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molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

L’energia rinnovabile riparte dalle spremute d’arance

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Trasformare gli scarti degli agrumi in energia elettrica. Un’idea originale e per alcuni forse un po’ folle ma che mira a convertire quello che fino a oggi ha rappresentato un costo di 10 milioni di euro per il suo smaltimento in una fonte di energia rinnovabile. A questo punta “Energia dagli Agrumi”, il progetto pilota che coinvolge l’Università di Catania, il Distretto agrumi della Sicilia e la cooperativa Empedocle e che gode di un finanziamento non vincolato da parte della Coca Cola.

Il “pastazzo”: la nuova fonte di energia rinnovabile

Pastazzo

Pastazzo

E’ difficile certo immaginare quale processo possa dalle arance, il frutto utilizzato per le spremute, portare alla creazione di energia da utilizzare poi per illuminare le nostre abitazioni. Eppure tutto questo è davvero possibile grazie al “pastazzo”, lo scarto che si ottiene dalla lavorazione industriale degli agrumi. Proprio questo sarebbe infatti il motore che permetterebbe di trasformare tali frutti in un particolare tipo di biogas: il biometano e i bioprodotti.

Quanto costa smaltire questo rifiuto

Oggi smaltire il pastazzo, che viene gestito come rifiuto, costa l’ingente cifra di 10 milioni di euro all’anno, trattandosi di circa 340 mila tonnellate. Ecco allora l’idea di convertire questo trend utilizzando un elemento, che da residuo, può essere valorizzato come una preziosa fonte di energia riutilizzabile. L’impianto di Catania ha pensato bene di servirsene per la produzione di energia elettrica, biometano, bioprodotti e come nutriente per il terreno.

Le arance illumineranno 333 abitazioni

catania pastazzo

Presentazione progetto pilota

Grazie a un particolare sistema di riconversione studiato dai ricercatori dell’impianto siciliano, la nuova energia prodotta può essere utilizzata per alimentare impianti energetici domestici. Per far questo è necessario però un ulteriore processo di riconversione che può creare circa 1 megawatt a partire da 500 metri cubi di biogas. Il risultato? Trecentotrentatre abitazioni private potranno essere illuminate grazie a dei semplici scarti alimentari. L’intento è ora quello di estendere il progetto in tutta la Regione; venti di questi impianti potrebbero bastare per trasformare tale scarto costoso in una vera e propria risorsa economica.

Sara Pizzei

L'Autore

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