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molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

I maschi hanno un problema sessuale? Le donne lo risolvono

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La fama degli italiani, si sa, è conosciuta in tutto il mondo: focosi, passionali, gelosi e vere e proprie macchine da sesso. Ma non è che su questa fama molti si sono seduti? Certo, forse la passionalità può essere ancora presente, ma è sulla durata che emergono  problemi. Questo è quello  che emerge dall’indagine promossa dalla Società Italiana di Urologia (SIU) e dall’Associazione Ginecologi Ospedalieri Italiani (AGOI) condotta da DoxaPharma su un campione di 3000 uomini e donne di età compresa tra i diciotto e i cinquantacinque anni per valutare l’impatto della durata dei rapporti sessuali sul benessere e l’armonia di coppia.

Per quattro milioni di coppie il sesso non dura più di due minuti e di conseguenza una coppia su quattro non raggiunge il piacere, nonostante la media di 108 rapporti sessuali all’anno. Sicuramente la passionalità è confermata, ma forse si “consuma” un po’ troppo velocemente? A causa di questi disagi emerge inoltre che metà delle donne pensa ad un altro uomo e una donna su cinque dopo un anno tradisce o interrompe la relazione. La ricerca mette in luce  che una coppia su quattro non raggiunge il piacere perché  il tempo passato sotto le lenzuola è davvero troppo repentino, ciò soprattutto per i giovani adulti tra i venti e  cinquanta anni.

problemi-sessuali-di-coppiaI dati ci dicono che il 90% degli uomini che soffrono di eiaculazione precoce, nonostante temano  la perdita del partner, preferiscono non affrontare il problema. Ecco perché molte volte a prendere in mano le redini della situazione sono le donne, in maniera attiva, si informano sulle possibili soluzioni e contattano uno specialista. E, nella maggior parte dei casi, una volta chiesto aiuto, il problema è facilmente risolvibile.

Quello che però resta un punto interrogativo è a mio avviso la modalità di risolvere il problema: come mai devono essere le donne a prendere l’uomo per mano e a portarlo dallo specialista? Come mai c’è ancora questa modalità della serie  mamma- figlio “non ti preoccupare adesso ti curo io”? Forse perché  questa difficoltà maschile si riversa nella vita di coppia creando danni come il calo del desiderio e/o la difficoltà a raggiungere l’orgasmo per la donna. Ed ecco perché da una recentissima ricerca emerge che un’ italiana su tre è insoddisfatta della propria vita sessuale, parliamo di circa 13 milioni di donne. Su un’unica cosa uomini e donne sono d’accordo: la soluzione più rapida, il farmaco, è preferito di gran lunga alla psicoterapia. L’idea che una pillolina diventi quasi come una bacchetta magica che possa risolvere tutte le difficoltà facendo immaginare un amplesso strepitoso con una durata illimitata è di gran lunga preferibile all’affrontare il problema con tutti gli annessi e connessi. E su questo uomini e donne la pensano allo stesso modo. Una sorta di de-responsabilità in cui non entrano né professionisti del settore, né la coppia stessa incapace a mettersi in gioco. Ma le favole ci hanno insegnato che le soluzioni magiche non sempre hanno un lieto fine.

A questo punto non sarebbe preferibile farsi da parte e lasciare che l’uomo ritorni ad essere il protagonista cosi com’era all’inizio? Certo, stargli vicino è importante. Sostenerlo nel percorso è fondamentale. Ma non pensiamo che sostituendoci alle sue difficoltà possiamo giovargli, anzi. Lasciamo che il ruolo di mamme che abbraccia cosi tanti aspetti non includa anche quello di compagna, amante e partner sessuale.

Valentina De Maio

L'Autore

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