La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Lettera sul futuro di un bambino appena nato

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Caro lettore,

chi ti scrive è un bambino appena nato. Poche ore di vita e già ho avuto la possibilità di annusare quanto mi ruoterà intorno. Eppure, adesso, posso commentare un po’ di cose da una posizione sicuramente privilegiata, perché io ed i miei altri simili possiamo rivendicare se non altro uno sguardo innocente sul mondo, ma anche un discreto interesse ad un futuro migliore di quello che voi uomini del 2014 ci vorreste prospettare. A ciò che verrà non guardiamo con preoccupazione, semmai guardiamo con un po’ di apprensione al vostro modo di costruirlo questo futuro, quasi che si potesse autodeterminare e come se le vostre singole azioni non avessero nessuna ricaduta su di esso. Guardaci. Più o meno teniamo tutti i pugni chiusi mentre dormiamo qui nei nostri lettini della nursery. Non sono un segno distintivo politico per noi, semmai sono mani piene di speranza pronte ad aprirsi con favore su tutto quello che verrà. Voi invece con questa mania dei gesti e dei significati di essi avete corrotto quasi tutto e addio innocenza.

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Difficilmente per noi esiste questo tipo di univocità, perché siamo aperti alle varie soluzioni del possibile e niente rientra per noi in quello strano circolo che voi chiamate rapporto causa-effetto. Allora capisci la speranza, almeno credo. Capisci perché possiamo spaziare da un gioco all’altro con tanta facilità. Perché storpiamo le parole facendole risuonare in un universo tutto nostro e perché abbiamo quella strana passione per tutto ciò che indifeso si muove sulla faccia della terra. Questi giorni non ci dicono niente di buono. Ci sono diversi fronti di crisi aperti: Ucraina, Libia, Siria ed Iraq. E noi la guerra non la possiamo capire, perché non ci appartiene come la corruzione, la volontà di possesso e di dominio. Voi la fate per motivi apparentemente importanti, ma in realtà futili. Volete un pezzo di terra in più, l’autonomia e l’indipendenza. O per motivi apparentemente religiosi. Messe tutte insieme queste cose non giustificano un solo filo di sangue sparso. Perché nel nostro venire al mondo, come in quello di tutti d’altronde, c’è una sacralità talmente speciale che tutto il resto dovrebbe ammutolire e tornare ad occuparsi solo del nostro respiro, di qualsiasi colore esso sia. Perché in fondo, il più delle volte, nasciamo da un atto di amore e di quello vorremmo essere testimoni con tutta la poesia dei nostri gesti che, guarda caso, vi inteneriscono tutti.

L’innocenza ha un prezzo. A voi piacerebbe comprarla a buon mercato, come tutte le altre cose. Invece è una delle virtù più costose perché richiede una certa dose di distacco da sé e da tutto ciò che ci circonda. Ed anche un bel po’ di intelligenza. Perché l’odio non è intelligente, per niente. Non è intelligente spargere minacce globali come possono avere in mente di fare i terroristi di turno. Soprattutto non è intelligente invocare Dio per uccidere. Non è intelligente mettere bombe dovunque, anche solo a parole. Non è intelligente occupare uno stato sovrano, come non è intelligente impedire che uno stato possa diventarlo. Non è intelligente la politica che promette senza mantenere o che va avanti solo per orgoglio verso una qualche meta desiderata. Non è intelligente spargere panico nei telegiornali, senza dare mai qualche buona notizia e non è intelligente, caro mio lettore, l’audience in generale che cerca solo brutte notizie.
Alla fine sembra che tutto si risolva in una pura questione economica, anche il lavoro, che da diritto è diventato mercato, e se mercato deve essere vuol dire che c’è chi vende lavoro e chi compra. E addio al diritto di svolgere una professione che possa contribuire al pieno sviluppo della persona. E addio anche al sacrosanto diritto, dopo una vita di lavoro, a godersi il meritato riposo dedicandosi ai nipoti. I miei genitori stanno già scontando gli errori delle generazioni a loro precedenti. I miei nonni se la sono cavata meglio. E la politica, tutto sommato, non li aiuta. Perché al di là di tutti gli annunci quello che uno valuta è la materialità dello stare bene. E non chiamatela disaffezione alla cosa pubblica, è puro e semplice realismo. Perché non c’è pubblico, secondo me, quando le decisioni ti calano dall’alto senza che tu possa avere un effettivo diritto di replica.

bambinoPer il mio futuro ci vuole coraggio, insomma. E tanto amore per questa vita. Già da ora mi sembra di aver capito che gli elementi essenziali per starci bene sono pochi. Il mio bisnonno Paolo, ferroviere, chiese la mano di mia bisnonna Giovanna, maestra elementare, così. La vedeva tutti i giorni alla stazione. Per due mesi furono semplici scambi di sguardi. Poi prese coraggio e un dì la avvicinò e le disse: “Signorina, io ho poco da offrirle, ma le posso garantire una casa, un lavoro sicuro e tanto affetto”. Lei, senza dire niente, si fece prendere sotto braccio. Dopo pochi mesi erano già all’altare. Nel mio futuro vorrei cose semplici ma buone, come queste parole che sono di altri tempi e di tanta concretezza. E vorrei persone che le sappiano testimoniare prima che insegnare. Soprattuto vorrei un mondo libero dalla paura del domani che per me, a poche ore di vita, è solo una conquista che posso fare insieme a ciascuno di voi. Tutto il resto, per me, sono solo cose futili o questioni di politica, che in fondo poi son forse la stessa cosa!

Marco Bennici

L'Autore

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