presidente Draghi, il settore dell’ospitalità è stato, resta e sarà sempre una risorsa strategica del nostro Paese che non può essere assolutamente delusa.

Paolo Cuomo membro dell Esecutivo Italia dei Valori

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