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quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Lega musulmana, in Italia tanti imam ignoranti. Terreno fertile per il terrorismo

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L’islam in Italia è rappresentato male, è organizzato male, è distante dai problemi delle comunità, non sa dialogare con la società Lega musulmana mondialecircostante e vive una sua vita a parte e ai margini. Molti imam sono improvvisati, non conoscono il Corano, spesso sono espressione della politica e degli interessi dei paesi dai quali provengono e per tutte queste ragioni non rappresentano un buon argine al diffondersi del seme cattivo del terrorismo, i loro sermoni del venerdì sono di livello scadente, poco adatti a un target di immigrati o figli di immigrati che hanno bisogno di essere aiutati a integrarsi, a crescere, a sviluppare una buona cultura religiosa. Usano parole non appropriate, che spesso si prestano a interpretazioni ambigue, non sanno spiegare che l’Isis con le sue atrocità contradice i precetti Coranici, tradisce l’Islam, che predica la pace e il rispetto per le altre religioni, e non sanno dare risposte soddisfacenti. A bocciare senza appello i leader musulmani che vivono nel nostro paese e le organizzazioni che operano sul territorio, è Fareed Alkhotani, tra le massime autorità islamiche internazionali che FUTURO QUOTIDIANO ha incontrato insieme ad altri colleghi alla Stampa Estera. Alkhotani è il presidente per l’Italia della Lega musulmana mondiale, رابطة العالم الإسلامي, Rābiṭa al-ʿālam al-islāmī, che è una potente e ramificata organizzazione non governativa, che ha la sua sede centrale alla Mecca, e della quale fanno parte 60 ulema, i più autorevoli dottori dell’islam di 52 paesi, tra cui anche l’Iran, e che ha tra i suoi obiettivi il dialogo tra l’Islam e le altre religioni ma anche all’interno dell’islam stesso.“Per due anni abbiamo monitorato la situazione su tutto il territorio, e il dossier Italia è davvero insoddisfacente. E così non va”, ha detto Alkhotani, che la Lega musulmana ha inviato nel nostro paese, dove vivono oltre 1 milione e 700 mila musulmani che fanno capo a circa 2 mila tra moschee, centri culturali e associazioni, per rimettere a posto le cose in questa variegata e informe galassia islamica, che rischia di diventare, proprio a causa della sua inadeguatezza, permeabile all’integralismo, al terrorismo e alle chimere dell’Isis e di al Qaeda. Una missione che non si prospetta facile. “In altri paesi europei, come Francia, Germania, Austria, Belgio, lo scenario è diversissimo, molto migliore –ha spiegato – Qui l’islam invece ha un grosso problema: è ignorante, il peggiore nel Vecchio continente e non si interessa di capire i valori e i principi della nazione ospite, delle sue istituzioni. Ed è anche per questo che non è riuscito a ottenere, nonostante vari tentativi, il riconoscimento dello stato italiano”. Ci ha provato l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche italiane), ci hanno provato il Coreis (Comunità religiosa islamica) e la Federazione Maghrebina.
moscheag.jpg1Il nuovo corso, ha assicurato Alkhotani, partirà presto e partirà proprio da Roma, dalla Grande Moschea, che è finanziata dalla lega, dove l’imam è scelto dalla moschea di Al Azhar del Cairo e il direttore del centro cultura è marocchino e otto ambasciate hanno voce in capitolo. Sabato si riunirà il consiglio di amministrazione e si farà il punto su tutto ciò che non funziona. “La Moschea di Roma –ha spiegato l’inviato della Lega – non ha saputo svolgere il ruolo importantissimo di collegamento tra i musulmani e la società italiana, non è riuscita a promuovere il dialogo religioso, ad aprirsi all’esterno, a organizzare una propria scuola.Ma qual è il piano della Lega musulmana per l’islam italiano? “L’idea –ha spiegato Alkhotani- è quella di costituire una rete di consigli regionali composta da rappresentanti eletti dalla comunità che facciano capo a un unico organismo centrale di coordinamento”. Sembra facile, ma non lo è. “Potrebbero volerci anche dieci anni”, ha detto con un certo rammarico, anche se al progetto hanno aderito 250 associazioni.

Intanto proprio oggi la polizia ha smantellato una cellula islamica attiva tra il Piemonte e l’Albania che reclutava combattenti per il Califfato. Tre gli arresti eseguiti: due albanesi, Alban ed Eìlvis Elezi, e un italiano. Un giovanissimo aspirante miliziano dell’Isis di Como è stato sottoposto a sorveglianza speciale. Scoperto anche un documento di propaganda filo-jihadita scritto in italiano.  Perquisizioni  a tappeto sono state condotte in  Lombardia, Piemonte e Toscana.

 

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