Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

I mercati finanziari sono volubili come umori delle persone

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Da ottobre a metà dicembre il mercato azionario europeo ha registrato un’altissima volatilità ciclicamente colpito in negativo dai dati che segnalavano un calo della crescita mondiale ed una riduzione dei prezzi (la deflazione) e rinvigorito dalle speranze del lancio del Qe da parte della Bce. Da metà dicembre a fine gennaio sono saliti almeno del 15% sia l’indice delle borse dell’area euro, che quello delle obbligazione euro con scadenza oltre i 15 anni, che il prezzo dell’oro espresso in euro. Sono stati al contrario in caduta libera sia il cambio dell’euro contro le altre valute (in particolare contro il dollaro che ha registrato il -9% da metà dicembre ed il  -18% da maggio), che il prezzo del petrolio (-62% rispetto a luglio e -25% da metà dicembre). Il mercato azionario americano da metà dicembre a 2 giorni fa registrava un calo del 4,8%.

BORSA

Il ruolo del debito greco

Il debito greco e la dapprima possibile e poi conseguita vittoria di Syriza ha sempre giocato un ruolo secondario sui mercati europei, tranne che sul mercato finanziario greco che ha visto l’indice della borsa di Atene perdere il 30% da inizio dicembre a fine gennaio. Fortuna ha voluto per Syriza che l’inizio del tour europeo e i toni concilianti usati da Tsipras e dal suo ministro delle finanze, Vanoufakis, si siano sovrapposti al rimbalzo del 20% del prezzo del petrolio negli ultimi 5 giorni. Nello stesso periodo la borsa di Atene è rimbalzata del 18%. In due mesi tutto è cambiato, la deflazione europea e la “Grexit” (potenziale uscita della Grecia dall’euro) non fanno più paura, il calo dell’euro e del prezzo del petrolio, il lancio del Qe da parte della Bce hanno cambiato il pessimismo in ottimismo con Confindustria che prevede una spinta al Pil del 2% nel 2015.

La situazione greca

In questo contesto la situazione greca appare molto più gestibile, anche grazie all’accantonamento da parte greca dell’idea di dare un altro taglio al valore del proprio debito rimpiazzato con la più “commestibile” idea di una sostituzione del debito esistente con titoli legati alla crescita economica del Paese. Forse nella sostanza non cambia nulla, ma nelle relazioni umane l’apparenza è importante, bisogna sempre salvare la faccia. Un prestito decennale di 100 euro al 5% di interesse, vale meno di un prestito decennale di 100 euro al 2% di interesse, ma basta non dirlo, e tenere il valore iscritto a bilancio e l’attenzione del pubblico fissa sull’invarianza dei 100 euro nominali. Oggi l’orizzonte dei mercati finanziari europei appare molto sereno, speriamo vada tutto bene come sembra e che abbia ragione Confindustria a prevedere una bella crescita del Pil.

Il cambiamento dei mercati

Durante la giornata di ieri il segno delle notizie e quindi dei mercati sono cambiati: segni di debolezza della crescita cinese, un accumulo di scorte di petrolio in Usa oltre le attese, la notizia che la Bce non può più accettare i titoli di stato greci a garanzia dei prestiti richiesti dalle banche greche, hanno girato in positivo l’oro ed i titoli di stato Usa e tedeschi, indotto un calo del 6-8% del petrolio, visto l’euro perdersi l’1% contro il dollaro, guadagnato appena il giorno precedente, e la borsa americana perdere lo 0,42%. I mercati finanziari seguono la propria indole ballerina. La politica è l’arte paziente del compromesso. Non lasciamoci confondere e ingannare.

Mario Zanco

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